Si trattava di un cd-rom che ai tempi del caso Dutroux era stato inviato a giornalisti, politici e (a quanto pare, anche se non se capisce il motivo, pure a) cardinali, almeno al cardinal Danneels. Chi se l’era immaginato collezionista di materiale pedopornografico deve dirsi vittima di una notizia che lo insinuava a contorno di ben più grave presunzione di colpevolezza. E così pure sarebbe per la bambina sui dieci anni, ritratta nuda sotto una doccia, che pare sia arrivata in arcivescovato, sul pc di Sua Eminenza, dal sito di una tv (le dimissioni di Gad Lerner dalla direzione del Tg1 sarebbero impensabili in Belgio).
“Davvero uno strano paese, il Belgio”, dice bene Massimo Bordin. Quelle che si stanno rivelando miserabili bufale – a far da esca ai peggiori pregiudizi anticlericali, diciamolo – partono dal Belgio come ingenue vaccate, animali da pascolo familiari al paesaggio. Sicché bisogna convenire col portavoce dell’arcivescovato: “Sarebbe deplorevole che un’«informazione» sotto il segreto professionale sia stata comunicata volontariamente alla stampa da persone legate all’indagine per fare sensazione. Ciò non contribuirebbe alla serenità dell’indagine” (La Stampa, 8.7.2010).
La Chiesa belga desidera collaborare con la giustizia, ma rispondendo alle domande degli investigatori, non reagendo ad articoli di stampa che hanno tutta l’aria di provocazioni, e d’altra parte chi può aver dato alla stampa queste «informazioni»?
Davvero uno strano paese, il Belgio, manco si sente bisogno di una legge-bavaglio.
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