“Non devi costringermi a darti la caccia come una silvana cerva,
ma uscire dall’antiquato antro delle tue sibillinità, scacciare le remore,
inorgoglirti dei tuoi sentimenti per me, e prendere tu le mie mani per porle su te.
Se non vuoi, dimmelo, e vedrai che troverò il modo di non morirne.
Lo sai che avevo, fin qui, sei fidanzate e, benché sia pronto a dedicarmi a te,
non sono però intenzionato a rinunziare al mondo in cambio di nulla”
(pag. 33)
Il labirinto femminile di Alfonso Luigi Marra è tutto in copertina, dove di sé dice: “Uno straordinario epistolario d’amore in sms tra Luisa, giovane avvocatessa, e Paolo, il titolare del grande studio legale in cui lavora, che ha il doppio dei suoi anni. Le pagine d’amore più belle mai scritte, ma anche un’analisi eccezionale affinché la coppia e la società superino lo strategismo e l’inciviltà sentimentale ed emotiva che oggi le soffoca”. La Commedia di Dante Alighieri aspettò due secoli e mezzo prima di dirsi Divina in copertina e ci vollero quasi cent’anni perché il lavoro di Gregor Mendel si rivelasse geniale, ma qui l’opera del Marra non ha tempo da perdere e dà per acquisito l’immancabile successo di critica (“le pagine d’amore più belle mai scritte”) con l’indiscusso riconoscimento dell’essere venuta a liberarci senza meno e niente meno che dal soffocante “strategismo”.
Dovremo parlare a lungo di questo “strategismo”, al momento soffermiamoci su Paolo, “titolare d[i un] grande studio legale”, e su Luisa, “avvocatessa”. Il Marra – informa Wikipedia – “è un avvocato cassazionista con studio a Napoli” (non sappiamo quanto “grande”): c’è dell’autobiografico nel suo libro? E a una collega dà dell’“avvocatessa”? A un uomo di lettere come lui non dovrebbe sfuggire l’intenzione ironica o addirittura spregiativa che sta nel termine: perché non usa “avvocato(a)” per Luisa? Tutto sommato non ha importanza, andiamo al sodo: sì, nel libro del Marra c’è dell’autobiografico. “Luisa, creata per sintetizzare in lei caratteri, aspetti e parti di un po’ tutte le donne e le esperienze sentimentali della mia vita, alcune lontanissime, ancorché focali, come quella, non più ritrovata, mai dimenticata, della soavissima nudità di una popolanina napoletana distesa tra me e i tiepidi umidori notturni della spiaggetta di Nisida, cullati noi dai lenti mormorii equorei, mentre i suoi occhi dorati dalla luna mi pervadevano l’anima e mi smarrivo nelle voluttà dello svolgersi della sua passione, quando l’ansito del suo respiro, al culmine del farsi profondo, meraviglioso si volse in un canto d’amore bellissimo, antichissimo, dolcissimo, che mi pervase ragazzo di una struggente stupefazione e dissolse le pareti di un antro in cui non sapevo di essere liberando su noi l’onda del firmamento pullulante di stelle. E Paolo, il titolare del grande studio legale in cui lavora, che ha il doppio dei suoi anni, e anche lui ho creato per sintetizzare in un unico io narrante i molti me attraverso i quali ho vissuto quelle esperienze” (pag. 284).
Chi è arrivato a pag. 284 delle 368 del libro di Marra è a Le chiavi di lettura delle precedenti 283 (Prima parte), che contengono lo “straordinario epistolario d’amore in sms” (in realtà anche in e-mail) intercorso tra la sintesi di tutti i Marra fin qui possibili e la sintesi di tutte le donne che gliel’hanno data, quasi sempre previo tormento; la Seconda parte potremmo definirla di corredo teorico, composta com’è di microsaggi, ciascuno di poche paginette, su La non dialogicità sessuale e la non orgasmicità femminile quali effetti delle politiche del potere economico per inibire il confronto, su La consumazione delle culture dell’amore fin qui vigenti, sulla Definizione dell’amore, sue cause, suo modo di insediarsi nel sistema mentale, e sua alterazione a opera del potere economico, su L’inversione in favore dell’uomo del rapporto di forza dopo l’istituzione della coppia e su Il maliardismo. Fin dai titoli di questi rivoluzionari contributi alla liberazione della coppia e della società dallo “strategismo” è evidente che il Marra non si sia limitato a scopare: scopava, ma intanto studiava i problemi inerenti, avvalendosi di una originale rielaborazione del metodo empiriocriticista di Avenarius e rigirandosi nel macinato di Reich, Fromm e Marcuse come un pesciolino nella farina prima di passare all’olio della sua padella.
Non è per scoraggiare il lettore di questa recensione dalla lettura della Seconda parte o per sottovalutare la corda lirica che il Marra fa risuonare nell’epistolario, ma tutto il libro sta proprio ne Le chiavi di lettura, una settantina di pagine che sta come sospesa tra lo scopare-come-è e lo scopare-come-dovrebbe-essere: settanta pagine che, come s’è visto fin qui, non rinunciano ad attingere dall’esperienza pura per costruire una critica della sua dimensione fisica e di quella psichica così come percepite e agite nella proiezione della coppia sul vissuto sociale e sui processi di ampiezza antropologica.
Qui, ne Le chiavi di lettura, il problema è posto e risolto: il Marra trova esasperanti i rituali che a un certo tipo di donna – gliene sono capitate tutte di quel tipo – paiono indispensabili per dargliela e costruisce una teoria della liberazione. Superfluo dire che la fatica dei rituali sarebbe di gran lunga minore di quella che il Marra fa per dimostrarli superflui, ma qui sta il punto: al Marra non fa paura la fatica, ma lo “strategismo”.
In pratica, il Marra vorrebbe una donna che gliela dia perché lui è il Marra. “A prescindere dall’essere abbiente, affermato e noto, [Paolo, cioè il Marra] è diverso da chiunque: scrive cose senza precedenti in alcuna cultura; afferma, non per vanagloria, ma nel quadro di una vastissima operazione culturale rivolta a cambiare il mondo, di essere il più grande pensatore di tutti i tempi in un regime di sia pur riottoso e silente assenso: perché aggiunge molti altri argomenti che squassano i poteri dalle fondamenta senza che reagiscano minimamente. E, pur nella finta indifferenza generale, è circondato da una specialissima aura di riconoscimento” (pagg. 289-290). Che cazzo vuole di più, la Luisa? Perché mortificare questo padreterno alle avvilenti procedure che tradizionalmente sciolgono le ataviche ansie di chi vorrebbe darla, ma non vuole, però vuole, ma non vuole, però vuole? È presto detto: Luisa “vuole sposarlo perché sarebbe la riprova formale del suo volerla veramente e, dovesse rompersi il matrimonio, non subirebbe le conseguenze morali di un allontanamento dopo essergli un po’ «servita». Cose invero tutte molto comuni: così comuni da costituire un flagello planetario del quale vanno individuate le ragioni profonde: perché dietro le motivazioni apparenti che agitano il quotidiano, ci sono sempre quelle profonde che ne costituiscono la scaturigine. Paolo è cioè costretto a scontrarsi con i limiti di Luisa perché aggirarli significherebbe lasciarli irrisolti” (pag. 290).
In qualche modo dovremmo esser grati ad ogni Luisa capitate a ogni Paolo che è nel Marra: l’avessero data facile, non avremmo avuto la vastissima operazione culturale in cui il Marra è impegnato da oltre un quarto di secolo. Sì, proprio un quarto di secolo, perché è da La storia di Giovanni e Margherita (1985) che il Marra batte sempre sullo stesso chiodo, che poi è lo stesso sul quale hanno battuto la fronte intere generazioni di giovanotti che chiedevano alla loro morosa la cosiddetta “prova d’amore”: scopare prima del matrimonio. Il battere del Marra, però, è rivoluzionario: non è quel “sì, ti sposo, ma prima dammela per dimostrarmi che mi ami davvero”, che a mio padre non servì molto, ora è un “dammela perché ti amo però sappi che non ti sposo”, che si propone come “dialogizzante”. Più rivoluzionario di così solo il pagarla.
Ora l'avrete finalmente capito tutti quanto "è avanti" il nostro Silvio.
RispondiEliminaMa vieppiù quanto siano rapidamente, concretamente pragmatiche le sue tante Luisa.
Cazzo sei un genio.
RispondiEliminama lo hai letto davvero?
RispondiEliminanon ci posso credere...
Ignoravo l'esitenza del tipo fino a che non sono fiorite critiche sul web, alla fine gli fate solo un buon servizio.
RispondiEliminaQuindi questo Marra sono 25 anni che devasta i testicoli ai suoi lettori raccontando delle difficoltà che incontra nel convincere delle ragazze a copulare con lui? Nonostante sia abbiente? E la cremedelacreme dell'intellighenzia?
RispondiEliminaSoluzione: lavasi più spesso e non dire cazzate durante gli incontri, no?
Perché, se quel brano sulla cerbiatta silvana è un sms, chiaro che lei non gliela smolla. Se in un sms dice cose del genere, immaginarsi cosa può dire a cena, davanti ad un branzino al sale.
uno gira tutto il giorno in un labirinto e Luisa è ingrata. proprio un libro tabbbù
RispondiEliminaPer le donne, non so se Marra l'ha più o meno presa in considerazione, c'è anche l'opzione di rispondere, molto semplicemente: "Non te la do perché non mi piaci, anzi mi fai così sinceramente schifo che se mi proponessi di sposarti e fossi rimasto l'ultimo uomo al mondo, piuttosto diventerei lesbica." Magari Marra può scriverci sopra il prossimo libro sullo strategismo.
RispondiEliminaGrande! io sono ancora a metà dell'opera e non so se riuscirò mai a finirla!
RispondiEliminaè colpa tua se adesso ho preso a leggerlo anche io, devi saperlo
RispondiEliminatu davvero l'hai letto?
RispondiEliminacomplimenti per lo stomaco.
si vede da lontano un migli che "na' strunzata"
poi a sentirela sua interviusta, comprendi quanto sia un pallone gonfiato di quelli grossi
E del resto....
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=N-9IwIBA2RY&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=ZKTD8OqgRq8
RispondiEliminaDa notare come nella foto di copertina il Marra ricordi sinistramente Mal dei Primitives. Un voluto richiamo ad un'età dell'oro della seduzione, non ancora viziata dallo "strateggismo"?
RispondiEliminaOgni tanto torno a leggere questo articolo e piango ancora dalle risate come la prima volta. Fantastico.
RispondiEliminaSara: per conto alla rovescia video clip Flycat, rilancio uno al giorno 7 vecchi video Sara e Ruby.
RispondiEliminaRILANCIO UNO AL GIORNO DEI VECCHI VIDEO DI SARA E RUBY QUALE CONTO ALLA ROVESCIA DEL VIDEO CLIP DI CACCIAMO I MERCANTI DAL TEMPIO
Da oggi inizia – come conto alla rovescia prima del video clip di Cacciamo i mercanti dal tempio, la bellissima e molto coinvolgente canzone contro la finanza canaglia dedicata da Flycat a Gino – il rilancio dei cinque vecchi video di Sara e dei due di Ruby contro l'illiceità bancaria, finanziaria e politica.
Nei video Sara sarà 'velata', ma non perché quei suoi nudi fossero sconvenienti, perché erano invece resi casti dalla funzione di altissimo valore morale di abbattere la legislazione illecita con la quale la banche stanno distruggendo la società, ma perché auspichiamo una maggiore attenzione, più che 'alle figure', a quello che dice.
-Il primo, allegato, è il Ruby 1, quello del famoso strappo del vestito ad opera dell'uomo nero;
-il secondo, il Ruby 2, il documento di 23 minuti che contiene tutto quanto occorre sapere sul signoraggio;
-il terzo, quello di Sara con la maschera di Bin Laden, falsamente 'tenuto in vita', per dieci anni, dal regime, per giustificare la strategia della tensione;
-il quarto, quello di Sara che invita a partecipare al convegno al teatro Quirino contro le cinque tremende leggi illegittime filo-bancarie, che stanno ancora lì, e la cui eliminazione comporterebbe un passaggio di circa tre miliardi al giorno dalle tasche delle banche a quelle della gente;
-il quinto, quello di Sara che dimostra che l'argomento del signoraggio è noto sia a Casini che a tutti i politici, che lo occultano deliberatamente;
-il sesto, quello di Sara che 'svergogna' la doppiezza di Grillo, attaccandoselo sulle natiche per ricordare che, da strenuo avversario del signoraggio, è divenuto anch'egli membro del PUB (Partito Unico Banche);
-il settimo, intitolato Comm' omm' si 'nu bluff, quello di invito agli avvocati italiani a ribellarsi a Monti e impegnarsi per l'abrogazione del sue leggi 'ammazza-giustizia', rivolte a farsi sì che la giustizia disturbi meno possibile le banche sue mandanti.
Alfonso Luigi Marra
Sara: per conto alla rovescia video clip Flycat, rilancio uno al giorno 7 vecchi video Sara e Ruby.
RispondiEliminaRILANCIO UNO AL GIORNO DEI VECCHI VIDEO DI SARA E RUBY QUALE CONTO ALLA ROVESCIA DEL VIDEO CLIP DI CACCIAMO I MERCANTI DAL TEMPIO
Da oggi inizia – come conto alla rovescia prima del video clip di Cacciamo i mercanti dal tempio, la bellissima e molto coinvolgente canzone contro la finanza canaglia dedicata da Flycat a Gino – il rilancio dei cinque vecchi video di Sara e dei due di Ruby contro l'illiceità bancaria, finanziaria e politica.
Nei video Sara sarà 'velata', ma non perché quei suoi nudi fossero sconvenienti, perché erano invece resi casti dalla funzione di altissimo valore morale di abbattere la legislazione illecita con la quale la banche stanno distruggendo la società, ma perché auspichiamo una maggiore attenzione, più che 'alle figure', a quello che dice.
-Il primo, allegato, è il Ruby 1, quello del famoso strappo del vestito ad opera dell'uomo nero;
-il secondo, il Ruby 2, il documento di 23 minuti che contiene tutto quanto occorre sapere sul signoraggio;
-il terzo, quello di Sara con la maschera di Bin Laden, falsamente 'tenuto in vita', per dieci anni, dal regime, per giustificare la strategia della tensione;
-il quarto, quello di Sara che invita a partecipare al convegno al teatro Quirino contro le cinque tremende leggi illegittime filo-bancarie, che stanno ancora lì, e la cui eliminazione comporterebbe un passaggio di circa tre miliardi al giorno dalle tasche delle banche a quelle della gente;
-il quinto, quello di Sara che dimostra che l'argomento del signoraggio è noto sia a Casini che a tutti i politici, che lo occultano deliberatamente;
-il sesto, quello di Sara che 'svergogna' la doppiezza di Grillo, attaccandoselo sulle natiche per ricordare che, da strenuo avversario del signoraggio, è divenuto anch'egli membro del PUB (Partito Unico Banche);
-il settimo, intitolato Comm' omm' si 'nu bluff, quello di invito agli avvocati italiani a ribellarsi a Monti e impegnarsi per l'abrogazione del sue leggi 'ammazza-giustizia', rivolte a farsi sì che la giustizia disturbi meno possibile le banche sue mandanti.
Alfonso Luigi Marra