Qui sopra ho raccolto i dettagli di alcune opere di certa attribuzione al Caravaggio, tutti relativi al panneggio. Sottraendo il colore (A) e lo sfumato (B), è possibile considerarne gli sviluppi.
Si può fare analoga operazione col dettaglio del panneggio nel Martirio di San Lorenzo,
che qualcuno ipotizza essere opera del Caravaggio, ma con tutta la buona volontà risulta difficile attribuirgli qualcosa del genere.
Lo sviluppo è rozzo e innaturale, ma soprattutto non ha alcunché di caravaggesco (e parliamo di una tela del periodo romano, quello della piena maturità e del pieno controllo del disegno e del colore). Può darsi che si tratti un “mutandone” aggiunto in epoca successiva, toccherà ai periti esprimersi, ma se quel telo sulle pudenda del santo è di chi ha dipinto il quadro, faccio personale fatica a crederlo uscito dal pennello del Caravaggio.
Rimane un’altra questione. Sintetizzerei così: il Martirio di San Lorenzo è “troppo” caravaggesco. Il santo ha lo stesso volto di uno dei personaggi (il terzo da sinistra) nel Concerto di giovani (1593), la sua espressione è in tutto simile a quella di Isacco del Sacrificio di Isacco (1598), la posa del braccio destro è perfetta copia del braccio destro di Oloferne in Giuditta e Oloferne (1599), ecc.
A naso, il Martirio di San Lorenzo non è di Caravaggio.
Io ci avrei un Giorgione qui in casa da far attribuire, poi ti chiamo per la perizia
RispondiEliminaNon ho molta dimestichezza col Giorgione.
RispondiEliminaio invece ho un busto in gesso di lenin che piange. lo manderò al vescovo perchè lo esamini. si sa mai ...
RispondiEliminaal di là del cencio (ad occhio sembra posticcio) e senza volermi atteggiare ad esperto, mi pare che complessivamente non è mano di michele. la figura è impacciata, manca di pathos autentico (vedi ragazzo morso da ramarro, ecc.),più che un martirio sembra uno che dal letto cerca il telecomando. se fosse un caravaggio non sarebbe una delle sue opere migliori. e poi la faccenda puzza di tonaca lavata male.
Immagino che sia inutile segnalarlo: "Spie: radici di un paradigma indiziario" Carlo Ginzburg.
RispondiEliminaRenzo
Ah però. Mi sei pure fino critico d'arte. Finirò coll'idolatrarti, che per un agnostico è tanta roba.
RispondiEliminaLo avranno mutandato postumo.
RispondiEliminaQui, volo basso, si può anche censurare:
che con la salsiccia che c'aveva san lorenzo dalla santità alla graticola, e ritorno, il passo era breve.
@uoitiua: non male. divertente.
RispondiEliminaper malvino: ti ricordi quella battuta di troisi : "loro sono migliaia e migliaia che scrivono, scrivono, e io qui sono da solo a leggere"?
beh: ma tu, quanti siete?
http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/07/26/news/caravaggio-5845212/?ref=HREC2-5
RispondiEliminaciao, v.
Grazie, V., m'hai dato lo spunto per un post.
RispondiEliminaNon solo non è del Merisi ma è anche uno dei peggiori caravaggeschi.
RispondiEliminaSulle similitudini con altre opere di Caravaggio però non mi trovo d'accordo: la posa del braccio destro del santo non è assolutamente "la copia perfetta" di quello di Oloferne in "Giuditta e Oloforne" (lasciamo perdere la prospettiva con la quale è stato dipinto; anche per questo scrivere che ne "è la perfetta copia" è un insulto al povero Michelagnolo); "... la sua espressione è in tutto simile a quella di Isacco del Sacrificio di Isacco". Manco per niente. Isacco fa proprio una smorfia di dolore perché il padre gli tiene giù la testa stringendogli il collo da dietro, mentre san Lorenzo ha la classica espressione di chi si protende verso qualcosa (che è poi ciò che sta facendo) e gli occhi ben spalancati, particolare che non figura in Isacco; non sono nemmeno convino, infine, che il santo abbia lo stesso volto di quello da Lei indicato nel "Concerto di giovani", direi più non che sì.