“Tra volontà di vivere a qualunque costo e atonia morale non c’è discrepanza”
Guido Ceronetti, Albergo Italia, Einaudi 1985 – pag. 56
Dio mi è testimone che Filippo Facci mi è simpatico fin dentro l’intimo. È wagneriano, vabbe’, nessuno è perfetto, ma tutto il resto in quel ragazzo è delizioso: è adorabile pure quando esagera. E tuttavia sarebbe venuto il momento che la smettesse con quel suo tormentone su quanto sia assurdo che una stellina del varietà possa diventare ministro a due soli anni dall’ultima scosciata: abbiamo capito, siamo d’accordo, non è necessario ripeterlo se non si ha niente da dire. Dovrebbe rimembrare – consiglio due o tre scale cromatiche di sottofondo – che non è passato molto tempo dall’ultima volta che ha rubacchiato dallo scaffale di un supermarket al momento in cui è diventato la più brillante firma del garantismo craxiano. Via, un po’ di indulgenza per la povera Mara! Alla poverina vengono gli sfoghi di pelle ogni volta – e via, basta.
E' che Facci voleva fare la valletta e poi il ministro (ma più la valletta) e però gli hanno rubato il posto.
RispondiEliminaUn po' come Guzzantipadre.
Anch'io il Facci ce l'ho proprio dentro il mio intimo... peccato si sia appoggiato da anni sugli zebedei.
Dio mi è testimone ...
RispondiEliminafacile subornare un teste così inaffidabile