martedì 10 agosto 2010

Ma chi se lo ricorda più?


L’Osservatore Romano ammette: “Diminuisce in Italia il numero degli aborti” (11.8.2010). È così da tempo, anche Avvenire aveva dovuto ammetterlo qualche mese fa (29.4.2010). Sembra dimostrato che avere il diritto (almeno entro certi limiti e a certe condizioni) di interrompere una gravidanza, lungi dal fare dell’aborto l’hobby preferito di ogni troia, limiti il danno. Fosse niente, le donne non muoiono più con un ferro da calza ficcato in pancia e, in più, non c’è stata l’escalation che paventavano le gerarchie vaticane, anzi, lentamente, anno dopo anno, si ricorre sempre meno alla legge 194. “La tendenza è chiara – ammette L’Osservatore Romanodal 1983 è avvenuto in Italia un progressivo calo degli aborti”. Sarebbe stato carino aggiungere: tutto il contrario di quello che vi dicevamo per convincervi ad abrogare la legge 194. Ma chi se lo ricorda più?


5 commenti:

  1. Siamo sicuri che diminuiscano veramente gli aborti, o semplicemente sono aumentati quelli fatti all'estero e negli studi privati dei finti obiettori? perché non mi pare che la natalità si sia incrementata di conseguenza, né che l'uso dei contraccettivi sia aumentato, quindi o gli italiani fanno meno sesso o semplicemente gli aborti sfuggono alla statistica.

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  2. "Siamo sicuri che diminuiscano veramente gli aborti?".
    Non saprei, così afferma il giornale del Papa e mi pare scostumatezza metterlo in discussione.

    "Non mi pare che la natalità si sia incrementata di conseguenza, né che l'uso dei contraccettivi sia aumentato".
    Trattandosi di un popolo cattolico, useranno il metodo Billings.

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  3. @Anonimo, in realtà avevo letto a suo tempo delle statistiche ISTAT anche sugli aborti illegali che li davano in calo brusco fino agli anni Novanta quindi stabili ma solo per la presenza di immigrate non a conoscenza della legge italiana sullì'IVG, ovvero preoccupate di essere denunciate come clandestine. D'altro canto, se to dovessi sottoporti a una procedura chirurgica sia pure semplice, preferiresti farlo gratis in un ospedale con tutta l'assistenza medica necessaria, la possibilità di avere anestesia e antalgia, antibiotici come se piovesse e il tutto assolutamente gratis e legalmente, oppiure preferiresti optare per un intervento clandestino praticato senza anestesia né antalgia e spesso senza atibiotivci, in condizioni sanitarie dubbie, con sedicenti medici che non danno alcuna garanzia sulla loro professionalità e, per di più, il tutto carissimo e pure illegale che se ti beccano ti processano? (Catalano, a "Quelli della notte", si chiedeva "Meglio un mese alle Maldive tutto pagato o un fine settimana in città?".)

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  4. In Wikipedia (la cito da lì perché è più accessibile) c'è una tabella piuttosto chiara, basata sui dati ufficiali del Ministero della Salute:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Aborto#Dati_statistici_sugli_aborti_in_Italia

    Dalla quale si evince che dal 1994 il numero di Ivg legali in Italia è pressoché stabile, con una leggera tendenza al ribasso (i dati del 2007, se ho capito bene, sono i più recenti disponibili).

    E' cambiata, invece, negli anni, la composizione sociale delle donne che decidono una Ivg: circa un terzo delle Ivg, infatti, sono richieste da donne immigrate. In particolare tra le donne provenienti dall'Europa dell'Est è frequente l'Ivg ripetuta (cosa che, tra parentesi, non fa molto bene alla salute).

    La 194 è molto esplicita nel dire che l'Ivg "non è mezzo per il controllo delle nascite": ma questo è proprio l'uso che ne fanno le donne provenienti da certe culture.

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  5. Più che carino, sarebbe stato LOGICO aggiungere ecc. ecc. Ma d'altra parte, l'osservatore romano con la logica, che c'azzecca?

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