Sono bastate 48 ore e il mutanda-party ha perso due prestigiose mutande: Antonio Martino e Massimo Bordin.
Il primo, già da ieri, si tirava fuor d’imbarazzo con una educata letterina: “Caro Direttore, come sa un altro impegno mi impedisce di partecipare alla manifestazione da lei promossa…” (Il Foglio, 10.2.2011) e “impedisce” era in grassetto, per attenuare il colpo. Fatto sta che non si ha notizia di quale sia l’impegno – tace l’agenda sul blog di Antonio Martino, tace Google alla voce “Antonio Martino + 12.2.2011” – e complimenti al garbo da liberalone d’antan.
Discorso diverso per Massimo Bordin: “Oramai comprendiamo perfettamente la logica della cosa: diventa una manifestazione molto schierata e allora non c’è più quel dibattito che poteva esserci. Ci sarà una buona manifestazione di propaganda, adatta solo a chi è convinto che Berlusconi sia solo una vittima della magistratura” (Radio Radicale, 11.2.2011). Minor garbo, forse, ma grande chiarezza. Complimentoni.
Ingresso libero? devi pagarla la gente sennò ti rimane vuota la sala!
RispondiEliminaNo, ma dico io, Bordin pensava di andare là a farsi un tè con le amiche e chiacchierare amabilmente del più e del meno in mezzo alle mutande? Pensava di andare ai saldi di fine stagione da InFimissimi?
RispondiEliminaBordin:
RispondiElimina"Oramai comprendiamo perfettamente la logica della cosa"
Ma che acutezza. Come se fosse difficile capirla dall'inizio.
Il reiterato finto candore dei radicali è molto fastidioso.