Quando lo stato vuole ficcare un sondino in gola a chi non vuole, piazzare un prete a sentinella di uteri ed ovaie, schierare motovedette in mare a difesa della razza, Marcello Pera non si sente o, se si sente, è per spiegarci che la vita è indisponibile, che l’ovocellula fecondata è persona e che il meticciato insidia l’occidente. Quando però “lo stato vuole mettere le mani nelle nostre tasche”, ecco che si sveglia il liberale e grida al tradimento: “È contro i nostri principi”, sottinteso: “principi liberali” (Libero, 17.8.2011). Sarà che arriva alla Facoltà di Filosofia dall’Istituto di Ragioneria, via banca e camera di commercio, sicché il liberalismo gli è venuto guercio.
In Italia non esiste una cultura liberale. Basti pensare che la parola libertà è presente in tre schieramenti politici (PdL, FLi e SEL) diversi tra loro. E' una parola con cui ci si riempe la bocca a cazzo.
RispondiEliminaC'è poi la categoria dei "sedicenti liberali" a cui appartengono una serie di esponenti della borghesia medio-alta. Cosa hanno di liberale? Nulla, i loro tratti salienti sono l'essere di anti-sx e, come diceva Boldrin, "una paura storica per la redistribuzione di ricchezza e potere".
Ora che la morsa fiscale sembra debba andare (finalmente) anche su qualcuno abbiente ecco che spuntano i "sedicenti liberali" come funghi.
L'altro solone? Quel genio di Paolo Guzzanti, quello che scrisse qualche settimana fa su IlGiornale, che è facile fare "l'ideologia anti-ricchi". Uno che si professa liberale dalle pagine web del suo blog perchè "l'Italia non ha mai avuto la sua rivoluzione liberale".
Gente che di liberale non ha nulla. Solo la protervia della propria posizione e la mediocrità del proprio intelletto. Azzardo: una brutta copia di fascistotti borghesi?
OT ma non del tutto:
RispondiEliminaChe ne pensa della Tobin tax?
Quando l'economia reale soffre, non vedo perché non debba soffrire pure la finanza.
RispondiEliminae che probabilità concrete ci sono perchè ciò avvenga?
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