mercoledì 2 febbraio 2011

“Quello che fa lo dice”


Bordin assicura che “Pannella usa i momenti di debolezza dei governi perché ritiene che in quei momenti si possano ottenere delle cose utili. E Berlusconi è debole”. Detto per chi di Pannella se ne sbatte le palle e dunque non ha chiaro il contesto, parleremmo del fatto che da sette o otto settimane Pannella dialoga con Berlusconi.
Mi raccomando, si faccia attenzione: dialogo. Guai a parlare di trattativa, sennò Pannella si butta a terra e strepita che l’hai pestato a sangue: Pannella non tratta, Pannella dialoga. E tuttavia, stando a quanto assicura Bordin, questo dialogo sembra avere le dinamiche dello strategismo sentimentale contro il quale combatte il Marra: sfruttamento delle debolezze del codialogante al fine di trarne un utile. Un gran bel dialogare, non c’è che dire, però sembra un trattare, peraltro da una posizione di vantaggio, almeno così percepita.
E dunque “Berlusconi è debole”, perciò Pannella gli dà attenzione. E ci dialoga, per ottenere qualcosa. E però manda (Bonino e Beltrandi) a dire in giro che Berlusconi non è in grado di dare niente: né una legge elettorale col maggioritario secco a turno unico, né un’amnistia, né il testamento biologico, tutt’al più la riforma dell’art. 41 della Costituzione, ma forse neanche quella. E le cose utili che Bordin assicura sia possibile ottenere? Non sarà il caso di rimandare il dialogo a quando Berlusconi sarà ancora più debole?
Questioni di logica piana. Troppo piana, a detta di Bordin: categorie di questo genere non sono adeguate a cogliere la vera natura del dialogo, se mirato a ottenere un utile. Infatti, “i retroscenisti lo trattano come gli altri politici, mentre lui è diverso: quello che fa lo dice”.

Sarebbe quanto nel Marra fa la differenza tra la dialogicità e lo strategismo. Trasponendo, Pannella dice a Berlusconi: “Dialoghiamo, ché ti vedo debole e quindi posso ottenere da te cose utili”. Non c’è dubbio che glielo dica in faccia, perché lui odia gli strategismi del trattare: quello che fa lo dice (quello che dice lo fa?). Proprio come il Marra, che in sintesi potremmo stringere in qualcosa del genere: “Stronzetta, so bene che ti faccio andare il cervello in gorgonzola e desideri ardentemente la mia verga, ergo risparmiami le formalità: vai di là, datti una lubrificatina, ché appena ho finito di spuntarmi le basette passo un attimino a darti l’estasi”.
Un mostro, vero? Errore, state giudicando secondo logica piana: “Gli schemi politici – dice Bordin – calati su Pannella non funzionano: lui è un artista”. Trasponendo, è un mostro, ma vedrete che tra un poco la stronzetta cede, va di là e si dà una lubrificatina... Dite quello che vi pare: se dovete mandare a cagare il Marra, dovete mandarci pure Pannella.

5 commenti:

  1. Semplicemente Pannella è di sinistra, e lo dimostra l'attenzione per i più deboli

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  2. Ho capito: Silvio quindi è la Silviana cerva!

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  3. Ma la "stronzetta" in realtà si fa sbattere tutti i giorni dai due migliori stalloni del circondario, oltre ad averne una ventina in lista d'attesa; ma quando vede il "mostro" le fa anche comodo fargli credere che senza la sua di verga, ella si sentirebbe persa. E quello vedrai che ci cascherà: si farà infinocchiare convinto della propria irresistibilità e del proprio dominio su di lei, fino a quando questa non gli scoppierà fragorosamente a ridere in faccia, istericamente.

    Poi il mostro-Marra-Pannella nei libri continuerà a millantare imprese e irresistibile fascino.

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