venerdì 18 marzo 2011

“Der Jüngling ruft ihn an, verspricht ihm die hohe Summe”


Il 10 marzo mi sono intrattenuto sulla vicenda che ha preso le mosse da una lettera di Marta Herling, nipote di Benedetto Croce, pubblicata due giorni prima sul Corriere del Mezzogiorno. La signora accusava Roberto Saviano di aver attribuito al padre del filosofo, con intento strumentale (“mistificazione della storia e della memoria”), una frase che questi avrebbe rivolto al figlio quando entrambi erano sotto le macerie del terremoto di Casamicciola, nel 1883: “Offri centomila lire a chi ti salva”. Per reperire la fonte dalla quale lo scrittore aveva attinto (Ugo Pirro - Oggi, 13.4.1950) bastava consultare Google, e qualche giorno dopo se ne aveva conferma dallo stesso, ospite di Enrico Mentana al Tg7.
Polemica chiusa? Macché. Le critiche a Saviano non accennano a sopirsi. Possiamo riassumerle in ciò che scrive Giancristiano Desiderio, oggi, sempre sul Corriere del Mezzogiorno: “Saviano dimentica di dire alcune cose fondamentali: che la storia delle centomila lire non esce dalla bocca di Croce e neanche dalla bocca di Pirro. Dimentica di dire che l’intervista di Pirro fa riferimento a un cronista anonimo del 1883”.
Non troppo anonimo, in verità, perché Saviano lo identifica in Carlo Del Balzo, che infatti attribuisce quella frase al padre di Croce nel suo Cronaca del tremuoto di Casamicciola (1883). A Desiderio non basta: “Chi disse a Carlo Del Balzo, uomo politico e romanziere, che il povero Pasquale Croce disse al figlio l’idea delle centomila lire? Non lo sappiamo perché Del Balzo non lo dice. Ma è certo che non lo dice Croce dal momento che Del Balzo non afferma neanche che fu il primogenito del signor Croce a riportagli le parole del padre. Ciò nonostante, Saviano crede a Del Balzo e non a Croce. E forse nei prossimi giorni rivelerà un’altra fonte. Magari può citare Casamicciola di Dantone, sempre del 1883, ma non vi troverà nulla di buono per suffragare il suo racconto”.
Bene, qui Desiderio è in errore perché il brano citato da Pirro è tratto proprio dal volume di Ernesto Dantone, dove a pag. 143 si legge la frase: “Offri centomila lire a chi ti salva”. Questo potrebbe significare poco, se non fosse che il brano che contiene quella frase, prima di passare in Pirro (1950) e in Saviano (2010, 2011), è riportato in un giornale ad ampia diffusione come il Corriere del Mattino, il 31 luglio 1883, che indica la fonte nello stesso Croce, intervistato quando è ancora ricoverato in un ospedale napoletano. Anche qui, come nel 1950, nessuna smentita da parte dell’interessato.
Nessuna smentita nemmeno a quanto scriverà, un mese dopo, Woldemar Kaden: “Er soll dem Ersten besten hunderttausend, zweihunderttausend Francs bieten, wenn er sie rettet, nur nicht sterben, den Erstickungstod sterben. Es vergehen wieder Stunden, der Tag muss bald grauen, da kommt Jemand im hastigen Lauf heran. Der Jüngling ruft ihn an, verspricht ihm die hohe Summe” (Die Insel Ischia in Natur-, Sitten- und Geschichts-Bildern aus Vergangenheit und Gegenwart).


2 commenti:

  1. O.T.
    Occhio!
    http://www.lanazione.it/siena/cronaca/2011/03/14/473794-video_contro_papa.shtml

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  2. "Magari può citare Casamicciola di Dantone, sempre del 1883"

    Io interpreto questa frase nel senso che Desiderio è già a conoscenza della fonte (almeno adesso). Ammette la possibilità di questa citazione, mettendo però le mani avanti dicendo: "ma non vi troverà nulla di buono per suffragare il suo racconto". Insomma, dice che per lui non proverebbe nulla di più, vuole in qualche modo imboccare il lettore.

    Molto discutibile casomai la frase che ha attirato la mia attenzione: "Saviano crede a Del Balzo e non a Croce". Questa frase avrebbe senso solo al cospetto di una esplicita smentita da parte dell'interessato, che peraltro non vi è mai stata. Questa affermazione quindi è tendenziosa, perché sembra volerci portare fuori strada, implicando un contrasto di versioni che non esistito. Saviano può essere eventualmente accusato di credere facilmente a qualcuno e al suo racconto, ma non a qualcuno contro la parola di qualcun altro. Ma da buon narratore, preferisce credere alla storia come artificio retorico per raccontarne un'altra.

    Pur non essendovi certezza sull'effettivo pronunciamento di quella frase, chiaramente i dati sono maggiormente a favore che contro, "contro" non essendovi nessun indizio. Va considerato perché mai i giornalisti che riportarono quelle dichiarazioni di un giovanotto sconosciuto avrebbero dovuto inventarle, a che pro, per interesse di chi e cosa.

    Infine trovo veramente odiosa questa polemica e non ho idea di cosa abbia spinto queste persone a mettercisi dentro. Trovo poi che certi intellettuali del passato ci sia chi pretenda di trattarli come se ormai fossero diventati dei dell'Olimpo e dovessero essere citati solo come si cita un dio. Erano persone, per Madre Natura!

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