La visione profetica di Altiero Spinelli e di Ernesto Rossi, uno che veniva dal Partito Comunista Italiano e l’altro dal Partito d’Azione, ci ha dato nel Manifesto di Ventotene un vero e proprio progetto di società laica, democratica e liberale. A pensarci bene, si può dirla vertigine: mentre l’Europa si consumava di totalitarismo, due cervelli pensavano un continente nuovo e stendevano un progetto – insieme – geopolitico e antropologico. Poi Spinelli e Rossi sono morti e il progetto fu affidato a Marco Pannella, almeno a quanto ci rimembra nei suoi Atti degli Apostoli.
Sul piano antropologico il progetto gli si è sgualcito in mano: la libertà è andata a prendere consulenza da Benedetto Croce e da Panfilo Gentile, l’idea di corpo s’è spiritualizzata e l’individuo-cittadino s’è preso la terzana del personalismo mounieriano, la quartana del pauperismo gandhiano, si è ridotto a eccentrico-sincretico, tra il monachesimo e la New Age.
Un po’ meglio sul piano geopolitico, ma non di troppo: immaginare Israele, Turchia e Marocco in Europa. [Anche qui in anticipo – i radicali sono sempre in anticipo – sul movimento della deriva dei continenti che ridurrà il Mediterraneo a una pozzanghera tra Egitto e Andalusia, ma con residuo profetismo, e altra vertigine.]
E poi? Poi arriviamo a Chianciano Terme, che sta a milioni d’anni luce da Ventotene, e Pannella sta lì e incanta tutti, parlando dell’“infinitezza dello spazio e del tempo”, del rorido nodo di amore e conoscenza, della buona equivalenza tra fede e mistero... E mica lo picchiano a sangue. Tutti nonviolenti.
Volevo consigliarti questo articolo di Trincia
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(parla del manifesto di Ventotene)
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