lunedì 14 marzo 2011

Come una botta di culo dentro l’altra


Mai più un colpo di stato come quello effettuato dalle “toghe rosse” tra il ’92 e il ’93, questo è il fine dichiarato della epocale riforma della giustizia che preme tanto a questo governo. E sia ripristinato il primato della politica, com’era nella Prima Repubblica, spazzata via da una magistratura politicizzata che si sostituì alla volontà popolare, coartandola. Povero Craxi, povera Dc, parrebbe che Berlusconi voglia vendicarli.
Poi, ospite di Lucia Annunziata, ieri, su Raitre, Angelino Alfano si lascia andare: “La nuova classe dirigente di questo paese non ci sarebbe – dice – se non ci fosse stata [la stagione di Mani pulite]. Quindi io non ho recriminazioni per quell’epoca storica. Anche a titolo personale” (In ½ h, 13.3.2011 – 00:10.50-00:10:57). Sgusciato dal baccello: “Se la procura di Milano non avesse spazzato via la vecchia classe dirigente – quella che a Palazzo Piacentini ci metteva un Gullo, un Gonella, un Reale, un Rognoni, un Vassalli, un Conso – col cazzo che sarei Guardasigilli!”. Sottinteso, ma neanche tanto: “Il berlusconismo deve tutto a Mani Pulite”.
E ti rendi conto che ha ragione: Berlusconi starebbe ancora a scodinzolare dietro a Craxi. Bacerebbe la mano a lui, non a Gheddafi.  E allora, sì, tutto mi torna: i leghisti e i missini erano giustizialisti, la Fininvest cavalcò Mani pulite e Berlusconi offrì a Di Pietro un ministero, proprio quello della Giustizia, ancora nel febbraio 1994... Senza il colpo di stato delle “toghe rosse” sarebbe ancora un cliente, grazie a quel colpo di stato è diventato padrone.

Aspetta, dove l’ho letto? “L’uscita da campo di Berlusconi sarebbe come il fallimento di una grossa azienda i cui dipendenti non godrebbero di nessuna cassa integrazione. Non parlo della Fininvest, ovviamente. Lei ha mai contato quante centinaia e centinaia di persone Berlusconi ha tratto dal nulla e che nel nulla ritornerebbero nella ferale eventualità che il loro principale uscisse di scena? Che farebbero, sono i primi nomi che mi vengono in mente, i ministri Gelmini, Alfano, Bondi, Carfagna? E le centinaia di onorevoli e senatori, eletti come tanti cavalli di Caligola, che tornerebbero a non essere nessuno? E la cerchia di quelli che si sono salvati dalle patrie galere perché Berlusconi li ha fatti eleggere?” (Andrea Camilleri/Saverio Lodato, Di testa nostra, Chiarelettere 2010).
Ecco. Il tenero Angelino sta dentro a una matrioska, come una botta di culo dentro l’altra.

2 commenti:

  1. Assieme a questo documento il suo post spiega molto della politica italiana degli ultimi anni, carissimo dottor Malvino :)

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  2. Castaldi, sarò prevenuto ma io lo leggo come chi vuole lisciare il pelo a qualcuno dicendosene amico per poi sferrare una pugnalata alle spalle quando meno se lo aspetta.
    Mi suona molto excusatio non petita.

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