Luca ha visto alla tv (Blob – Raitre, 8.3.2011) un Ferrara d’annata nell’atto di dar fuoco al suo bollettino di pagamento dell’abbonamento Rai (Radio Londra – Canale 5, 14.2.1989) e si chiede se il Ferrara che a giorni esordirà su Raiuno con una rubrica quotidiana abbia avuto il buon gusto di rinnovarlo, e quando.
Luca non spreca alcuna indignazione sul gesto di 22 anni fa, perché sa che pretendere coerenza su un arco di tempo così lungo sarebbe troppo, ma si limita a chiedere se vi possa essere compatibilità tra il continuare a non pagare l’abbonamento Rai e lavorare per la Rai, pagato coi soldi della Rai, che poi sono i soldi di chi paga l’abbonamento Rai. In questo modo aggira ogni obiezione che potrebbe sollevarsi a una richiesta di coerenza, che è termine sfuggente e ambiguo col quale i cretini ritengono di poter crocifiggere un uomo alle opinioni che aveva ieri o l’altrieri, ma fa una richiesta di congruità logica. Infatti, per ciò che realmente conta sul piano di una retta argomentazione, “due affermazioni di una stessa persona in momenti diversi della sua vita possono essere presentate come incompatibili, se tutti gli enunciati di quella persona sono trattati come costituenti un unico sistema; se invece si tratta di diversi periodi della sua vita come non solidali tra loro, l’incompatibilità scompare” (Chaïm Perelman, Il dominio retorico, Einaudi 1981).
E tuttavia Luca non tiene conto di una cosa: ciò che fa “unico sistema” in Ferrara – e che lo rende perfino coerente – è il suo continuum, prima sotto la protezione di Craxi e dopo sotto quella di Berlusconi, contra rem publicam, della quale la tv pubblica è espressione sotto il controllo parlamentare. Il continuum, in Ferrara, c’è ed contro le prerogative del Parlamento. Dagli schermi della Fininvest, grazie a Berlusconi e in favore di Craxi, la Rai era concorrente. Oggi tutto cambia, ma è tutto uguale: grazie a Berlusconi (proprietario di Mediaset, concorrente della Rai) e in favore dello stesso Berlusconi (presidente del Consiglio che mira a erodere le prerogative parlamentari in vista dell’esautorazione di fatto), la tv pubblica resta concorrente, ma stavolta può essere avversata dal di dentro. Il mancato rinnovo dell’abbonamento sarebbe congruo, compatibile e coerente.
Se fosse necessaria controprova, basta scorrere la prefazione di Radio Londra (Leonardo editore, 1991), il volume che raccoglie i suoi interventi televisivi: “Non sono un giornalista [...] Non amo, anzi detesto, il giornalismo come professione [...] La prima regola di questo mestiere è compromettersi [...] La lotta politica moderna si fa sui giornali e alla televisione [...] La bugia professionale è il comune collante deontologico [...] Il giornalista che piace a me è complice e traditore, gentiluomo e ladro, confidente e spia”.
Se Luca che naturalmente come mio solito è tra le mie letture, non tiene conto di alcuni aspetti, probabilmente Luigi tu non ne tieni in conto altri. Per fare scopa, si aggiunga che contemporaneamente io stesso d'aspetti sinistri in questo rientro di Ferrara in Rai ne trascuro una moltitudine. Il primo potrebbe essere che la trasmissione si prodotta da Endemol (mediaset) il secondo, che la copertura finanziaria sia garantita dagli sponsor e lì sarà curioso capire quali siano, il terzo aspetto riguarda il fatto che milioni di italiani, spesso cattolici ferventi, pendono dalle labbra del Ferrara. La coerenza in questo quadro drammatico non ha sede, il profitto si, e forse pure l'audience.
RispondiEliminaMalvino e Lucas, come Bernini e Borromini.
RispondiEliminaNon considerate entrambi la possibilità che Ferrara all'epoca possa aver dato fuoco al primo bollettino, ma che lui o il suo commercialista abbia poi pagato al primo richiamo o saldato l'anno seguente per evitare seccature. In questo non remoto caso saremmo perfettamente dentro lo schema berlusconiano del giornalismo controcorrente che poi è difatto organico al potere e le sue regole.
RispondiEliminaquesta idea della discontinuità mi lascia perplesso.
RispondiEliminaciò che noi siamo è un'evoluzione o un'involuzione di ciò che eravamo, sempre in rapporto dialettico tra loro i vari segmenti della nostra esistenza.
ovviamente la mia è una sottigliezza, una cretineria nella sua piccolezza, ma comunque voglio sempre dire che noi siamo sempre "solidali" e un "unico sistema".
non chiedo a Ferrara coerenza perché nel frattempo il suo sistema si può essere evoluto, mica deve essere necessariamente stazionario.
"Il giornalista che piace a me è complice e traditore, gentiluomo e ladro, confidente e spia"
RispondiEliminainsomma, la puttana che è sempre stato.
ogni scarrafone è bello a se stesso.