giovedì 17 marzo 2011

Il principio


Fermamente convinto, e da sempre, che sia ingiusto condizionare l’esito di un referendum al raggiungimento del quorum, Marco Beltrandi ritiene che l’ingiustizia debba essere rimossa, non aggirata. Per principio, dunque è contrario ad ogni accorpamento di un voto politico o amministrativo con un voto referendario, espediente che può servire a raggiungere il quorum, certo, ma rinunciando a metterlo in discussione, facendo così propria la logica di chi lo ritiene necessario per scoraggiare la pratica referendaria.
Un parlamentare non ha vincoli di mandato, perché dovrebbe esprimere un voto contro i suoi principi? E infatti Marco Beltrandi non l’ha fatto, e ha detto no all’election day che era proposto dal partito nelle cui liste è stato eletto, e il suo no è stato decisivo per far saltare l’accorpamento tra le elezioni amministrative e i referendum su acqua, nucleare, ecc.

Di cosa lo si può accusare? Oltre che legittimo, il suo comportamento è chiaro, onesto e responsabile. Perciò non si capisce che senso abbia quanto afferma a margine della vicenda: dice che non sapeva che il suo voto fosse decisivo, sennò non avrebbe votato contro, ma si sarebbe astenuto. Rinunciando a riaffermare il principio?

  

10 commenti:

  1. Forse, il Marco sta confondendo princìpi con prìncipi...
    Ad Maiora

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  2. Io penso che il quorum abbia il suo senso, ma non dovrebbe essere così determinanti e che dovrebbe essere in relazione con il numero di risposte favorevoli al quesito, per evitare che chi sostiene il No abbia un vantaggio significativo, incolmabile negli ultimi 20 anni (se ricordo bene l'ultimo referendum andato a segno fu nel '91).
    Perchè non ridurre il quorum in proporzione alla percentuale ottenuta da Sì?
    Esempio: se raggiungo il quorum basta il 50% più uno dei voti validi per far passare il referendum.
    Se la percentuale è fra 40 e 49,99% sia necessaria una maggioranza più marcata,es. 60% dei voti validi. E così via, 30% degli elettori - 70% della maggioranza.
    Ora, prendendo le cifre come indicative, in quest modo i prtiti sarebbero magiormente incentivati a schierarsi e il trucchetto dell'invito all'astensione sarebbe depotenziato.

    Per quanto riguarda i principi e il caso specifico lei è inappuntabile.

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  3. E se fosse semplicemente un coglione?

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  4. Secondo me l'unica motivazione valida per essere contrari all'accorpamento è non volere mettere insieme cose diverse in campagna elettorale.

    Le motivazioni di Beltrandi fanno sorridere. L'accorpamento non avrebbe certo impedito eventuali iniziative per abolire o abbassare il quorum.

    Mi ricorda coloro che si opponevano alla moratoria sulla pena di morte perché ne volevano l'abolizione.

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  5. questa me la lego al dito. c'è la possibilità di avere il quorum su cose importanti come l'acqua pubblica e il nucleare e l'On. Beltrandi si fa le pippe mentali. Penso pure che se ci fosse stato un referndum proposto dall'area radicale su qualche quesito tipo eutanasia, fecondazione eterologa etc etc col cappero che che si sarebbe permesso 'sta stronzata. e ho chiuso pure con i radicali. io non ne capisco niente di Costituzione, ma a quanto pare dice che i cittadini italiani non devono essere discriminati in base alle loro convinzioni politiche (tra le altre cose). la legge sui referendum, di fatto, lo fa. dicrimina il cittadino in base alle sue convinzioni. il cittadino che vuole abrogare la legge deve sperare che due condizioni si avverino: quorum raggiunto e voto positivo. l'altro cittadino non ha bisogno del quorum, anzi.
    e' possibile che nessun giurista/costituzionalista quadripalluto riesca a porre il problema del quorum come
    azione discriminatoria verso i cittadini, e quindi incostituzionale?

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  6. Mi ricorda un certo giudice Carnevale (aka "l'ammazzasentenze") che cercava il pelo nell'uovo per annullare interi procedimenti.

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  7. L'unico argomento che condivido con i Radicali è il Rientro Dolce. Iniziassero a praticarlo.

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  8. In verità, se ormai così spesso non si raggiunge il quorum è proprio perché esistono parlamentari che fanno questi ragionamenti e rendono una vita civile, che sarebbe più facile, volontariamente più complicata per il cittadino, a titolo interamente ed essenzialmente gratuito. Se io ho fame, vado dove c'è meno fila alla cassa, non c'è bisogno che io vada dove devo attendere 90 minuti per pagare, per dimostrare di avere bisogno di cibo per sopravvivere.

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  9. Pur senza che io lo condivida, anche a me il "principio" parrebbe più che rispettabile - sebbene costoso.
    Siamo però sicuri che, se l'intento del Beltrandi fosse realmente stato quello di manifestare la propria contrarietà a quello che considerava uno stratagemma per agevolare il raggiungimento del quorum, quella di aver votato a favore dello stratagemma di segno opposto sia stata davvero la scelta più limpida?
    Nel dubbio, pur nel massimo rispetto dei principî, il Beltrandi affanculo ce lo mando.

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  10. Chi è che diceva che la scelta è tra "niente e subito", o "tutto e mai"?

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