mercoledì 3 agosto 2011

In un punto

Cos’ha detto di nuovo, Silvio Berlusconi? Niente. Il momento è difficile – ha detto – ma la crisi è internazionale, viene da fuori, e comunque noi non stiamo messi così male, basta un pizzico di ottimismo e un po’ più di fiducia in lui, ma da parte di tutti, anche delle opposizioni, così si dà al mondo l’impressione di essere forti, uniti e determinati. Basta col disfattismo – ha detto – sennò ci si tira addosso la sfiga. Qualcosa si farà – ha detto – ma molto è già stato fatto, da lui. Cose già dette cento volte, mentre il debito pubblico non accennava a diminuire e di crescita non si vedeva un accenno.
Ha letto il solito discorso ormai logoro, ambiguo qui, vago lì, sostanzialmente vuoto. Ma in un punto, almeno in un punto – nell’unico in cui ha parlato a braccio, per rispondere a una provocazione che gli giungeva dai banchi delle opposizioni – ci è apparso nudo: è stato quando ha ricordato che ha tre aziende quotate in Borsa e che quindi è avvinto alle sorti del Paese, le sente, le soffre. Spogliandosi dei vestiti inesistenti che servi e ruffiani gli hanno cucito addosso, ci ha mostrato il suo enorme conflitto d’interessi, ormai fatto simbiotico alla crisi di sistema.  

1 commento:

  1. Esattamente la stessa che ho pensato quando l'ho letto su rep.it.

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