venerdì 26 marzo 2010

“Per ottenere la riparazione dello scandalo e il ristabilimento della giustizia”


Marina Corradi (Avvenire, 26.3.2010) ci offre modo di capire quanto poco valga l’argomento col quale Ratzinger e Bertone respingono le accuse mosse loro da The New York Times (almeno per quanto attiene al caso di padre Lawrence Murphy, perché su quelle relative al caso di padre Peter Hullerman non ne hanno ancora prodotto alcuno).
In apparenza, e in buona sostanza, Marina Corradi non fa altro che prodursi in una delle tante variazioni sulla nota ufficiale della Santa Sede del 24 marzo, nella quale si pretende di dimostrare una retta condotta del prefetto e del segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede pigliando il Codice di Diritto Canonico a modello di rettezza, mentre ciò che è posto in discussione – da The New York Times e non solo – è proprio ciò di omertoso e oggettivamente complice passa nell’osservanza al Codice di Diritto Canonico.
Nessuno si è azzardato a dire che Ratzinger e Bertone non siano stati ligi alla regola, ma qui è proprio la regola ad essere in discussione per aver prodotto ancora ingiustizia attraverso la sua ligia applicazione: i due sono colpevoli di quello che la loro regola chiama discrezione e che di fatto è insabbiamento.

E infatti Marina Corradi pensa di poter affermare che i due non abbiano alcuna colpa perché sul caso Murphy diedero disposizione che si procedesse a norma del Canone 1341, “per ottenere la riparazione dello scandalo e il ristabilimento della giustizia”. Il fatto è che questo virgolettato è ritagliato in modo assai furbetto dal Codice di Diritto Canonico, perché il Canone recita: “L’Ordinario provveda ad avviare la procedura giudiziaria o amministrativa per infliggere o dichiarare le pene solo quando abbia constatato che né con l’ammonizione fraterna né con la riprensione né per altre vie dettate dalla sollecitudine pastorale è possibile ottenere sufficientemente la riparazione dello scandalo, il ristabilimento della giustizia, l’emendamento del reo”.
Che significa in pratica? Significa che, nel disporre che si procedesse a norma del Canone 1341, “per ottenere la riparazione dello scandalo e il ristabilimento della giustizia”, Ratzinger e Bertone disponevano che padre Murphy fosse ammonito e ripreso, non sollevato dal suo incarico, né ridotto allo stato laicale. E infatti morì prete, segno che non fu necessario “avviare la procedura giudiziaria o amministrativa per infliggere o dichiarare le pene”.
La regola era stata recepita, Ratzinger e Bertone le avevano dato modo di perpetuarsi: il caso era insabbiato, almeno per il momento.

4 commenti:

  1. Anche se non avessero insabbiato il caso, sarebbero stati tenuti al segreto pontificio. Il "Crimen sollicitationis" del 1962 e una lettera del 18 maggio 2005, inviata a tutti i vescovi da Ratzinger, quale prefetto per la Congregazione della Fede, prevedono il segreto pontificio per determinati procedimenti ecclesiastici (casi di abusi sessuali sui minori inclusi). Chi ha avuto conoscenza del procedimento deve tacere, pena la scomunica. Una regola cui essere ligi per ogni occasione.

    minerva

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  2. Giusto, chiedo scusa, anche per "Congregazione [per la Dottrina] della Fede.
    Il 2005 è l'anno in cui Ratzinger fu accusato di "obstruction of justice" davanti a un tribunale americano e la lettera del 2001 fu prodotta come prova a carico: non essendo una frequentatrice di archivi vaticani, la ricordavo esclusivamente per quella (nota) vicenda.

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  3. Non so se l'ha già vista:
    http://www.youtube.com/watch?v=VABSoHYQr6k

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