Sotto il cielo di Roma è un’altra delle fiction prodotte dalla Lux Vide di Ettore Bernabei e figli alla quale per la Rai non saprà dire di no. Se non vado errando, sarebbe la 73ª che i Bernabei le vendono in meno di 20 anni. Chiuso il ciclo biblico, da Genesi (1993) a L’Apocalisse (2002), lasciando un po’ da parte i santi, dopo i successi di Padre Pio (2000), Madre Teresa (2003), Don Bosco (2004) e Sant’Agostino (2008), inframmezzando un Dio vede e provvede (1996) a un Lourdes (2000) o a un Crociati (2001) o a un Don Matteo 8 (2011), qui siamo di ritorno alla serie dei papi e, dopo Papa Giovanni (2002), Giovanni Paolo II (2005) e Paolo VI (2008) – ci informa Avvenire (6.7.2010) – la fiction prende a oggetto “lo scorcio di pontificato di Pio XII durante l’occupazione tedesca di Roma tra il 1943 e il 1944”.
Il giornale dei vescovi ci tiene molto a darci un cenno sulla trama e qui pare evidente che di fiction si tratta: “Rapire il Papa, è questo l’ordine che arriva da Berlino, dalla voce stessa del Fuhrer. [Mai dimostrato: ne parlò solo Karl Wolff, un generale delle SS che riuscì a sottrarsi alla giustizia grazie a un passaporto vaticano, e solo molto tempo dopo la fine della guerra...] Il Papa è l’unica fonte di speranza per il mondo [Stati Uniti e Inghilterra si trovavano lì per caso...] e Hitler non può tollerarlo. [È dimostrato che fosse l’ultimo dei suoi pensieri, nel 1943...] Un piano segreto, una minaccia reale di cui Pio XII viene a conoscenza; ma rifiuta tenacemente l’idea della fuga. Il suo posto è a Roma e a Roma rimane. [In realtà, un piano di fuga sarebbe stato discusso nel 1948, nel caso le elezioni fossero state vinte dal fronte di sinistra...] Per salvare la città e i suoi abitanti, usando tutti gli strumenti a sua disposizione: la diplomazia e le risorse materiali, l’influenza politica e la persuasione dei cuori, anche di coloro che fanno parte del campo avverso, come il generale Stahel, comandante della piazza di Roma. [Mirabile esempio di nazista cattolico, uno dei tanti tedeschi che cercò, finché gli fu possibile, di far coincidere la fedeltà al Führer con la fedeltà al Papa...] Nonostante tutti i suoi sforzi, Pio XII non riesce a impedire che l’orrore raggiunga anche la capitale. È il 16 ottobre 1943, le SS portano a compimento una violenta e improvvisa razzia del Ghetto: vengono deportate ad Auschwitz oltre mille persone, ne torneranno quindici. Il dramma degli ebrei diviene anche il dramma del Papa [Le testimonianze dirette lo danno fresco e rilassato in quelle ore: aveva strappato la promessa che alla Città del Vaticano non sarebbero venute a mancare le derrate alimentari...] Quando il 4 giugno 1944 le truppe alleate entrano in Roma, la folla, esultante per la liberazione, si riversa spontaneamente in Piazza San Pietro acclamando l’uomo che non li ha mai abbandonati: Pio XII [Ha chiesto agli alleati di non fare entrare a Roma soldati di colore ed è stato accontentato...]”.
Come fiction viene onestamente presentata, d’altra parte.
Morto un papa, se ne fa un altro.
RispondiEliminaMa se viene rapito? Astuti, questi nazisti.
tutto molto puntuale, al solito. wolff non era però un generale qualsiasi ma il capo delle ss in italia e anche qualcosa di più (gli stati maggiori predispongono piani per le più svariate eventualità), ma la sua attendibilità, come sottolinei e per vari motivi, è pari a zero.
RispondiEliminaun documento ufficiale di quel periodo, ovvero il rapporto di un agente tedesco che kaltenbrunner, capo polizia tedesca e della sicurezza,invia nel 1943 a ribbentrop e relativo all'atteggiamento del papa nei confronti "dello stato nazionalsocialista", può illuminarci in proposito.
la traduzione del rapporto si può leggere in un libro datato ma tutt'ora insuperato: saul friedlander, pio xii e il 3° reich, cap. ottavo, pp. 190 e sgg.
tale rapporto, autentico, fa giustizia di tutte le chiacchiere sull'argomento, comprese quelle televisive.
"[Ha chiesto agli alleati di non fare entrare a Roma soldati di colore ed è stato accontentato...]"
RispondiEliminaMa davvero dabon?
Sarebbe inutile chiedere visto chi scrive, ma sembra una cosa talmente grossa che rimango sbigottito o come scrivono i giovani o_O.
@ Andrea B.
RispondiEliminaSono certo che troverà la fonte, rimane solo oscura la ragione: perché i soldati di colore gli ricordavano gli infedeli all'assedio di Vienna? Boh.
Credo ( ma non riesco a trovare la fonte) che la non accoglienza del Papa ai soldati di colore (coloniali) sia dovuta la fatto che Pio XII fosse a conoscenza dei fatti avvenuti in Ciociaria (il sacco da parte delle truppe coloniali francesi di origine marocchina, con annessi stupri). Pio XII non avrebbe ricevuto neanche il Colonnello francese a capo di queste truppe. L'unica testimonianza è una targa nella chiesa di San Luigi dei francesi a Roma dedicata al sacrificio di questi soldati.
RispondiEliminaE delle marocchinate che mi dice Lei, però?
RispondiEliminaPregiudizio o meno, la conoscenza di fatti e accadimenti che confermavano la spiccata tendenza allo stupro di massa degli arruolati nell'esercito francese attenuerebbe di molto l'accusa di razzismo rivolta al Pacelli, e oltretutto ne spiegherebbe con estrema precisione la stramberia.
Grazie a: http://www.mascellaro.it/node/11652 , resto convinto che le cazzate del nostro fossero altre, che tu hai già ampiamente documentato qui e altrove.
@ Qubrick. Pienamente d'accordo con te. è difficile fargliene una colpa in questo caso.
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