Vedo migliori argomenti in favore dell’assassinio di Silvio Berlusconi che in quelli agitati da una parte della piazza. Chi lo ritenga un tiranno che attenta alla Costituzione può sacrificarsi, se crede, e accettare la condanna all’ergastolo, in fiero ortotono, fischiettando uno stornello anarchico, sempre che riesca a sottrarsi al linciaggio: mi pare una follia, ma in essa v’è una presa di responsabilità e un’assunzione di rischio, per tacere del mero dato estetico, d’un qualche fascino solito al tragico.
Non mi si fraintenda: ritengo che ammazzare il nostro premier sia fargli un favore, per fare invece un enorme danno al paese, che si porterebbe quel cadavere sulla schiena per almeno un secolo. E tuttavia ritengo più ragionevole il tirannicida che chi chiede le dimissioni di Silvio Berlusconi richiamandolo a un dovere verso il paese e le istituzioni: è un dovere che gli pare di onorare già, proprio col rimanere dov’è.
Quando un pezzo del paese che fa forza di maggioranza assoluta (seppur molto relativa) dà a un uomo un consenso che questi si sente autorizzato a ritenere sacralizzante, e nessuno dei suoi consiglieri, sodali e servi è capace di spiegargli la differenza tra cittadino e suddito, come glielo spieghi che Palazzo Chigi non gli è stato dato in dono da Dio? Come glielo spieghi che incarnare il massimo comun divisore dei vizi morali del paese non può dargli impunità per quelli che coincidono con reati penali? Come puoi sperare di convincerlo che è soggetto alla legge al pari di tutti? Lui cambia la legge, sostenuto da un pezzo del paese: può farlo e, se la Corte Costituzionale gli rompe il cazzo, allora cambia la Costituzione. Ti lamenti? Suca.
Parliamoci chiaramente: dev’esserci un buchetto nella Costituzione che fa passare questo genere di spifferi, sennò è Silvio Berlusconi che la sta tradendo da tempo, e allora perché volete dar del pazzo a chi voglia offrirsi come tirannicida? Date del pazzo a chi ne chiede le dimissioni in nome del comune buon senso: non è più comune, s’è comprato pure quello.
Rimane solo la guerra civile, statemi a sentire, fidatevi di uno che se ne tirerebbe fuori e sarebbe subito sgozzato, non importa se dagli uni o dagli altri: è un parere disinteressato.
Rimane solo la guerra civile, statemi a sentire, fidatevi di uno che se ne tirerebbe fuori e sarebbe subito sgozzato, non importa se dagli uni o dagli altri: è un parere disinteressato.
Il ragionamento fila; in ogni caso, se sente bussare verso le 06:00 - 07:00, non si spaventi: è solo la Digos.
RispondiEliminafila molto bene direi
RispondiEliminaUltima ratio regum, ma anche il popolo nel suo piccolo... sei un tentatore, Malvino!
RispondiEliminaNon c'è limite al peggio.
RispondiEliminahttp://www.livesicilia.it/2011/02/16/il-premio-sciascia-a-silvio-berlusconi-dopo-la-proposta-of-course-la-polemica/
Quanto il potere di Berlusconi dipende anche dalla debolezza dell'opposizione? Il bacino del dissenso e' ampiamente superiore se confrontato con la porzione dei fidelizzati. Certo, questo richiederebbe un cambiamento nel quadro politico cui nessuno e' disposto ad affrontare. Alla fine si vorrebbe cambiare ma senza cambiare. E quindi teniamoci Berlusconi. La Costituzione in questo caso non e' manchevole.
RispondiEliminaBerlusconi per certo non ha a cuore il bene comune. Ma il vero problema e' che non lo ha neanche l'ampio fronte di chi Berlusconiano non e'. A questo punto il mio rammarico maggiore non e' per Berlusconi, mafioso e massone, ma per tutti gli altri. Nessuno capace di un gesto veramente utile al bene comune al prezzo della perdita di una quota di rendita personale. Il vero dramma dell'Italia a mio parere sta qui.