martedì 2 agosto 2011

Turiddu Ambrogio


Mi sono limitato a segnalare solo un passaggio dell’articolo di Magdi Allam apparso su il Giornale domenica 24 luglio (La strage in Norvegia – Il razzismo è l’altra faccia del multiculturalismo), e senza alcun commento. Pare, invece, che abbia ricevuto una valanga di accese criti­che e anche qualche violenta mi­naccia”, sicché “ho dovuto de­nunciare alle competenti autori­tà – informa chi lo firmava – i messaggi che incitavano apertamente ad odiarmi, a di­sprezzarmi, a radiarmi dalla so­cietà civile, qualificandomi co­me talebano, razzista, fascista, nazista, sentenziando la mia condanna all’ergastolo sbatten­domi in galera e lanciando la chiave nell’oceano, perché sa­rei il peggior nemico dell’Italia e dell’Europa, il sommo tradito­re di tutto, degli arabi e dei mu­sulmani, ma anche degli italia­ni e dei cristiani, un rinnegato che immeritatamente è riuscito a spac­ciarsi per giornali­sta e poi per politi­co, ma che in re­altà è so­lo un ignoran­te e un fa­natico” (il Giornale, 1.8.2011). Stupisco nell’apprenderlo, perché l’articolo era semplicemente cretino. Davvero in così tanti l’hanno ritenuto razzista? Cretini pure loro.
Quell’articolo andava letto in controluce, senza badare troppo alla sconclusionata tesi che tentava di dimostrare (“multiculturalismo e razzismo sono di fatto due facce della stessa medaglia”), considerando solo il vizio psicologico di fondo: era l’apologo del siciliano andato a vivere a Milano che, dopo essersi liberato a gran fatica del suo pesante accento palermitano, si lamenta in perfetto dialetto milanese dei troppi siciliani in giro, senza dubbio tutti mafiosi.
Così va letto pure l’articolo di ieri: sempre in perfetto milanese, il tizio tiene a precisare che rispetta i siciliani, ma ha tutto il diritto di muovere rilievi critici alla sicilianità. E poi: la mafia non è cosa siciliana?
Sì, ma lui? Non è la prova vivente che non tutti i siciliani sono mafiosi e che l’integrazione passa attraverso la tolleranza e il rispetto delle differenze? Non si chiamava Turiddu, forse, e adesso si chiama Turiddu Ambrogio?


3 commenti:

  1. Se Magdi fosse una persona intelligente è di questa analisi che dovrebbe avere paura

    RispondiElimina
  2. Il bello è che Allam smentisce se stesso: proprio il suo caso mostra che l'identità è quella che si sceglie, secondo un processo aperto, basato sulla discussione e per definizione dinamico e multiculturale, e non quella in cui si nasce e che non si può discutere. Poi un cretino si sceglie un'identità cretina, perché come tutti i cretini è una persona coerente.
    Noi che sosteniamo, con qualche argomento, di non essere cretini, e che dimostriamo di non esserlo proprio perché sosteniamo degli argomenti, dovremmo riprendere la grande discussione che ci fu in Germania sulla Bildung, nel primo ventennio del secolo scorso, non a caso vista come il fumo negli occhi tanto dai preti quanto dai nazionalisti e dai loro epigoni perversi in camicia bruna.

    RispondiElimina
  3. Questi sono gli argomenti da evitare, che danno idee sbagliate e pericolose a giovani e non tanto giovani con idee un po’ strane. Penso che il multucuralismo è ad oggi una realtà a cui dobbiamo fare fronte con rispetto, comprensione e opportunità per tutti, anche perché la maggior parte delle società ha dovuto muoversi, nella storia, cercando una vita migliore.
    In una società come questa, assolutamente globalizzata, o impariamo a convivere oppure siamo condannati a fracassare. Sarà meglio se tutti quelli che pensano di essere superiori iniziano a guardare in giro.

    RispondiElimina