“Occorre che la maggioranza parlamentare presenti in Parlamento il suo progetto di legge costituzionale già anticipato nel programma elettorale”, così Rino Formica (Il Foglio, 10.3.2011). È un invito a rileggere quel programma, al punto che riguarda la giustizia:
“Perfezionamento dell’azione intrapresa nella legislatura 2001/2006 dal Governo Berlusconi, con il completamento della riforma dei codici, la definitiva razionalizzazione delle leggi esistenti e l’attuazione dei principi enunciati dalle sentenze della Corte Costituzionale, non ancora trasposti in atti legislativi”.
Sono passati quasi tre anni, e a che punto siamo?
“Attuazione dei principi costituzionali del giusto processo per una maggiore tutela delle vittime e degli indagati”.
Col processo breve, quale tutela sarebbe garantita alle vittime?
“Aumento delle risorse per la giustizia, con un nuovo programma di priorità nell’allocazione delle risorse: più razionalità nelle spese, più investimenti nell’amministrazione della giustizia quotidiana, a partire dalla giustizia civile”.
Non ci sono stati solo tagli?
“Garanzia della certezza della pena, con la previsione che i condannati con sentenza definitiva scontino effettivamente la pena inflitta ed esclusione degli sconti di pena per i recidivi e per chi abbia commesso reati di particolare gravità e di allarme sociale”.
Ammesso che sia un segmento della soluzione ai problemi della nostra giustizia, che si è fatto?
“Inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne; gratuito patrocinio a favore delle vittime; istituzione del Tribunale della famiglia, per garantire i diritti fondamentali dei componenti del nucleo familiare”.
Qui si è fatto qualcosa, sì, ma nulla che possa definirsi riforma costituzionale.
“Costruzione di nuove carceri e ristrutturazione di quelle esistenti”.
Evitiamo di entrare in argomento.
“Rafforzamento della distinzione delle funzioni nella magistratura, come avviene in tutti i paesi europei; confronto con gli operatori della giustizia per una riforma di ancor maggiore garanzia per i cittadini, che riconsideri l’organizzazione della magistratura, in attuazione dei principi costituzionali”.
Principi rigidissimi che rendono necessaria una riforma costituzionale per introdurre le modifiche volute dal centrodestra: non di attuazione, dunque, si deve parlare, ma di revoca. Siamo al fuori programma.
“Limitazione dell’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali al contrasto dei reati più gravi; divieto della diffusione e della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, con pesanti sanzioni a carico di tutti coloro che concorrono alla diffusione e pubblicazione”.
Si è tentato, giusto cielo, si è tentato. Ma pur con così larga maggioranza, poco o niente.
“Riforma della normativa anche costituzionale in tema di responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati, al fine di aumentare le garanzie per i cittadini”.
Campa cavallo.
“Completamento della riforma del Codice di Procedura Civile con snellimento dei tempi di definizione ed incentivi alle procedure extra giudiziali”.
Aggiornatemi sul punto, ne so poco: che si è fatto?
...un silenzio di tomba rispose alle parole di Castaldi... da lontano si sentì sempre più debole l'eco fioca che ripeteva
RispondiEliminaiente...iente..ente...ente...
Considerato che:
RispondiElimina1. l'Italia sta per morire seppellita da un debito pubblico fuori controllo;
2. buona parte di questo debito è causato da sprechi e ruberie;
3. di conseguenza sprechi e ruberie andrebbero perseguiti e puniti con severità da corte marziale e alto tradimento;
risulta chiaro che togliere potere e indipendenza alla magistratura, ci farà affondare definitivamente.