martedì 6 luglio 2010

Sotto il cielo di Roma


Sotto il cielo di Roma è un’altra delle fiction prodotte dalla Lux Vide di Ettore Bernabei e figli alla quale per la Rai non saprà dire di no. Se non vado errando, sarebbe la 73ª che i Bernabei le vendono in meno di 20 anni. Chiuso il ciclo biblico, da Genesi (1993) a L’Apocalisse (2002), lasciando un po’ da parte i santi, dopo i successi di Padre Pio (2000), Madre Teresa (2003), Don Bosco (2004) e Sant’Agostino (2008), inframmezzando un Dio vede e provvede (1996) a un Lourdes (2000) o a un Crociati (2001) o a un Don Matteo 8 (2011), qui siamo di ritorno alla serie dei papi e, dopo Papa Giovanni (2002), Giovanni Paolo II (2005) e Paolo VI (2008) – ci informa Avvenire (6.7.2010) – la fiction prende a oggetto “lo scorcio di pontificato di Pio XII durante l’occupazione tedesca di Roma tra il 1943 e il 1944”.
Il giornale dei vescovi ci tiene molto a darci un cenno sulla trama e qui pare evidente che di fiction si tratta: “Rapire il Papa, è questo l’ordine che arriva da Berlino, dalla voce stessa del Fuhrer. [Mai dimostrato: ne parlò solo Karl Wolff, un generale delle SS che riuscì a sottrarsi alla giustizia grazie a un passaporto vaticano, e solo molto tempo dopo la fine della guerra...] Il Papa è l’unica fonte di speranza per il mondo [Stati Uniti e Inghilterra si trovavano lì per caso...] e Hitler non può tollerarlo. [È dimostrato che fosse l’ultimo dei suoi pensieri, nel 1943...] Un piano segreto, una minaccia reale di cui Pio XII viene a conoscenza; ma rifiuta tenacemente l’idea della fuga. Il suo posto è a Roma e a Roma rimane. [In realtà, un piano di fuga sarebbe stato discusso nel 1948, nel caso le elezioni fossero state vinte dal fronte di sinistra...] Per salvare la città e i suoi abitanti, usando tutti gli strumenti a sua disposizione: la diplomazia e le risorse materiali, l’influenza politica e la persuasione dei cuori, anche di coloro che fanno parte del campo avverso, come il generale Stahel, comandante della piazza di Roma. [Mirabile esempio di nazista cattolico, uno dei tanti tedeschi che cercò, finché gli fu possibile, di far coincidere la fedeltà al Führer con la fedeltà al Papa...] Nonostante tutti i suoi sforzi, Pio XII non riesce a impedire che l’orrore raggiunga anche la capitale. È il 16 ottobre 1943, le SS portano a compimento una violenta e improvvisa razzia del Ghetto: vengono deportate ad Auschwitz oltre mille persone, ne torneranno quindici. Il dramma degli ebrei diviene anche il dramma del Papa [Le testimonianze dirette lo danno fresco e rilassato in quelle ore: aveva strappato la promessa che alla Città del Vaticano non sarebbero venute a mancare le derrate alimentari...] Quando il 4 giugno 1944 le truppe alleate entrano in Roma, la folla, esultante per la liberazione, si riversa spontaneamente in Piazza San Pietro acclamando l’uomo che non li ha mai abbandonati: Pio XII [Ha chiesto agli alleati di non fare entrare a Roma soldati di colore ed è stato accontentato...].
Come fiction viene onestamente presentata, d’altra parte.

7 commenti:

  1. Morto un papa, se ne fa un altro.
    Ma se viene rapito? Astuti, questi nazisti.

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  2. tutto molto puntuale, al solito. wolff non era però un generale qualsiasi ma il capo delle ss in italia e anche qualcosa di più (gli stati maggiori predispongono piani per le più svariate eventualità), ma la sua attendibilità, come sottolinei e per vari motivi, è pari a zero.

    un documento ufficiale di quel periodo, ovvero il rapporto di un agente tedesco che kaltenbrunner, capo polizia tedesca e della sicurezza,invia nel 1943 a ribbentrop e relativo all'atteggiamento del papa nei confronti "dello stato nazionalsocialista", può illuminarci in proposito.

    la traduzione del rapporto si può leggere in un libro datato ma tutt'ora insuperato: saul friedlander, pio xii e il 3° reich, cap. ottavo, pp. 190 e sgg.
    tale rapporto, autentico, fa giustizia di tutte le chiacchiere sull'argomento, comprese quelle televisive.

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  3. "[Ha chiesto agli alleati di non fare entrare a Roma soldati di colore ed è stato accontentato...]"
    Ma davvero dabon?
    Sarebbe inutile chiedere visto chi scrive, ma sembra una cosa talmente grossa che rimango sbigottito o come scrivono i giovani o_O.

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  4. @ Andrea B.
    Sono certo che troverà la fonte, rimane solo oscura la ragione: perché i soldati di colore gli ricordavano gli infedeli all'assedio di Vienna? Boh.

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  5. Credo ( ma non riesco a trovare la fonte) che la non accoglienza del Papa ai soldati di colore (coloniali) sia dovuta la fatto che Pio XII fosse a conoscenza dei fatti avvenuti in Ciociaria (il sacco da parte delle truppe coloniali francesi di origine marocchina, con annessi stupri). Pio XII non avrebbe ricevuto neanche il Colonnello francese a capo di queste truppe. L'unica testimonianza è una targa nella chiesa di San Luigi dei francesi a Roma dedicata al sacrificio di questi soldati.

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  6. E delle marocchinate che mi dice Lei, però?
    Pregiudizio o meno, la conoscenza di fatti e accadimenti che confermavano la spiccata tendenza allo stupro di massa degli arruolati nell'esercito francese attenuerebbe di molto l'accusa di razzismo rivolta al Pacelli, e oltretutto ne spiegherebbe con estrema precisione la stramberia.
    Grazie a: http://www.mascellaro.it/node/11652 , resto convinto che le cazzate del nostro fossero altre, che tu hai già ampiamente documentato qui e altrove.

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  7. @ Qubrick. Pienamente d'accordo con te. è difficile fargliene una colpa in questo caso.

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