Sull’Immacolata Concezione potrei tenervi qui per ore e ore, sul donde tragga la natura di dogma, sul come questo sia venuto a rivelarsi e a enunciarsi, sull’enorme quantità di teologia che solleva, ecc. E infatti questa era l’intenzione, già avevo aperto i miei vecchi taccuini con gli appunti di quando passavo intere giornate a studiare l’osteologia del mostro. Ho trovato una paginetta che mi ha dissuaso e che mi limito a ricopiare qui.
Le fonti della tradizione che impliciterebbero l’assenza del peccato originale in Maria sono assai più labili e ambigue di quelle relative all’Annunciazione (Luca e l’apocrifo di Giacomo, indirettamente Matteo), dove è chiaro che Maria accetta ciò che l’angelo le prospetta: “Avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 37). Questa scelta è libera, ma ispirata dalla grazia di cui Maria è piena. E tuttavia essere piena di grazia non è ancora essere priva del peccato originario, qualità che Maria avrebbe fin dal concepimento [dal momento in cui fu concepita], quindi prima di accettare ciò che l’angelo le prospetta. Poteva non accettare? Se non poteva, dovremmo negare in lei il libero arbitrio: negarlo e dichiararla immune dal peccato originario è contraddizione in termini. [giugno 1978]
Mai trovato nessuno che fosse in grado di spiegarmi come un dogma possa contraddirne un altro. Tutto il resto è la ciccia del mostro.
il dogma è anzitutto fede, non spiega un cazzo ma la sua funzione è proprio quella di rafforzare l'ubbidienza cieca e assoluta in alienati a cui non importa capire ma credere
RispondiEliminail dogma è la prova della forza della fede, cioè dell'alienazione
oltretutto l'immacolata è un giono di festa pagato. prova togliere la paga lasciando la facoltà di fare festa e già molta fede vacilla
prova a togliere l'assegno mensile ai preti costringendoli a lavorare seriamente e aumenterebbero molti mal di pancia dottrinali
la razionalità non toglierà mai abbastanza ciccia al mostro, ma togliergli le "provviste" dovrebbe essere la prima misura di sanità pubblica
Mariolatria. Punto.
RispondiEliminaSe tutti nasciamo peccatori e senza grazia (a parte Lorella Cuccarini) è perché siamo umani.
RispondiEliminaQuindi o Maria non è umana o è un'umana prescelta dal divino (non Otelma).
Dobbiamo assumere che sia umana, se no casca tutta la storia della santità derivante dalla libera scelta di aderire alla volontà divina.
Se non è umana, è superumana quindi divina o quasi, per certo non avrebbe creato un figlio di carne e ciò sarebbe devastante per il credo.
Maria è umana, quindi, e priva di peccato per volontà divina. E' piena di grazie per volontà divina. Maria è costruita su volontà divina per uno scopo. Ma è umana, dotata di libero arbitrio.
Quindi poteva dire sì o no alla richiesta specifica di gravidanza divina.
Se Maria in regime di libero arbitrio avesse detto di no alle prospettive di Gabriele Angelo (lo scrivo così, non so quale sia il cognome dei due), sarebbe stata umana in una condizione di non umanità (senza peccato e piena di grazia), quindi pur non facendo la volontà divina poteva essere santa. Oppure in seconda istanza avrebbe portato dio a toglierle i doni della grazie e della immacolatezza, relegandola alla vita umana (ora, io non so che plusvalore abbiano i doni, ma se uno ti dice, fai così se no ti tolgo questo e quello, uno ci pensa, no?) o, ancor peggio, essendo dio particolarmente vendicativo, l'avrebbe mandata all'inferno a far compagnia a altri dotati di libero arbitrio che dissero di no.
Quindi tre prospettive: santa senza aver fatto la sua volontà, umana semplice, dannata.
In tutti i casi, dove più, dove meno, dio avrebbe sbagliato progetto.
Si potrà dire che dio non ha sbagliato progetto, ma ha lasciato libero arbitrio pur donando ex ante dei doni di santità a qualcuno che non ha fatto la sua volontà.
Dobbiamo quindi ipotizzare che, per quanto detto prima, non avendo sbagliato progetto, (dio non ne sbaglia, lascia solo la scelta per libero arbitrio) non ritirerà i doni (non ne avrebbe motivo, anzi dimostrerebbe di aver sbagliato), permettendo a Maria di essere una santa che non ha fatto il suo volere. Quindi cade l'impianto religioso cristiano.
segue...
2.
RispondiEliminaSe Maria avesse detto sì, era programmata o perché dotata di libero arbitrio? E' ovvio, per quanto detto prima che deve esistere un progetto, i doni sono dati da dio nell'ottica inevitabile che il progetto si compia come da progetto.
Qui non si tratta di Adamo ed Eva creati e abbandonati nell’Eden lasciati liberi di fare ciò che vogliono in pieno libero arbitrio con l’unico rischio per l’umanità, qui c’è di mezzo una santità regalata a priori e un rischio di divinità. C’è dio con un progetto specifico che può andare a monte. La creazione non ha progetto, questo di dare alla luce un pargol divin sì.
Il cristianesimo nasce dalla figura divina di Cristo, voluto da Maria e ottenuto grazie al contributo di dio. Ma è Maria che ha scelto se portare in terra e in carne dio. Quindi Maria ha il potere decisionale divino di creare dio. Quindi è venerabile come dea, ciò è incompatibile con l’assunto che non si avranno altri dei all’infuori di dio. Quindi si aprono due filoni:
-dio si affida ad una donna per il suo progetto lasciando a lei la decisone se portarlo a termine o no?
- cosa ne è della facoltà decisionale della donna, ovvero a che livello di santità la porta se ha più importanza di dio stesso nel portare a termine il progetto?
In entrambi i casi è opportuno che dio abbia la scelta finale, privando quindi Maria di libero arbitrio e garantendo il successo del progetto, l’unicità di dio e compagnia bella.
segue...
3. Il peccato originale nasce come ribellione a dio dettata dal libero arbitrio. Trasmessa come non si sa di generazione in generazione ai neonati che si presume potranno avere da grandi l’uso del libero arbitrio. In Maria, come detto privata del libero arbitrio dalla concezione, non può albergare il peccato. Però bisogna ribadirlo. È immacolata perché privata del diritto fondamentale di scegliere, ovvero ripulita di un peccato atavico che lei non commetterà, quindi inutilmente ripulita nel momento in cui è destinata al suo destino che non può non compiersi.
RispondiEliminaIl suo libero arbitrio, con la scelta di dare alla luce il figlio di dio, avrebbe riscattato il peccato originale. Invece no, deve nascere immacolata, privata del libero arbitrio, quindi schiava.
Perché non lo hanno capito ma ancor più grave è quel che ne deriva: senza libero arbitrio non può esservi traccia di santità.
Se la santità è scegliere di seguire dio, Maria non è santa, è serva di dio senza scelta.
stop.
Credo che Malvino volesse semplicemente rimarcare che se io prendo due affermazioni come dogmi, cioè le considero vere senza l'onere di dimostrarle vere, allora esse saranno vere tautologicamente e nessun argomento logico le potrà mettere in contraddizione l'un l'altra, visto che esse sono entrambe indipendentemente vere a prescindere dalla loro deducibilità.
RispondiEliminaSi potrebbe comunque suggerire che questo non sia strettamente vero (la non contradditorietà tautologica), se consideriamo un dogma come un postulato. È certamente vero che gli assiomi sono veri a prescindere dalle deduzioni logiche, ma ciò non toglie che essi possono essere presi separatamente veri solo se sono logicamente indipendenti. Se essi non lo sono, meglio se si dimostra che non lo sono, allora il sistema è incoerente. Per esempio io posso assumere come assioma A, e accanto ad esso assumere non-A come vero assiomaticamente. Avrei una contraddizione e quindi un sistema incoerente: potrei per esempio assumere come assioma (a) che due rette parallele non si incontrano mai, e come assioma (b) che due rette parallele si incontrano, ed arriverei ad un'assurdità nonostante la mia presunta (apparente) libertà di scegliermi gli assiomi a mio piacimento. I dogmi intesi in questo senso possono effettivamente contraddirsi l'un l'altro. Al che, se insisto che me ne frego e dico che sono comunque veri entrambi, posso farlo, e sarò incoerente.
Ma non se nell'assunto c'è già contraddizione in termini per ciò che non può reggere - insieme - due contrari. Infatti quando dici "parallele" stai già parlando di "due rette che non si incontrano mai": il termine "parallele" è già un assunto in (a). In altri termini - questo è l'irrisolto problema del 21enne - due dogmi NON possono essere articoli di fede (della stessa fede, cioè dello stesso sistema di fede) entrando in contraddizione: cade il sistema, anche lasciando al dogma il suo carattere di indimostrabilità (logica).
RispondiEliminaNon sono ancora sicuro che ci stiamo intendendo. Sono stato grossolano sulle rette parallele ma si potrebbe riformulare in modo tradizionale: (a) dato un punto esterno a una retta, esiste esattamente una retta parallela a quella data (cioè non incontrante essa in alcun punto, anche all'infinito); (b) non esiste alcuna retta parallela passante per quel punto (in soldoni, non esistono rette parallele tra loro, tutte le rette prima o poi si incontreranno). Sono due assiomi distinti, entrambi legittimi e privi di contraddizioni con gli altri assiomi euclidei, se presi separatamente, ma manifestamente incompatibili in concomitanza l'uno con l'altro. Se io fossi totalmente libero di assumerli entrambi li assumerei entrambi per veri. Ma non lo sono, se non sono disposto a rinunciare alla logica.
RispondiEliminaPer i dogmi potremmo fare un discorso simile: potrebbero contraddirsi logicamente. In astratto potrei dire che nessuno se ne era accorto prima. Ciò non toglie che, se la cosa mi disturba, posso rinunciare alla coerenza e affermare che sono veri a prescindere dalla loro eventuale contraddittorietà reciproca. In effetti tendenzialmente si fa così, come suggerivi in un altro post a proposito di Ratzinger: quando si giunge ad una contraddizione logica non si elimina la proposizione, ma si azzera temporaneamente la logica deduttiva.
Va meglio, ma credo che sia io a non spiegarmi bene. Il tuo argomento è debole su un punto: non è dato un sistema dogmatico entro il quale due dogmi presuppongano assunti in contraddizione. Ciascun dogma può poggiare sul nulla, sospeso in aria in virtù della sola fede, ma in aria non possono rimanerne due in contraddizione, pena il cedimento del sistema. Temo che il frainteso sia generato dal fatto che tu parli del/dei dogma/dogmi ed io della dogmatica in quanto sistema. Dato √-1=i (si riesca o no a "immaginare" la radice di un numero negativo), tutte le operazioni che contengano "i" saranno soggette all'obbligo della "coerenza" per reggere la relazione interna al sistema. Se sei privo di libero arbitrio e non hai peccato originario, non sei una donna e - insieme - il Theotocos: sei una buca del biliardo.
RispondiEliminaAllora, ho riflettuto tutt'oggi su questa cosa, facendo anche grafici e diagrammi di flusso.
RispondiEliminaHo capito che:
1. il libero arbitrio è postulato per ammettere la santità di Maria, se non avesse libero arbitrio non potrebbe essere santa;
2. il fatto che sia priva della macchia del peccato originale giustifica che non sia lei - donna umana salvata da dio - a salvare il mondo accettando dio nel grembo, rimandando questa incombenza al figlio sulla croce, nato anche esso senza macchia ma avendo natura anche divina;
da questi due assunti fondamentali deriva che:
Maria non aveva la macchia del peccato ma covava la possibilità di peccare*, quindi come tutti gli uomini poteva peccare di hybris, ma non ha peccato perché molto religiosa, impregnata di una fede che viene definita un dono divino...quindi Maria ha liberamente portato a termine il piano divino a lei riservato per via di un dono...interessato magari, ma un dono.
WOW!
Che ho vinto?
Birba!
RispondiEliminaPrendendo spunto dalla definizione di retta parallela, basta estendere l'argomentazione verso territori sin troppo gettonati, perché le cose si complichino a dismisura: basta cambiare geometria, da una piana a una sferica o iperbolica.
RispondiEliminaAlla compresenza dei due dogmi, il sistema cattolico non è incoerente: richiede semplicemente che due geometrie coesistano nello stesso luogo e nello stesso momento.
Perché il sistema torni a fondarsi basta dunque un nuovo dogma, magari mai esplicitato (la Chiesa si realizza nella Storia, ma noi siamo soltanto ad un punto della Storia; o, meglio ancora, ci viene in soccorso il mistero della fede), che sanzioni la compresenza nella stessa dottrina dei due dogmi in apparente contraddizione.
Non vi è alcuna contraddizione in un sistema nel quale - benché abbondino teologi che pretendono di poter utilizzare fino-ad-un-certo-limite la logica, e che si affannano a dare una definizione tutta loro di tale limite - intromettersi con la ragione sia in fondo superfluo.