Nell’omelia tenuta dal cardinale Dionigi Tettamanzi alle esequie di monsignor Luigi Padovese non c’è affermazione che letteralmente valga “ucciso per odio religioso”. Abbondano, certo, i riferimenti alla testimonianza di fede svolta in vita da Sua Eccellenza in partibus infidelium, ma è proprio la sua morte a non essere mai direttamente indicata come “martirio”. È un testo assai interessante che vale la pena di analizzare nel dettaglio.
“Per chiamata di Cristo”, monsignor Padovese “è divenuto figlio e padre della Chiesa di Turchia”: la chiamata di Cristo non implica la sua morte, ma la sua attività pastorale in vita. In più punti v’è un cenno al sacrificio di Cristo rinnovato nell’offerta di sangue dei suoi martiri, e in due punti v’è ciò che Sua Eccellenza commentava a riguardo, ma la morte di monsignor Padovese non è definita martirio per fede in alcun passaggio dell’omelia, nemmeno per perifrasi o per ellissi.
Anche quando si fa cenno a “quell’ultimo drammatico istante della sua vita”, il suo assassino non viene indicato come nemico della fede cristiana, ma come “fratello che [il Padovese] considerava amico e figlio”. Insomma, è come se Sua Eminenza avesse voluto dare alle sue parole il suono di un’omelia in morte di un martire della fede, ma senza essere disposto a dirlo nemmeno implicitamente. Il fatto, poi, che Murat Altun sia definito “fratello che considerava amico e figlio” lo spoglia di ogni franca connotazione islamista, che invece gli è stata voluta dare da chi nell’omicidio Padovese ha subito intravvisto l’assassinio rituale.
In definitiva, Sua Eminenza ha tenuto un’omelia che è un capolavoro diplomatico: ha accontentato col suono delle sue parole i sostenitori della tesi del martirio per fede, ma non l’ha avallata. Anzi, con quel “considerava” ha sottolineato una certa ingenuità del defunto nell’esporsi alle complicazioni dell’adottare come “amico e figlio” chi avrebbe potuto fare una qual certa resistenza all’adozione, come poi in effetti è accaduto. Il cardinale Tettamanzi, in realtà, non esclude affatto che monsignor Padovese sia stato ucciso perché corteggiasse con asfissiante insistenza l’Altun (questa è la versione sulla quale il giovane si ostina). E a una lettura non piatta del testo ha addirittura detto che è possibile, ma che ciò non leva merito ad una vita spesa per testimoniare la sua fede in terra ostile.
Fossi in te, non avrei citato Libero.
RispondiEliminaCerte similitudini finiscono sempre per confondere. ;)
Non sono invece d'accordo sul "capolavoro diplomatico". A me pare piuttosto grossolano.
Insomma, una volta le balle sapevano indorarle meglio.
Carlo Ruggeri
E mettilo così, no così, più dentro , di lato, ruotalo.... E basta, mo' devi stare zitto!!
RispondiElimina