mercoledì 31 agosto 2011

Te Deum


Fino alla scorsa settimana, muoveva critiche all’alleanza corsa in soccorso dei ribelli e premeva perché si aprissero trattative con Gheddafi, come nemmeno più Frattini. Era contro ai bombardamenti, come nemmeno più Calderoli: “Da quando sono iniziati abbiamo dovuto ridurre il numero delle funzioni religiose”, e poi: “Non è vero che le bombe siano destinate solo a Gheddafi e chi lo sostiene”, e ancora: “Invece di buttare bombe bisognerebbe aiutare la Libia ad avere un futuro”.
Come? Monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico a Tripoli, non doveva avere una risposta convincente, rompeva solo il cazzo, e lamentava: “Il mio appello è stato rigettato quasi con disprezzo”. Poi, oltre al disprezzo, qualcuno deve avergli fatto capire che era meglio se stava zitto, e deve averglielo fatto capire in modo assai convincente, perché con la scusa di aver bisogno di cure urgenti fuggiva in Italia e dall’Italia seguiva trepido le sorti del suo gregge.
Dall’Italia, mentre i bombardamenti stanavano Gheddafi dal suo bunker e lo costringevano alla fuga, le cose libiche mutavano di colpo prospettiva e Sua Eccellenza oggi sembra più sereno: “Sto finendo le cure e spero di rientrare presto a Tripoli, tra la mia gente”. Pronto ad officiare un bel Te Deum

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