Va a Ratisbona e, dando voce a Manuele II Paleologo, come José Luis Moreno dava voce al corvo Rockfeller, dice che Maometto era uno zotico violento e irragionevole. Convulsioni isteriche in Medio Oriente, crisi internazionale, precisazione e rettifica: il corvo, cioè, l’imperatore bizantino, s’è espresso “in modo sorprendentemente brusco, brusco al punto da essere per noi inaccettabile”. Che chiavica di ventriloquo, mi son detto, però che spasso.
Dà sfogo a un motu proprio che teneva dentro da un sacco di tempo: messa in latino, pastore che volge le spalle alle pecore, solo musica gregoriana. Per quattro o cinque sfessati bacati di passatismo che vanno in brodo di giuggiole, un coro a labbra stretto di mugugni da un clero che manco più si ricorda se sub voglia l’accusativo o l’ablativo. Precisazione e rettifica: la liturgia in latino e quella in lingua indigena sono entrambe la unica vera liturgia. C’è gente che ancora non si spiega come sia possibile: vescovi, mica papaboys. Si esprime come se parlasse con le coste dei libri sugli scaffali, mi son detto, wow!
Dichiara aperta la caccia al ricchione in tutti i seminari. E i ricchioni già preti? E quelle languide occhiate al bel Georg? Vabbe’, mi son detto, un po’ di ambiguità non guasta. Un po’ torbida, tanto meglio.
Apre le braccia e accoglie in paterno abbraccio i lefebvriani, pazzi fottuti che fino a due minuti prima sputavano quando lo citavano, che soffrono dacché so’ nati perché è finito il Medioevo e da lì in poi cacca-piscia-cacca-piscia: s’è diffusa la peste dell’umanesimo, la lebbra del libero pensiero, la sifilide del modernismo, la messa è diventata beat, la sovranità sociale di Cristo s’è ridotta ad ingerenza delle conferenze episcopali, ecc. Nel mucchio – compatto nel far presente : “Ok, rientriamo, ma il Concilio Vaticano II ci fa cagare” – qualche antisemita, pure un po’ negazionista. Imbarazzo, spiegazioni, scuse, aggiornamento: figli, sì, ma congelati, ovocellule di cristianità fecondate da suggestioni naziste, da impiantare, sì, ci mancherebbe altro, ma più in là, vedremo. Insomma, ennesima figura di merda.
Va in Africa, dove ci si becca l’Aids pure a farsi una sega, e dice che il preservativo non serve a un cazzo, anzi, peggiora le cose. Grandinata di proteste, qualcuno gli dà pure del pericoloso delinquente, mentre tutte le pontificie accademie sono reclutate nello sforzo di dimostrare che più usi il preservativo e più muori di Aids, che Sua Santità ha avuto una geniale intuizione che per leggerla su Nature bisogna aspettare sei o sette generazioni di scienziati. Non mi divertivo tanto dal Sarchiapone di Walter Chiari, ma neanche il tempo di riprendermi…
Neanche il tempo di riprendermi e se n’esce con le eroiche virtù del Pacelli, quello che, mentre le Ss imbottivano di ebrei i vagoni sotto le sue finestre, pensava ad assicurarsi presso il comando tedesco a Roma che in Vaticano non mancassero i viveri. Uomo retto ed equanime, tuttavia, perché non negò riparo nei conventi né ad alcuni ebrei, prima, né alcuni gerarchi nazisti, fino a favorirne la fuga in Sud America con passaporto della Città del Vaticano, dopo. Anche qui scoppia un bordello mai visto, stavolta sono gli ebrei a incazzarsi di brutto. Chiarimento, precisazione, rettifica: mica santo, non ancora, si vedrà.
Neanche il tempo di immaginare come staranno girando i coglioni al Pacelli – in vita passava ore intere allo specchio pregustandosi la santità – ed ecco lo scandalo dei preti pedofili. Un megascandalone, in verità, e anche stavolta tutto grazie a lui, l’ex prefetto dell’ex Sant’Uffizio che proibiva l’insegnamento ai teologi della liberazione ma non stroncava la carriera ai preti pedofili, salvando il culo dalla giustizia americana grazie all’elezione a capo di stato estero. Ma no, precisazione, chiarimento, cioè, ingarbugliamento: non sapeva niente, non poteva sapere e comunque, anche se sapeva, adesso è Papa e dire che sapeva configura il peccato di odio anticattolico…
Uno così, dico, non deve vivere altri cent’anni? C’è chi lo vorrebbe morto, chi ne chiede le dimissioni, ma a mio parere si tratta di gente rozza e insensibile. Per quanto mi riguarda: viva, viva, viva Benedetto XVI. Quando muore, gentilmente, uno uguale.