venerdì 22 ottobre 2010

Piovene


L’industria dei premi letterari e giornalistici è una delle poche rimaste floride in Italia e non c’è pro loco che manchi di un vate al quale intitolare il suo: Vicenza ha Guido Piovene, giornalista e scrittore antisemita che non scrisse mai un rigo contro il fascismo e che non si è mai saputo come abbia salvato il culo dopo la guerra.
Prima di leggere che quest’anno è andato anche ad Annalena Benini, neanche sapevo che esistesse un Premio Piovene, ma ora lo so, e so che quest’anno premia Annalena Benini per “originalità, acutezza ed internazionalismo” e che a consegnarle il premio è Bruno Vespa, segretario generale della giuria, nella quale spicca il nome di Carlo Rossella.
La Benini è originale, acuta e soprattutto internazionale, così concorda la giuria. E pensare che per capire in quale mare di merda siamo immersi c’è chi ha bisogno di ponderosi studi sociologici e complicatissime tabelle.

2 commenti:

  1. Premio intitolato a questo sant'uomo, giuria presieduta da Vespa e rifinata del cachemire di Rossella, premiata la Benini.

    La premiazione avverrà nella cameretta superiore del plastico della casa di Cogne, RSVP


    Sì, non serve molto per capire che un iceberg di merda ha colpito l'industria culturale italiana e stiamo annegando in un mare di merda, canticchiando serenamente mentre l'orchestrina suona ancora "My Fart will go on".

    Ah, chiaramente nessuno ha caricato nel TitaniCulturaItaliana non dico le scialuppe o i salvagenti, ma nemmeno delle cerate per non prendere tutti gli schizzi prima di schiattare!

    Però, almeno abbiamo evitato un premio alla Palombelli, questo va detto. Già me la vedevo, la motivazione:
    "per la delicatezza e l'uso moderato di termini nelle sue opere da prefica, per la sensibilità della trattazione della morte, per aver sposato Rutelli"

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  2. Piovene si sarà salvato il culo dopo la guerra allo stesso modo di quelli che dopo il '43 sono diventanti da intransigenti fascisti ad intransigenti comunisti... L'elenco di coloro che affollano il pantheon della cultura comunista del dopoguerra è lungo e non mi stupirei affatto se ci fosse anche Piovene.

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