Il centrosinistra perde la Calabria, la Campania, il Lazio e forse il Piemonte [1]. Le guadagna il centrodestra, nel quale la Lega acquista una forza mai avuta. Visto che queste elezioni regionali sono state caricate di una straordinaria valenza politica da entrambi gli schieramenti, possiamo dire – dobbiamo dire – che il governo Berlusconi ne esce rafforzato nei confronti dei suoi oppositori, anche se caricandosi di un incalcolabile potenziale di instabilità interna, che però non è destinato a dare effetti a breve [2]. Di più: visto che la politica è diventata mera liturgia che celebra l’incarnazione di un leader nella sua gente (dove l’aggettivo possessivo indica proprio possesso), possiamo dire – dobbiamo dire – che ha vinto Berlusconi.
È una vittoria di numeri e di simboli, tanto più convessa se si guarda al concavo di chi ha perso. Il centrosinistra aveva nutrito speranze che ora è facile definire esagerate [3], ma che, se rivelatesi velleitarie al giudizio degli elettori, almeno delineavano due o tre progetti di alternativa. Solo quello frontista in Puglia s’è dimostrato vincente, ma per peculiarità che lo rendono improponibile come modello nazionale. Bocciato il progetto Bonino, quello di una federazione delle forze laiche, socialiste e cristiano-sociali, con spruzzatina di azionismo. Bocciata pure la soluzione dell’alleanza variabile Udc/Idv.
All’Italia – alla maggioranza degli italiani – non pare esserci miglior proposta che quella di Berlusconi: un populismo autoritario, dai tratti fortemente (e sempre più) demagogici e paternalistici, che da queste elezioni esce di fatto autorizzato a sentirsi legittimato. Mi pare non sia esagerato dire che queste elezioni legittimino Berlusconi a portare avanti il suo disegno, qualunque sia, anche se è già abbastanza chiaro, e se potrà subire modifiche in corso d’opera solo per suo capriccio o per eventi oggi imprevedibili: per ciò che attiene al consenso, salvo a dover dar conto a Bossi [4], Berlusconi è da stasera – di fatto – padrone del paese. Più di prima, intendo dire. Molto più di prima [5].
Sia dato lo stretto necessario allo scoramento [6]: diventa necessario un altro sforzo di ragione – titanico quasi – a chi ritiene tutto ciò sciagura da evitare.
[continua]
[1] Inizio a scrivere alle 23.50, quando tra Cota e Bresso c’è poco più di un punto percentuale di distacco, ma ancora mancano oltre 500 sezioni, quasi tutte della provincia di Torino, dove il centrosinistra è forte: la Bresso potrebbe ancora farcela.
[2] L’esperienza insegna che quando la Lega ottiene un vantaggio – in questo caso la presidenza del Veneto e un formidabile incremento di consensi, in assoluto e rispetto al suo alleato – per un po’ se ne sta buona: alza il prezzo, ma paga pure grosse garanzie. Fratture tra Pdl e Lega non sono a vista, ma la molla è molto carica. Zaia non sarà l’innesco: le sue prime dichiarazioni dopo la vittoria fanno capire che è sennatamente disposto a lasciare il dicastero che ha fin qui guidato, sono riusciti a convincerlo. L’impressione è che il ministero rimarrà alla Lega, e forse questo s’è ottenuto proprio grazie a Zaia che ha tenuto il punto a lungo sull’eventuale cumulo di cariche: un bluff giocato benissimo.
[3] Chi perde ha sempre torto, non si dice così?
[4] Ma è uomo che sa baciare la mano a chi può fargli un favore, Gheddafi o Ratzinger che sia, che difficoltà avrebbe nel baciarla anche a Bossi?
[5] Un’occhiata al sito del Viminale, dove anche per Bresso vanno sfumando le residue speranze, consente di dire: molto, ma molto di più.
[6] Limiterò il mio all'intervallo tra questo post e il suo seguito.
[6] Limiterò il mio all'intervallo tra questo post e il suo seguito.
Scusa ma come fai a dire che il Banana sia uscito rafforzato?
RispondiEliminaCon tutte le porcherie che ha fatto, vomitevoli, è riuscito a stare a galla.
Ma prima o poi cadrà perché a tutto c'è un limite.
Tutto sommato Bonino e Bresso hanno perso per un soffio, facendo una campagna per niente paragonabile ai nuovi mostri.
Ci vorrà del tempo ma come sai per esserci una guarigione ci deve essere una crisi. Se il Banana avesse dovuto seguire le regole e se le opposizioni gliele avessero sapute imporre ora sarebbe già sepolto.
Ma anche il leghismo, che futuro potrà mai avere? Si sono mangiati tutto pure loro, hanno distrutto il territorio e venduto favole. Prima o poi gli elettori se ne accorgeranno.
Ciao