L’Osservatore Romano di domenica 12 dicembre dà notizia della vestizione di quattro nuovi confratelli della Confraternita dei Parafrenieri. “Gentiluomini di Corte, addetti a mansioni di fiducia legate all’esercizio del potere papale, i Parafrenieri Pontifici (dal termine «parafreno» ossia cavallo da parata) erano figure simili agli Scudieri della corte imperiale o regia”, così sul loro sito web, dove si fa presente che “allo spirito di un tempo si è sostituita una nuova coscienza che dopo il Vaticano II ha assunto l’identità di una missione comunitaria di laici che vivono nel secolo trattando le cose temporali, ma ordinandole secondo i dettami della Chiesa”, e che insomma si tratta di un comitato d’affari protetto dalla Santa Sede. Non tra i più potenti, senza dubbio, ma con una importante traccia nella storia: la Confraternita commissionò al Caravaggio un quadro che poi rifiutò, ma che rimane la Madonna dei Parafrenieri. I confratelli ci tengono a rammentarlo, ma sul rifiuto dicono di “ragioni non ancora totalmente chiarite”. E qui, spiace dirlo, non ci siamo, non ci siamo proprio.
Passi che questi signori coltivino i loro interessucci travestiti da babà con la glassa, inammissibile che provino a far gli stronzetti con la storia dell’arte, perché le ragioni del rifiuto sono note, tutte nelle splendide pagine di Maurizio Calvesi (Le realtà del Caravaggio, Einaudi 1990 – pagg. 345-352): “L’ordine di rimozione non poté partire che dallo stesso Paolo V. […] Motivo ufficiale del rifiuto fu naturalmente […] la sconvenienza delle figure, ma il rigorismo perbenistico [del papa] e la sua concezione del decoro vanno intesi […] come difesa di una dignità sociale e di classe delle immagini. […] Attraverso la condanna della sconvenienza si condannava l’ideologia pauperistica”. Gesù e Madonna ritratti da pezzenti.
E perché ai tempi non era ancora di moda il minimal chic di Prada.
RispondiEliminaQuesti Parafrenieri più che altro sono dei "paraculi" infatti sul loro sito non precisano che l'opera fu donata al card. Scipione Caffarelli Borghese, una sorta di parente povero, ma a suo cugino ben più "Borghese" un certo Scipione che visse tra l'altro tutt'altro periodo storico.
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