giovedì 17 giugno 2010

Sugli effetti iatrogeni del ghiaccio sulla pancia


“Una giovane sposa in stato interessante arrivò in ospedale per un semplice attacco di appendicite, i medici dovettero applicarle del ghiaccio sulla pancia. Alla fine di questi trattamenti i medici le consigliarono di abortire il bambino, perché sarebbe sicuramente nato con qualche infermità, ma la giovane coraggiosa sposa decise di non interrompere la gravidanza e il bambino nacque: quella signora era mia madre e il bambino ero io”.
Così Andrea Bocelli si racconta ad Annalena Benini (Il Foglio, 17.6.2010), bissando uno dei suoi cavalli di battaglia. Si tratta del celeberrimo Lied d’autore ignoto (XX sec.) che suona più o meno così: “Se conoscessi una donna incinta, malata di sifilide, che avesse già otto figli, di cui tre sordi, due ciechi e uno ritardato mentale, le consiglieresti di abortire? Sì? Avresti fatto fuori Beethoven”.

Ora, non è per insinuare che tra Beethoven e Bocelli ci sia la stessa differenza che c’è tra Stravinskij e una balanoprepuzite (intesa come Uccello di fuoco), tanto meno per mettere in dubbio ciò che il tenore ci canta, ma, gentilmente, ci dica: un’appendicite acuta o il ghiaccio sulla pancia sono in grado di provocare malformazioni al feto che, nel 1958, un medico di pronto soccorso potesse ragionevolmente e “sicuramente” prevedere come complicanza? Sarà stata rosolia (possibile cataratta e/o glaucoma a carico del feto), ma allora perché tanta licenza nella lettura dello spartito? Un’appendicite sta a una rosolia come un re bemolle sta a un sol diesis, la melodia ne esce stravolta.
Di poi: “i medici le consigliarono di abortire il bambino”. Come? Dove? Eravamo nel 1958, abortire era un reato: esattamente, cosa consigliarono a sua madre? “Signora, si rivolga a una mammana” o “Vada dal dottor Tal dei Tali”? Parli liberamente, il Bocelli, ché è tutta roba andata in prescrizione e non mette nei guai nessuno, tranne se stesso.

5 commenti:

  1. questi cattolici volenterosi sapessero quanti potenziali Beethoven ha ucciso e continua ad uccidere la miseria con il suo corollario di malattie ecc., quindi la guerra (anche quelle "sante"), il lavoro e non ultima l'ignoranza e la stupidità indotta dalla superstizione religiosa.
    E poi la grandezza del genio ci è data appunto dalla sua unicità. E Bocelli non è un genio nemmeno nel raccontare frottole.
    l'ho sentito, in Tv, cantare a Petra e mi chiedevo cosa aspettassero gli spettatori a mandarlo a cagare.

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  2. Ma non si vergogna? già la prima volta che aveva raccontato questa panzana era stato sbugiardato per le diverse incongruenze del racconto e per la somiglianza con la storiella di Beethoven, e il nostro lirico ci ritorna pure sopra!

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  3. La favoletta fa il suo effetto, su un certo pubblico. Strano che non ci abbia pensato Giovanni Allevi.

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  4. Chissà quanti Beethoven ha massacrato o bruciato sul rogo perché eretici la Chiesa cattolica.

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  5. "Come? Dove? Eravamo nel 1958, abortire era un reato".

    Malvino, non facciamo che siamo nati sotto un cavolo, orsu'. Qualche anno dopo il Boccelli (ma prima della 194), a mia madre il ginecologo offerse di 'sbarazzarla' lui, se non se la sentiva di portare a termine una gravidanza alquanto a rischio: aveva un'eta' abbastanza avanzata (almeno per l'epoca) e un fibroma, che alla nascita arrivo' a pesare piu' di me (che pure pesavo 3,8kg). Poi tutto si concluse felicemente, ma che queste cose non si facessero anche prima della legge, anche negli ospedali, mica e' sempre vero.
    O no?

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