martedì 29 giugno 2010

“La competenza spetta unicamente al Papa”


Una nota della Sala Stampa Vaticana rammenta che “nella Chiesa, quando si tratta di accuse contro un cardinale, la competenza spetta unicamente al Papa”. L’occasione è data dal cazziatone pontificio a Schönborn (udienza del 28.6.2010), colpevole di aver mosso a Sodano, e pubblicamente (kathpress.co.at, 4.5.2010), l’accusa di aver coperto i crimini di alcuni preti pedofili austriaci, nel 1995, quando questi era Segretario di Stato, e di aver arrecato offesa alle vittime, lo scorso 4 aprile (messaggio d’augurio pasquale al papa), definendo “chiacchiericcio” la loro richiesta di giustizia.
Ai sensi del combinato disposto dei cann. 76, 113, 273, 275 (§ 1), 331, 333 (§ 2), 334, 336, 349, 352 (§ 1) del Codice di Diritto Canonico, il cazziatone ci stava tutto. Al limite, volendo proprio esagerare, ci stava pure qualcosina in più (can. 1389). Tenuto conto, poi, che a usare il termine “chiacchiericcio” era stato in precedenza lo stesso Benedetto XVI (omelia del 28.3.2010), diciamo che Schönborn se l’è andata proprio a cercare.
Alla fin fine, però, tutto questo è secondario: resta il principio che “nella Chiesa, quando si tratta di accuse contro un cardinale, la competenza spetta unicamente al Papa. Chissà se sarà richiamato una di queste volte che, a muovere le solite micidiali accuse di apostasia al cardinale Carlo Maria Martini e al cardinale Dionigi Tettamanzi, torni il vescovuzzo dell’ultima delle diocesi del Veneto, il solito pretonzolo di Comunione e liberazione o addirittura un comune baciapile laico. Che peraltro non si sono astenuti dall’accusare Schönborn di alto tradimento, fuor d’ogni loro competenza.

   

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