Non pensavo di ricevere tante email per una serie di post che ho buttato giù di getto, come parlottando tra me e me, giusto mettere un po’ di ordine, per non cedere allo stordimento. Quando dicevo: “Diventa necessario un altro sforzo di ragione”, esortavo solo me stesso, e questo ho dovuto premetterlo a chiunque ho già dato risposta.
È che scrivo su questa piattaforma solo da pochi giorni, scrivo un po’ più liberamente che di là, perché mi sento assai meno letto, e non è neanche male, ma questo mi fa mettere meno cura nel minimo della dovuta intelligibilità (e forse leggibilità). Ne chiedo scusa anche qui, dove cercherò di essere breve e chiaro – cercherò, dico – nell’affrontare le due o tre questioni che avrei lasciato fuori da questo ruminare a urne scrutinate, per dare una risposta a chi mi ha fatto notare che non le ho neanche sfiorate: Di Pietro, Grillo e l’Udc.
È che, senza sottovalutare il peso elettorale di queste formazioni, le ritengo irrilevanti nel processo del superamento di ciò che ho chiamato “gentismo”, anzi, possono solo farvi ostacolo. Più di un’analisi post elettorale – ancora presto per tutti, ci vorranno due o tre settimane – volevo solo ipotizzare un cambiamento di metodo che possa superare ogni analisi che fondi su un’antinomia berlusconismo-antiberlusconismo, senza finire in terzismo.
È che Di Pietro e Grillo mirano a essere riconosciuti come probi viri del centrosinistra: non possono pretendere di più (privi di un progetto culturale e politico che non si esaurisca nelle premesse della predetta antinomia: superata quella, superati loro), ma nemmeno possono mirare a meno (pena il dichiarare estinta la loro ragione sociale): zavorre, di natura “gentista”, i fuochi del concavo cui aderiscono i convessi del leghismo e del tremontismo.
Un Pd che pure voglia farsi alternativo al “gentismo” berlusconiano non può liberarsene troppo in fretta, ma di pari passo al liberarsi di quello.
Sull’Udc non ho niente da dire: s’è messo fuori da ogni gioco, neppure il Vaticano lo può aiutare.
[continua]
sempre amati gli intramezzi
RispondiEliminasono d'accordo, bisogna rianimare il pd, di idee (e poi avremmo un grande ispiratore dall'altro lato del globo e ce lo lasciamo sfuggire per parlare di silvio, io non reggo più così)
Mai pensato che scrivere sul Cannocchiale ti limitasse in qualche modo. ;)
RispondiElimina@ desaparecida
RispondiEliminaAvrei voluto vederti, nella Prima Repubblica, sopportare DC, PCI, PSI, ecc. Dicevamo sempre: "Non si può reggere più così". Non l'avessimo mai detto.
@ Gians
RispondiEliminaIn pubblico mi trattengo.
;-)
Insomma, non possiamo escludere di ritrovarci tra vent'anni a rivalutare tutto questo amore nell'aria. Lo so, sembra improbabile.
RispondiEliminache vorresti dire con questo? che potrebbe esserci di peggio? argh :D
RispondiEliminaSperiamo piuttosto che siano loro a liberarsi del PD.
RispondiEliminaIo trovo il progetto politico (basta guardare) dei partitini movimentisti molto più moderno e reale del mare di minchiate che sento dire ai dirigenti PD.
Sarebbe bello poter contare sui cosiddetti "giovani" del PD, i meno che cinquantenni , insomma (si è giovani più a lungo, in Italia, parrebbe). Però alla fine hanno eletto Bersani e non Marino.