Devo correggere un inestetismo nel quale sono incorso in uno dei post qui sotto, scrivendo “ferie di Ferragosto”. Si tratta – insieme – di un pleonasmo e di un bisticcio, perché Ferragosto ha già in sé l’essere feriae, per la precisione feriae Augusti, perché istituite appunto da Cesare Augusto, quasi mezzo secolo prima che Cristo pronunciasse la famosa frase: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, un’altra delle ambigue sue, quasi tutte escogitate per salvare il culo dai severi custodi del Tempio (fatica sovrumana e alla fin fine inutile). Festa eminentemente laica, dunque, ma alla quale i cristiani, per il loro malvezzo di parassitare tutto il parassitabile, hanno voluto sovrapporre la Festa dell’Assunta, che celebra peraltro il più cretino dei dogmi, l’ultimo in ordine cronologico, che vuole sia accettata per fede l’assunzione in cielo di Maria, viva, in carne e ossa, priva di capsula depressurizzata, e tuttavia non esplosa in aria intorno agli ottomila piedi.
Me lo rammenta il cardinal Ravasi che con la sua immarcescibile faccia di cazzo, dalla Domenica de Il Sole-24 Ore (via Luca Massaro), se ne esce con una robetta del tipo: “Si preferisce la terminologia più neutra [*] di «Ferragosto», ma un po’ tutti sanno che il calendario reca domani la titolatura «Assunzione della Beata Vergine Maria»”, e via col suo consueto scacazzare citazioni dotte, come è tipico dei preti che hanno urgenza di segnalarsi al di sopra della infima e nota media.
Il dogma che scippa a Cesare quel che non è Dio è del 1950 e come gli ultimi (l’infallibilità del papa, nel 1870, e l’immacolata concezione nel 1854) viene nei momenti in cui la Chiesa è in difficoltà col mondo che le cambia d’intorno: lì la Grande Meretrice sente l’irresistibile bisogno di arroccarsi nell’assurdo e di chiamare alla prova chi ha paura di restare scoperto dalle sue natiche. Accadde pure del 1950. Finita la guerra, il mondo riprese il gusto di andare a rilassarsi al mare. I costumi da bagno diventavano succinti...
[*] “Più neutra”, un cazzo: è la terminologia originaria, Eminenza.
Bisogna ammettere che l'ideazione dell'assunzione in cielo di maria in carne ed ossa rende il teletrasporto della "Ncc 1701 Enterprise" un concetto superato e logoro..
RispondiElimina@-->ilManigoldo
RispondiEliminaCome disse quel vecchio satiro del capitano Kirk, in uno dei suoi tanti viaggi a ritroso nel tempo (cfr. "Rotta verso la Terra", 1986), assumendo Maria nella sua astronave: "Andate con Dio, che a teletrasportare la Madonna ci penso io; eppoi, se ne val la pena, teletrasporto pure Maddalena!" (storico).
A 8000 piedi ci vado quasi ogni domenica e non ho mai visto esplodere nessuno. :)
RispondiElimina" cristiani, per il loro malvezzo di parassitare tutto il parassitabile..."
RispondiEliminaTra i cristiani gli unici che rinoscono il dogma dell´assunzione della Vergine in cielo ci sono SOLO i cattolici quindi ci sono cristiani e cristiani.
A parte questo, non sarebbe il caso di dire che gli stessi Romani di Cesare erano la quintessenza del sincretismo religioso? Quelli che ci stanno piu' simpatici?
Io no ho nessuna simpatia per il pensiero religioso ma per combatterlo si dovrebbe partire dai dati di fattoe non da nostre proezioni!
Simone
@ Anonimo
RispondiEliminaE' vero, ma la mia era un'iperbole.
@ Simone
Lei mette a dura prova la mia pazienza, ma va bene così, almeno per il momento. Dunque. (1) Non solo i cattolici, che comunque sono cristiani, credono nell'Assunzione della Beata Vergine Maria, ma anche gli anglicani. In ogni caso, aggiungendoci gli ortodossi che celebrano una fattispecie di Assunzione detta Dormizione, e data la sovrapposizione della festività al Ferragosto, che il cristianesimo abbia parassitato tutto il parassitabile, ancorché incidentale, è affermazione incontestabile (basti pensare alla Natività che si sovrappone alla ricorrenza del Sol invictus, e questo solo in relazione al parassitamento di date). (2) Cosa c'entri il sincretismo religioso dei romani in tale contesto, me lo spiega un'altra volta. (3) Moderi i toni, sennò non supera più la prova della pazienza.
E poi la Pasqua, il Carnevale, Ognissanti... insomma, dove c'era da mangiare a sbafo, la chiesa è arrivata pun-tua-lis-si-ma.
RispondiElimina...in fondo però, l'Assunzione la vedo con una certa simpatia tra tutte le feste cattoliche.
RispondiEliminaMi è sempre venuto da pensare a Maria che, vinto finalmente il Sacro Concorso Celestiale, si installa finalmente nella sua Santa Scrivania del Beatissimo Open Space, dispone il ritratto della Sacra Famiglia, si collega per la prima volta al Divino Pc con matricola e password... Altre festività fanno rabbrividire invece... la Trasfigurazione, la Circoncisione. Oppure lasciano perplessi: le due Presentazioni, di N.S. e di Maria - si alternavano come a Sanremo Pippo e Raffaella?
oddio, stilare una classifica della stupidità dei dogmi è dura molto
RispondiEliminaIo propongo:
RispondiElimina1° La trinità. Non si capisce nemmeno l'enunciato!
2° La santità del Papa.
3° La verginità di Maria. Che non si capisce cosa ce ne debba fregare, ma guai a metterla in dubbio!
Caro Castaldi,
RispondiEliminala leggo spesso e trovo singolare che la prima volta che le invio un commento sia per una pacata critica.
Sostanzialmente concordo nel merito con Simone quando afferma che i Romani praticavano il sincretismo religioso in modo allegro e spensierato. Anche i Romani, infatti, "sovrascrivevano" festività di culti precedenti. Il Sol Invictus, da lei stesso citato, ne è un chiaro esempio (i Romani probabilmente lo ereditarono da culti orientali).
Alla fine qualsiasi festa religiosa trae origine da celebrazioni pagane/animiste in qualche modo legate all'avvicendarsi delle stagioni o a fenomeni naturali. Nel caso del Sol Invictus, ad esempio, è abbastanza semplice immaginarsene la genesi: è naturale, almeno per popolazioni vissute nell'emisfero settentrionale, dedicare alla prima fonte di luce una festa in concomitanza del solstizio d'inverno, ossia in un periodo dell'anno in cui la durata del giorno è al suo minimo.
Questo per dire che non credo sia prerogativa cristiana quella di "scippare" le festività dei culti pregressi.
Credo sia invece un classico esercizio di controllo culturale praticato da qualsiasi sistema di potere si sia avvicendato nella storia di questo pianeta.
Sappiamo tutti il motivo per cui Babbo Natale, al giorno d'oggi, veste di rosso, o no?
Cordiali saluti.
Mauro
@-->Mauro
RispondiEliminaDott. Castaldi permettendo, provo io a indovinare: San Nicola era un vescovo e il rosso è il colore tradizionale della veste, nonché del galèro dei vescovi.
@ Mauro
RispondiEliminaLa prossima volta che parlo degli antichi romani le giuro che non dimenticherò di sottolineare che parassitavano le feste altrui. Qui parlavo dei cristiani e la notazione, ancorché corretta, era pertinente quanto scusare il furto ai danni di un ladro.
Per cortesia ..
Elimina@Castaldi
RispondiEliminaLa ringrazio per la cortese risposta. Voglio solo precisare che il mio intervento non intendeva essere per nulla assolutorio nei confronti della Chiesa "usurpatrice di tradizioni", tant'è vero che ho definito la pratica del parassitismo di feste "un classico esercizio di controllo culturale praticato da qualsiasi sistema di potere". Solo che io, azzardo a differenza di lei, lo trovo un tema interessantissimo dal punto di vista antropologico e alla fine della fiera molto ma molto divertente.
@lector
Raccolgo volentieri la sua provocazione. Quando citavo il colore rosso del vestito di Babbo Natale, ovviamente minimizzavo. Se vogliamo essere precisi allora elenchiamo tutte le componenti dell'abito di Santa Claus nell'iconografia ormai universalmente condivisa: la foggia del cappello, il pon pon dello stesso e le imbottiture bianche e soffici, il cinturone, gli stivali... non mi sembra che i vescovi vadano in giro conciati così e tanto meno l'originario dispensatore di doni, il cristianissimo San Nicola. Forse che si tratti di un furto d'icona natalizia perpetrato ai danni di un'altra associazione a delinquere al solo innocente (per carità) scopo di far cantare tutti insieme in magica armonia?
Mauro
Ravasi è diventato cardinale?
RispondiEliminaConcistoro del 2010.
RispondiElimina@-->Mauro
RispondiEliminaMi pare che Babbo Natale (alias San Nikolaus) vestisse di rosso già nella tradizione olandese, trasferita poi negli States grazie ai fondatori della Nuova Amsterdam. Se questa versione corrisponde a verità, la Coca Cola avrebbe solo "globalizzato" un uso locale, senza inventare nulla.
In tema: qui.
@lector
RispondiEliminaInfatti non si tratta di inventare nulla. Altrimenti non si tratterebbe di parassitismo.
Il meccanismo è: prendere un simbolo ampiamente condiviso e "personalizzarlo" quel tanto che basta per darlo in pasto alle masse ed influenzarne il comportamento allo scopo di trarne profitto.
Il caso "San Ni-Coca-Cola" mi pare un modello di efficienza: massimo risultato con minimo sforzo creativo.
Il fattore vincente non è l'idea in se ma la macchina di comunicazione che si ha a disposizione per diffonderla.
Saluti.
Mauro