Tra 40 anni – forse anche meno – si spenderà più energia per estrarre greggio di quanta se ne potrà ricavare, e in pratica si potrà dire: “È finito il petrolio”. Potrebbero volercene altri 120 – secondo alcuni, ce ne vorranno dai 150 ai 200 – ma lo stesso discorso varrà pure per il combustibile nucleare.
Fonti energetiche alternative non mancano, ma anche chi pensa che il solo futuro possibile sia nel loro impiego ammette che non basterebbero a colmare il fabbisogno mondiale, non con questo indice di crescita della popolazione (tra meno di 50 anni saremo più di 10 miliardi), non con gli odierni standard di consumo pro-capite: non è un caso, infatti, che quasi tutti i paladini di sole, vento & biomasse abbiano un’idea di mondo diversa da quello che è, e ne vorrebbero uno meno affollato e dai più parchi bisogni.
Ma siamo in grado di pianificare un “rientro” demografico? Macché, neanche lo vogliamo. Riteniamo che il solo pensarlo sia un crimine contro Dio, perché il mondo è pieno di gente che ci crede, o contro la natura, che neanche sappiamo bene cosa sia, ma è certo che sia pure terremoti, maremoti, carestie, epidemie, ecc.
Non se ne parla: dobbiamo calcolare che saremo più di 10 miliardi tra meno di 50 anni, quando il petrolio sarà finito da almeno 10. Per allora sarà difficile convincere gli umani a più parchi bisogni, ma in qualche modo si dovrà farlo, non fosse altro che per l’aumento del costo dell’energia a fronte di un aumento della domanda. Potrebbe essere necessario l’uso della violenza fisica o almeno di quella psicologica, giocoforza.
Non è la soluzione definitiva, ma cos’altro ci consente di allontanare il più possibile uno scenario del genere? L’energia nucleare. Non è la soluzione definitiva e non è neanche una soluzione facile. Meno che mai adesso, con le notizie che arrivano da Fukushima. Ma non c’è altra via. O vogliamo parlare di “rientro” demografico?
È che, avendo bisogni tutt’altro che parchi, essendo abituati a poterli soddisfare a un costo relativamente basso, ci pare di aver diritto a inesauribile energia in assoluta sicurezza. In questo senso, il no al nucleare è isterico prima che ideologico.
Ci saremo costretti, non c’è altro da fare. Tanto vale concentrarsi sul farlo bene, ma coscienti che niente si ha per niente.
Inutile illudersi. Forse è solo irresponsabile.
RispondiEliminaImmaginare un mondo abitato da 10 miliardi di consumatori con stile di vita "americano" è semplicemente ridicolo. Il problema è quanti avranno accesso ai "diritti" e quanti saranno spinti alla morte per fame. Quello che troppo spesso si immagina è che siano sempre altri quelli che soffriranno e quindi il pensiero è "solidale", ma dovrebbe tenere conto che le dinamiche storiche non sono facilmente predicibili e alla solidarietà andrebbe affiancata la moderazione. La trasformazione di materia in energia è sicuramente un idea affascinante, ma i costi (di infiniti generi) spesso sono incalcolabili. Vorrei poter esprimere suggerimenti o soluzioni, ma riconosco che una visione talmente globale supera il mio "misero" cervello che è evoluzionisticamente impreparato. Forse socialmente potremo esprimere delle alternative. Lo sconforto è però, in questi momenti, davvero grande.
Un Sorriso
Problema che ci troveremo prima o poi ad affrontare, in qualche modo, quello della sovrappopolazione e della limitatezza delle risorse.
RispondiEliminaI nostri figli probabilmente, i nostri nipoti quasi sicuramente, fra 4-5 generazioni, diciamo per il trecentenario dell'Italia unita (o qualche anno dopo per il 150° della Padania indipendente) finalmente ci si potrebbe rendere conto della gravità della situazione
E perché non il rientro demografico? O anche e comunque il rientro demografico?
RispondiEliminaQuello della decrescita demografica è un principio saggio che andrebbe promosso, anziché bruciato presentandolo come ultima ratio da evitare, anche a costo di inghiottire il rospo atomico.
Per convincere me servono i numeri, e numeri non se ne vedono, per cui resto indeciso.
Quanto costa coprire tutti i tetti d'Italia di pannelli? E quanto rende? E quanto renderebbe l'investimento nucleare, spese di smaltimento incluse? E poi: quando finirà l'uranio? Chi comprerebbe un tir, progettando di pagarselo in 10 anni, sapendo di non poterlo più usare dopo due anni?
Si parla di tutto, fuorché di queste cose.
Preferirei ridimensionare il nostro fabbisogno energetico ed aumentare l'efficienza del nostro consumo piuttosto che vivere nel rischio di un'ecatombe nucleare...
RispondiEliminaCi sono soluzioni molto promettenti come il solare termodinamico, gli impianti di micro-generazione, l'edilizia ad alta efficienza energetica, le automobili elettriche o a idrogeno.
Oppure cambiare le nostre abitudini al consumo: comprare prodotti locali, di stagione, a basso impatto energetico.
Non sono un esperto, ma ho l'impressione che qualcosa si puo' fare (e si deve fare) per cercare di evitare la catastrofe.
L'uranio e' anch'esso limitato: forse con il nucleare sposteremo il problema in la' di qualche decennio, ma poi quando sara' esaurito saremo al punto di partenza, e con molte scorie radioattive in piu'. Tanto vale trovare adesso una soluzione sostenibile.
Dici? Forse hai ragione. Che sarà mai vivere tappati in casa, come consiglia oggi il primo ministro a tutti i giapponesi che vivono nel raggio di 30 km da Fukushima. Abbiamo la tv, la playstation, vivere in casa si può!
RispondiEliminaMa così fra 250 anni non si riproporrà il problema?
RispondiEliminaE parlare di rientro demografico sarà allora più facile?
Comunque questo post è un bel "memento".
è la prima volta che dissento con un tuo post, ma c'è una prima volta per ogni cosa.
RispondiEliminasono antinuclearista da più di 20 anni, da quando, più o meno, ho avuto abbastanza raziocinio per analizzare il problema, quindi la catastrofe in Giappone non ha cambiato di una virgola la mia posizione, l'ha solo ulteriormente confermata; e sono arrivato alla conclusione che il NO al nucleare è uno dei "miei" principi non negoziabili (potrò averli anch'io?).
La mia opinione poi è accentuata dal vedere che chi vuole le centrali affronta la questione alla cazzo di cane, chi per interesse, chi per ignoranza.
Tu fai un discorso diverso ma comunque poco condivisibile perché fra i due scenari io preferisco il primo, un graduale e forzato ridimensionamento dei nostri bisogni piuttosto che la contaminazione di centinaia di migliaia di persone e vastissime zone inabitabili per chissà quanti anni.
Senza contare che la catastrofe nucleare non è solo quando un reattore collassa ma anche i 200.000 e oltre metri cubi di scorie radioattive all'anno che nessuno sa come neutralizzare.
Il nucleare in Italia sarebbe una spesa enorme senza fine caricata sulle bollette dei cittadini per avere fra vent'anni una bomba ecologica che produrrà, con una fonte che sarà quasi terminata, poca energia (4 centrali nel 2020 soddisferanno il 10% del fabbisogno energetico)
Ma di cosa stiamo parlando?
Il NO al nucleare non è né isterico né ideologico ma solo logico.
scusa la lunghezza del commento
Quindi dovremmo spendere enormi risorse per costruire una tecnologia che ci assicurerà qualche anno in più di benessere (trascurabile visto che le stime sul petrolio citate vanno da 40 a 200 anni).
RispondiEliminaIn compenso consegnamo alle sovraffollate e povere generazioni future anche i costi di smaltimento e smantellamento di centrali e scorie nucleare per i prossimi (a voler essere buoni) centinaia di anni.
In poche parole mi assicuro la lavastoviglie per gli ultimi dieci anni della mia vita (stimando che le centrali nucleari durino 50 anni, sempre cercando di essere buoni) e in cambio aggiungo un ulteriore peso sulle spalle dei miei figli. Proprio una bella idea. Lungimirante aggiungo.
L'idea è buona per giustificare il mantenimento delle centrali già esistenti. Posso anche essere d'accordo, ma un piano di investimenti trentennale su questa tecnologia serve solo a distogliere risorse da altre possibili soluzioni.
Non è detto che le energie alternative non siano in grado di coprire tutto il fabbisogno. Considerando solo il fotovoltaico e assumendo il rendimento attuale del 12%, sarebbe in grado di fornire il doppio dell'energia consumata nell'anno 2005 se venisse applicato su una area di 1.6 Mkmq. Si tratta di un'area molto grande, ma corrisponde solo allo 0,3% dell'area della superficie terrestre. Parchi fotovoltaici potrebbero essere applicati in zone desertiche arrecando danno quasi nullo all'ambiente, in tutte le superfici già occupate dall'uomo e anche sulle acque degli oceani. L'area di 1.6 Mkmq corrisponde a circa un decimo di quella che attualmente viene destinata all'agricoltura, se si usassero OGM per aumentare l'efficienza delle colture si potrebbe evitare di estendere ulteriormente i terreni agricoli e anzi destinare a nuovo uso quelli attualmente esistenti, magari restituendo anche parti alle specie selvatiche.
RispondiEliminaRicordo che ho assunto un'efficienza dei pannelli al 12%, potrebbe benissimo aumentare nel prossimo futuro.
Ho inoltre considerato solo il fotovoltaico, l'eolico è già molto importante ora e le biomasse di seconda generazione (quelle in grado di sfruttare la cellulosa e non più amido o materie grasse) sono molto promettenti.
Non nego l'importanza strategica del nucleare, potrebbe essere di aiuto nella fase di transizione dai fossili alle rinnovabili, se però si fanno le cose per bene non sarebbe necessario.
Capitalismo, ovvero continuare a rimandare la soluzione dei problemi finché questi ti scoppiano in faccia, perché pianificare è ideologico. Chiamasi anche fase adolescenziale, ma prima o poi l'umanità dovrà pur diventare adulta e superarlo 'sto cazzo di capitalismo.
RispondiEliminaCommento telegrafico. Se con energia nucleare intendi la fusione, sono d'accordo. Se intendi la fissione, assolutamente no.
RispondiEliminaMa perché, qui in Italia si vogliono fare centrali nucleari?
RispondiEliminaNon è che si vuole semplicemente colare cemento?
@weissbach: Magari. Oltre al cemento si vogliono consolidare poteri economici e strategici.
RispondiEliminaAh, meraviglioso il nucleare gestito prima dai palazzinari e poi dalle cosche. Se c'e' un paese che veramente il nucleare non se lo puo' permettere, questo e' proprio l'Italia.
RispondiEliminaBreve info per chi chiede i pannelli solari fotovoltaici: sono una truffa.
RispondiEliminaUn pannello fotovoltaico, nel corso della sua vita utile, non riesce a produrre NEMMENO LA QUANTITA' DI ENERGIA (complessiva) che è servita a costruirlo. L'energia cioè necessaria per estrarre le materie prime, lavorarle, raffinarle, fonderle, e poi passo dopo passo realizzare i pannelli. Tutto questo ha un COSTO e necessita di ENERGIA, che il pannello prodotto NON RIUSCIRA' A GENERARE nel corso della sua vita utile.
Io sono sempre stato favorevole al nucleare (della serie: brutto ma necessario).
RispondiEliminaPoi ieri ho ascoltato l'intervista a un ingegnere (finalmente!) che ha passato la vita a costruire centrali nucleari. Costui, con la massima naturalezza, ha affermato che tutte le centrali nucleari sono afflitte dal medesimo tallone d'achille: ovvero nel momento in cui vengono SPENTE, hanno bisogno di un CONTINUO ed ENERGICO raffreddamento per almeno 1-2 settimane. In assenza di questo raffreddamento, il nocciolo fonde e si ha l'effetto chernobyl, senza se e senza ma. E' semplicemente inevitabile.
Ebbene, cosa hanno previsto i costruttori di centrali nucleari per questo INDISPENSABILE raffreddamento? Pompe, motori elettrici, generatori diesel di emergenza, batterie... tutte cose che, in caso di terremoti o inondazioni, possono rompersi o risultare inutilizzabili. E oplà, mi scoppia la centrale nucleare.
Ma dico: la prima cosa che mi viene in mente, sarebbe di posizionare il reattore due-tre metri sotto il livello di un bacino d'acqua, e in caso di emergenza, un colpo di martello e si fa saltare una chiusa, e l'acqua del bacino allaga il reattore e lo mantiene freddo! altro che pompe e motori elettrici. Quante lauree ci vogliono per pensare a sistemi SEMPLICI e sicuri?
Ero favorevole al nucleare, ma d'ora in poi voglio dare almeno un'occhiata ai progetti.
Anonimo dici puttanate (diachiara le fonti), l'EROEI del fotovoltaico è sicuramente maggiore di 4, alcune stime arrivano a oltre 30. http://www.theoildrum.com/files/PV_table.PNG
RispondiEliminaIl payback è intorno ai due anni di esercizio per il silicio policristallino e intorno a un anno per i pannelli a tellururo di cadmio (DOI: 10.1002/pip.706).
All'Anonimo tecnoligizzato di poco addietro, che usa le maiuscole per attribuire enfasi alle parole: potrebbe avere la cortesia di indicarci le fonti a sostegno di quanto afferma? O anche, se qui può abbozzare un calcolo esplicito?
RispondiEliminaVeniamo adesso al tema del post: il decremento demografico è senza dubbio un elemento degno di riflessione, in considerazione delle risorse alimentari perfino prima che di quelle energetiche.
Sulla questione energetica nucleare io stesso da tempo ancora non riesco a formarmi un'opinione finale: da un lato una serie di indubbi problemi di rischio e gestione, dall'altro il metodo, almeno all'oggi e nell'immediato, più efficiente di produrre energia senza inquinare l'aria (nessuno dice mai che la Francia tra i paesi avanzati è l'unico con una curva recente di decrescenza di inquinamento per CO2, proprio in parallelo all'enorme sfruttamento di energia nucleare).
Ci sono comunque altre strade ancora da sfruttare a livello tecnologico, come il decremento di consumo e la ricerca spinta per la realizzazione di apparecchi a basso consumo (ma a questo purtroppo si contrappone costantemente l'aumento numerico e diversificato di utensili).
Io comunque non metterei in contrapposizione le due cose, demografia e produzione energetica, anche perché l'aumento di fabbisogno energetico cresce molto più rapidamente di quello demografico e quindi non verrebbe risolto del tutto con in controllo di quest'ultimo.
@anonimo: quello che dice è assolutamente falso. Era vero 10 15 anni fa, quando il solare era ai primi passi. Oggi il saldo energetico dei pannelli solari è positivo e migliora di anno in anno. Senza contare le nuove frontiere che producono "pannelli" senza l'utilizzo di silicio, ma con materiali simili alla plastica. Informazioni vecchie, mi spiace, col solare bisogna tenersi aggiornati, è un campo in espansione.
RispondiElimina@ Garbet
RispondiEliminaCredo che tale bacino dovrebbe essere bello grosso e potrebbe (forse, eh) nemmeno bastare. Inoltre una soluzione del genere potrebbe portare enormi sforzi teconogici, e probabilmente relativi rischi, per il fatto che non è che la centrale la puoi mettere sotto vuoto: devi metterci i generatori, il personale, fornire ossigeno, mantenerla operativa. A quel punto io la metterei qualche centinaia di metri dentro una montagna e se fonde il nocciolo chissenefrega, no? Io prima ci rishciare di contaminare un bacino ci penserei un po'. Comunque credo che se non hanno risolto questo rischio è perché le hanno sicuramente già pensate di tutte: se non si provano è o perché impraticabili, o straordinariamente sconvenienti, o perché impossibili.
Devo precisare che l'acqua non è il solo rimedio: diciamo che ciò che contiene il nocciolo è rivestito in modo che anche la sua fusione dovrebbe essere contenuta. Questo però è un po' meno vero per le vecchie centrali.
Quanto
RispondiEliminaEh, eh, eh. Lasciate fare all'evoluzione, la "mano invisibile" della natura. Quando il numero degli esseri umani presenti sulla terra supererà ogni limite di sostenibilità e si sarà dato veramente fondo ad ogni risorsa, si svilupperanno due generi principali d'individui, uno dei quali imparerà a nutrirsi dell'altro, come nei peggiori film di Romero o in qualche recente sci-fi e con buona pace di generazioni di filosofi morali.
RispondiEliminaCosì l'equilibrio sarà tosto ristabilito.
Sarei solo curioso di conoscere quali motivazioni i "sacerdoti" della specie evolutasi in cannibale utilizzeranno per giustificare il comportamento dei propri simili. Nel mentre gli altri, quelli che fungeranno da menù, erigeranno statue a imperitura memoria di tale Ratzinger, raffigurandolo con un bel pacchetto di preservativi su per il culo.
Io me ne frego, tanto sarò sicuramente morto e sepolto.
Visto che i pannelli fotovoltaici sono così convenienti, allora mi chiedo per quale strana ragione vengono usati i soldi pubblici per regalarli ai privati che si installano i pannelli sul tetto di casa propria (i privati ricchi, giacchè quelli che abitano nei condomini-alveare delle case popolari ovviamente non possono). Se veramente i pannelli fossero convenienti, allora lo Stato spenderebbe i soldi pubblici per costruire centrali fotovoltaiche per produrre elettricità per il bene di tutti, no?
RispondiEliminaMa forse sono io che non capisco, eh.
All'Anonimo.
RispondiEliminaAssumo che tu sia quello di qualche giorno fa, chiamato in causa da più d'uno di noi.
Le fonti solari sono sicuramente tra le più "pulite" ed anche con margini (incogniti nella misura) di evoluzione. Ma costano certamente più di ogni altra fonte, a partire dal doppio almeno. Sono quindi decisamente poco convenienti, all'oggi, comparate alle altre fonti. Su questo non vi è ombra di dubbio e questo spiega il senso dei finanziamenti pubblici (si tenga comunque conto che noi l'energia importata non la paghiamo a costo netto di produzione).
Ma dire questa cosa, aderente ai fatti, è cosa totalmente diversa dall'affermare l'assurdità che i pannelli fotovoltaici costino più energia di quanta ne producano nell'intero ciclo (vorrebbbe dire che sprechiamo un 1% circa di energia prodotta per produrre pannelli solari, risibile). In più d'uno, e giustamente, ci siamo scagliati contro questa falsità, perché dire il falso non contribuisce al dibattito in alcun modo. Le persone dissennate forse non colgono la differenza, tra l'affermare che il solare conviene (economicamente) molto meno di altre fonti e il sostenere che costi più energia di quanta ne ritorni, ma noi qui cogliamo la differenza. A casa mia la verità della prima affermazione non rende condonabile la seconda.
Da decenni favorevole al nucleare.
RispondiEliminaNon entro in alcuna questione, ché sarebbe troppo complicato: sono favorevole ad una sua installazione e ad un suo graduale phasing out entro un mezzo secolo o poco più. Černobyl' ce l'ha messo tra le natiche a tutti, e i radicali sono stati i peggiori sul tema; anche l'altroieri hanno riproposto dei tristissimi appelli antinuclearisti, in cui interveniva persino Rubbia, e nei quali ovviamente si citavano dati di quindici anni fa, associati ad ideologiche prese di posizione di venticinque anni fa.
Cioddetto, tanto per aggiungere un minimo d'altra carne sul fuoco, temo che chi dà per spacciato il nucleare a causa dell'esaurimento delle scorte d'uranio sottovaluti quel simpatico effetto che va sotto il nome di Scommessa Simon-Ehrlich (per inciso, Malvi': lo sottovalutò pure Ceronetti; ecco perché, per quanto sia in linea con te sul nucleare, non sono d'accordo con la tesi di fondo dell'esplosione demografica che ne giustificherebbe il ricorso [se non regionalizzata - ma a quel punto, all'esplosione siamo sin d'ora, basti pensare all'Egitto] ).