lunedì 5 luglio 2010

Segnalibro

Lucilio Vanini negò l’immortalità dell’anima, inclinò a qualcosa tra panteismo e ateismo, anticipò Charles Darwin ipotizzando che gli uomini discendessero dalle scimmie e, in occasione della contesa tra Serenissima e Pio V, formulò un principio assai simile a quello della laicità dello stato, rimproverando al Papa di esercitare ingerenza in faccende che non gli competevano. Per un frate carmelitano era già troppo, ma Vanini fu fottuto perché allevava un rospo, animale considerato infernale: il tribunale dell’Inquisizione lo condannò al rogo, previo il taglio della lingua. Fu bruciato il 9 febbraio 1619, a 34 anni.

2 commenti:

  1. Allevare rospi sì che è un crimine grave e imperdonabile. Mica come oggi che ci si accanisce ingiustamente su quei poveri preti che commettono la leggerezza di molestare un minorenne!

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  2. uh rospi che schifo, pensa che in questi giorni un politico svizzero è stato espulso dal suo partito perché nel tempo libero (e privatamente) partecipava a delle schifose gang bang. Si fosse limitato a commettere rispettabili infrazioni penali, magari l'avrebbero promosso Ministro.

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