Sfilare soldi a chi se li vuol far sfilare non configura il reato di truffa o di circonvenzione di incapace, almeno in ambito religioso e quando il credo di chi sfila abbia quel minimo di rispettabilità che, per esempio, il Papato ha saputo conquistarsi e Scientology ancora no. Del tutto legittimo, dunque, che il Papa chieda soldi a chi glieli voglia dare, ma nel darne motivo con 2 Cor 9, 13 dovrebbe avere la decenza di contestualizzare e di citare in modo corretto.
In 2 Cor 8, 1-15 (Motivi di generosità) Paolo ha spiegato le ragioni della colletta: “servizio a favore dei santi” (2 Cor 8, 4), cioè dei fratelli delle Chiese della Macedonia, che versano in “estrema povertà” (2 Cor 8, 2). La povertà è cosa santa, naturalmente, ma fino a un certo punto: in quanto “delegati delle Chiese e gloria di Cristo” (2 Cor 8, 23), hanno diritto a un minimo di decoro. “L’adempimento di questo servizio sacro non provvede solo alle necessità dei santi” (2 Cor 9, 12), ma avrà un suo ritorno: “Essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza” (2 Cor 9, 13), che nella citazione salta, e poi, sì, anche “per la generosità della vostra comunione con loro” (2 Cor 9, 13). La vostra generosità è un obbligo.
“Un impegno davvero speciale”, dunque? No, siamo alla forma light della riscossione della decima.
iL 27 FESTEGGERò IL gay pride.
RispondiEliminadopo il crollo dell'8 per mille dubito che raccolgano qualcosa di consistente
RispondiEliminail 27 andrò a vedermi "La Papessa"
Il 27 tirerò due bestemmie!
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