Arriva una risposta ufficiale delle gerarchie ecclesiastiche a Rosy Bindi, che l’altrieri invocava l’intervento dell’autorità morale della Chiesa contro il “corruttore morale della società e della politica” (Ballarò, 14.12.2010). La risposta che le davo io, ieri, non era affatto dura: “continueranno ad appoggiare Berlusconi fino a quando sarà in grado di dar loro quanto chiedono”, scrivevo, e mi trattenevo dal quel “povera stronza” che è esplicito, oggi, nella risposta del cardinale Angelo Bagnasco. “Ripetutamente – fa notare Sua Eminenza a fine messa – gli italiani si sono espressi con un desiderio di governabilità e questo desiderio, espresso in modo chiaro e democratico, deve essere da tutti rispettato e da tutti perseguito con buona volontà e onestà”.
Se non riuscite a leggere il “povera stronza” nella risposta di Bagnasco, vuol dire che non avete confidenza col lessico delle gerarchie ecclesiastiche. Berlusconi ha stravinto le elezioni politiche del 2008, quelle europee del 2009, quelle amministrative del 2010 e nonostante tutto (per tutto è da intendersi proprio tutto) i sondaggi lo danno vincente in caso di elezioni politiche anticipate: fino a quando avrà il consenso degli italiani che lo vogliono premier, lo sarà. Visto che da premier non ha mai fatto uno sgarbo al Vaticano, perché il Vaticano dovrebbe volerne un altro?
“Corruttore morale della società e della politica”? Qui il Bagnasco si rivela assai più acuto della Bindi: Berlusconi è un prodotto della società e della politica, non è che l’italiano medio, appena più disinibito, appena più sfrenato, appena più compiaciuto di sé, della razza di peccatori che trovano simbiosi parassitata e parassitante con lo statuto antropologico del cattolicesimo, e perché dovrebbe star sul cazzo alla Santa Sede? A qualche vescovo, può darsi, ma si tratta dei vescovi ai quali la Santa Sede darà rilevanza se Berlusconi cadrà, quando cadrà: oggi sono liberi di parlare, ma solo fino a un certo punto, giusto per illudere i poveri stronzi del centrosinistra che c’è pure una Chiesa “democratica” e “progressista”, ma in pratica non contano un cazzo. Quello che conta – sempre – è trarre il massimo utile possibile dalle congiunture storiche: è così che si diventa eterni oltre quelle. Chi non riesce a capirlo si sforzi, chi non vuole capirlo si adegui.
Una delle poche indicazioni chiare del catechismo moderno, insomma: segui e proteggi chi fa i tuoi interessi.
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