Da: Massimo Bordin
Data: 09 luglio 2010 16:41:54 GMT+02:00
Oggetto: lettera al CdR
Devo comunicare al CdR, come sono tenuto dalle buone maniere oltre che dai contratti e dai regolamenti, le mie dimissioni da direttore di radioradicale già presentate all'amministratore del Centro di Produzione Paolo Chiarelli. Si è concordato di renderle esecutive dal giorno 1 agosto 2010.
Mi ritengo costretto a questa scelta da alcune prese di posizione dell’editore della radio, che ho sempre considerato editore di riferimento politico da prima ancora che divenisse proprietario di fatto. Da almeno due anni Marco Pannella ha più volte pubblicamente dichiarato che non si sente rappresentato dal modo in cui viene espressa la linea editoriale della radio. E' evidente che il rapporto fra editore e direttore si fonda proprio su un accordo sulla trasposizione in chiave giornalistica di una idea editoriale che promana dall’editore. Dunque le affermazioni di Pannella non possono che essere intese come una mozione di sfiducia nei miei confronti. Posso ritenere ciò immeritato, perfino infondato, ma non posso pretendere di far cambiare idea a Pannella e francamente non so nemmeno se ne avrei comunque voglia. Il fatto che Pannella abbia sempre aggiunto che in ogni caso intende stare a vedere come evolverà la situazione senza prendere alcuna decisione ("almeno per sei mesi" ha aggiunto nella riunione plenaria della radio da lui recentemente convocata) a mio modo di vedere non migliora la mia situazione. Mi pare chiaro che un direttore sfiduciato non possa contare sulla pienezza di mandato necessaria non solo con gli interlocutori esterni ma anche e soprattutto con la redazione. Va bene che tutti dobbiamo essere pronti a metterci in discussione, va bene che gli esami non finiscono mai, ma c’è un limite a tutto e qui si sta esagerando. Dunque le mie dimissioni da direttore sono irrevocabili.
All’editore che, in prima battuta, mi ha comunicato che intendeva respingerle ho dovuto rispondere che una simile decisione non era concretamente nella sua disponibilità. All’amministratore che si informava della mia disponibilità a mantenere comunque in altra forma un rapporto di lavoro con la radio ho risposto che non avendo assunto impegni con altri avrei ben volentieri valutato qualsiasi proposta che non riguardasse la direzione. Solo che non è arrivata alcuna proposta perché l’editore ritiene preliminare per me un lavoro di prefigurazione del futuro della radio. Ho dovuto rispondere che mi dimetto da direttore proprio perché non voglio avere ruoli di questo tipo, che evidentemente non so svolgere visto che da anni ho cercato senza successo di coinvolgere l’editore proprio sul tema del futuro della radio. Ho ottenuto solo rinvii ed è stato un palese insuccesso della mia direzione, uno dei pochi per la verità. Ricominciare un lavoro del genere è senza dubbio superiore alle mie forze, almeno attuali. Men che meno ho titolo e interesse a occuparmi dell’organigramma futuro e non ho nessuna voglia di trattare la mia posizione agitando lettere di dimissioni. Se la proprietà ha , come ha detto l’amministratore, interesse ad avanzare una proposta, la avanzi.
Io a questo punto ho una sola richiesta da fare: la liquidazione delle mie spettanze. E credo che sarà semplice mettersi d’accordo, anche se purtroppo l’entità sarà incommensurabilmente inferiore a quella che qualche imbecille ha già messo in circolazione su Facebook.
Con i migliori auguri di buon lavoro e i dovuti ringraziamenti,
Massimo Bordin
Sì, la liquidazione, bisogna vedere se gliela pagano, io è da un anno che sto aspettando la mia! (beati 'sti radicali)
RispondiEliminaMa sarà davvero così?
RispondiEliminaIn primo luogo verrebbe a mancare uno dei pochi motivi per ascoltare Radio Radicale - e Pannella lo sa. Non esiste, per quanto sappia, alcun giornalista di RR che sappia condurre una rassegna stampa simile a quella di Bordin, mentre la radio è piena di giornaliste incapaci che interrompono, per poi allungare, l'ultima vocale della parola appena terminata ("e allora - aaa-sentiamo cosa ha darci - iii-sul sistema carcere - eeee-il direttore di Opera"), e di giornalisti un po' troppo inetti, e assieme menomati dal timbro vocale di gatto Silvestro.
Gli spazi dati a quelle complete teste di cazzo di "Democrazia linguistica", ad esempio, mi caricano d'una tristezza mai provata.
D'altra parte le dimissioni diverrebbero effettive dal primo agosto. E Pannella, come detto, non può permettersi di perdere Bordin. Hai idea di quanto siano vessanti, venti giorni di Pannella che utilizza ogni sua arma politico-ricattatoria pur di tenerti al (lasco, sostiene lui) guinzaglio?
E infine, i commenti sulla vicenda sul forum dei Radicali (italiani). Non è un luogo rappresentativo della vita radicale, è vero, dal momento che l'unico luogo rappresentativo è la casa di Pannella (con il frigo sempre pieno di frutta da offrire agli ospiti). Ma mi sembra ci sia vera aria di sbaraccamento, e per una volta il mio giudizio quasi coincide con quello di Pannella: più che di "genocidio culturale e politico", si tratta di autocombustione.
Era ora! In rotardo di dieci anni!!!
RispondiEliminaE adesso attendiamo che si dimetta anche Pannella, e così potremmo finalmente ripartire con una sana rifondazione radicale con i giovani e chi ci sta.
Signor Formamentis,
RispondiEliminase vi fosse una compiuta democrazia liberale Lei potrebbe vendere il suo diritto alla liquidazione sul mercato finanziario come una qualsiasi option.
Cordialità.
"spettanze" è una parola che non sentivo da 20-30 anni...
RispondiEliminaChi tradurrà le frasi non finite,le parentesi aperte e mai chiuse i riferimenti storici dati per scontati di pannella? Solo bordin con pacatezza chiarezza e accuratezza può tenere a bada la straripante logorrea di marco e spiegarci cosa stia dicendo
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