sabato 3 luglio 2010

Contrordine, fratelli!


A un mese dalla morte di monsignor Luigi Padovese pare debbano essere corrette alcune affrettate conclusioni tratte a salma ancora calda da pur autorevolissimi e autorizzatissimi commentatori. La lettura “politica” dell’omicidio come ennesimo episodio di “ostracismo nei confronti dei cristiani”, ora, pare almeno un pochetto riduttiva, almeno per Avvenire, che infatti ammette: “Le indagini in Turchia sembrano procedere a stento e ancora non s’è dissipata la fitta coltre dei dubbi su circostanze e moventi dell’assassinio”.
A salma ancora calda, le circostanze erano avvolte nella fitta coltre, ma sui moventi non sembravano esserci dubbi: odio anticristiano, sgozzamento di chiara marca jihadista. Ora la nebbia ha avvolto anche i moventi. Anzi, Avvenire concede: “A volerlo leggere come un fatto di cronaca…”. Mica obbligatorio considerarlo un martirio per fede, però il Padovese aveva da sempre offerto la sua vita alla missione in partibus infidelium, a testimoniare lì la sua fede, e la testimonianza è sempre martirio, almeno etimologicamente, e dunque si potrebbe dire... Insomma, martire ad honorem.
E sì che sulla certezza del movente islamista c’era chi spronava Benedetto XVI a una crociata. Foglianti, teste di cazzo.

Se Avvenire prende atto che dalle indagini non emergono prove certe che si sia trattato di un martirio per fede (e questo lascia intendere che stia emergendo tutt’altro), Libero commemora un Padovese che “forse si è offerto al posto del Papa”. Sì, avete capito bene: il Padovese sarebbe morto per salvare la vita al Papa, “si potrebbe spiegare così, infatti, l’improvviso annullamento da parte del presule, del viaggio a Cipro, in occasione della visita di Benedetto XVI”. Mancare a quell’importantissimo appuntamento a Cipro rimane il grande mistero dell’intera vicenda, e lì probabilmente sta il reale movente dell’omicidio: per Libero è mistero che si risolve in questo modo.
Per salvare la vita al Papa, il Padovese non poteva partire per Cipro senza portarsi appresso il suo factotum turco come aveva voluto fino al giorno prima? Non poteva comunicare i suoi sospetti sulle intenzioni di Murat Antun alle autorità turche e/o cipriote? C’era bisogno di farsi ammazzare per salvare la vita al Papa? Teste di cazzo insuperabili, a Libero

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