giovedì 25 marzo 2010

Critica cinematografica nel mentre si gira


L’entrata di Marco Travaglio è da rifare, la scena è venuta di schifo. Andatura meccanica, disinvoltura zero e poi, mio dio, quella borsa da magistrato ambulante, da cavadenti a domicilio. Rifare, rifare, e date all’eroe una Spalding & Bros., meglio se a tracolla, ché stropiccia divinamente la giacca di velluto. E soprattutto dite all’eroe di essere più sciolto, ché pare abbia inghiottito l’asta di un trombone.

Musica. Non male, ma la telecamera era poco empatizzante sui primi piani.

Sul numero di Cornacchione ho una sola perplessità: ma Cornacchione – esattamente – a chi piace? A me pare un Maurizio Milani da sobrio, ma ancora mezzo stordito. Se devo fare il critico cinematografico nel mentre si gira, ehm, direi che anche stavolta Cornacchione mi fa cagare. Al montaggio va via.

Pezzo di Travaglio: può andare ma, potendolo rifare, dite all’eroe di non proporzionare la captatio all’ampiezza della platea del pubblico presente. Un’arena come quella scalda e strappa qualche cedimento al gigionismo, sia, ma la peculiarità dell’evento multimediale impone una certa solennità. Solennità, però, non rigidità – diteglielo.

Floris ha un bel completino, che solo chi davvero ama il cinema avrà capito essere una citazione: è copia esatta del terzo da sinistra nella scena di American gigolò in cui Richard Gere abbina cravatte, camicie e giacche, non so se adesso avete presente.

Prima ancora che inizi a parlare, mi alzo in piedi per tributargli il rispetto che merita. Appena ha finito, Daniele Luttazzi mi pare valga tutta la serata. Perfetto.

Basta, mi rifiuto di fare la critica cinematografica ad un film in cui recita Morgan.

8 commenti:

  1. Quello che Cornacchione sa fare meglio?
    Morire

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  2. ps ovviamente intendevo luttazzi. lapsus giuridico

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  3. concordo. daniele è l'unico vero "intellettuale" del gruppo.

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  4. Luttazzi è un grande. Ma perchè criticare tanto Travaglio? In fondo non è un animale televisivo. E' un giornalista, che si sforza di portare il giornalismo in televisione, a beneficio dei milioni di italiani che non leggono nè giornali nè libri. Va valutato con questo metro.

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  5. Onestamente, ho apprezzato anche il "ritratto" di Mario Monicelli. Lei, Malvino, che ne dice?

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