mercoledì 10 agosto 2011

“Guardate come ce l’ha piccolo! Guardate come ce l’ha moscio!”



Non so se conoscete quella dell’avvocato che difende un novantenne accusato di stupro. Storiella scema, ma oggi può tornarci utile. E dunque, l’avvocato fa abbassare i pantaloni al suo cliente, gli prende in mano il pene grinzo e flaccido, lo mostra alla giuria e chiede: “Ma vi pare che con un pene simile si possa commettere uno stupro?”. Qui, avendo colto sui volti dei giurati l’effetto desiderato, già certo dell’assoluzione dell’imputato, si accalora nell’arringa: “Guardate come ce l’ha piccolo! Guardate come ce l’ha moscio!”, e accalorandosi scuote e strapazza il pene del suo assistito. Fino a quando quello gli sussurra in un orecchio: “Avvocato, io direi di smetterla, sennò perdiamo la causa”.

Bene, con Ferrara che difende Verdini, ci troviamo in situazione analoga: Verdini avrebbe dovuto attenersi a un codice di prudenza, di riservatezza e di astensione da pressioni e richieste di informazioni che le intercettazioni, unico riscontro probatorio in campo, segnalano. Ma tutto questo cos’è? E’ un processo serio per associazione a delinquere, basato su reati accertati, cose realizzate, ipotesi chiare di concussione o di ostruzione della giustizia? […] C’è per Verdini qualcosa di diverso da una eticamente discutibile propensione a mescolare politica e lobbismo? C’è un reato? Occuparsi del lodo Alfano, cercare di sapere in anticipo gli orientamenti della Corte, dare spazio a qualche più o meno goffo o sinistro maneggione che assicura di essere in possesso di contatti utili, è reato? Il familismo amorale, in un caso, e la spregiudicatezza nel raccogliere informazioni sensibili intorno al contenuto decisivo della politica contemporanea, e cioè l’orientamento delle Corti in fatti di alta politica istituzionale, sono comportamenti criminali, integrano il reato associativo, già di per sé molto discutibile, con le severe conseguenze del caso? Promuovere l’eolico con un paio di telefonate di raccomandazione a un presidente di regione del tuo partito e un invito a pranzo di piccoli uomini d’affari, senza peraltro realizzare alcunché, è roba da benefattori dell’umanità o roba da gangster?” (Il Foglio, 10.8.2011).

“Basta così, Giulia’, basta così – sembra di udire il povero Denis sennò conviene andare a patteggiamento”.


5 commenti:

  1. Io quella dell'avvocato non l'ho mica capita...
    Il ragionamento di Ferrara è stupendo. In poche parole fa' per i magistrati metà dell'opera, ammette l'intenzione di delinquere, lasciandogli da provare che ci sia riuscito!

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  2. @ Randolph Carter
    Mi pare che ammetta un po' più dell'intenzione: i capi di accusa ci sono tutti (associazione segreta, corruzione, peculato, turbativa d'asta, ecc.). In quanto alla storiella, che - ripeto - è scema, ci mostra un avvocato che è certo sia impossibile provare ciò che sfida a provare.

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  3. Ormai sono tutti senza più freni inibitori. Come Silvio, che in diretta TV ha confessato a tutti gli italiani di essere proprietario di aziende quotate in borsa, dopo che per anni aveva sostenuto di averle cedute e di dedicarsi solo al bene del paese. Per non parlare del consiglio di investire nelle sue aziende... qualcosa tipo aggiotaggio o insider trading, scavando, potrebbe venir fuori?

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  4. L'arte del silenzio, questa sconosciuta.

    Ferrara è troppo furbo per non averlo fatto di proposito, conscio che lo leggono più i suoi obiettori che quelli che lo stimano.

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  5. Ammetto che al sesto anno di Canada, di GrassoCheCola Giulianone Ferrara quasi non mi ricordavo più. Lo vedi che, dopotutto, Dio c'è? ;-)

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