martedì 29 giugno 2010

Piano con le conclusioni


Avvenire spiega che succede in Oregon adesso che i legali di un tizio stuprato da un prete quando era un ragazzino sono autorizzati a chiederne conto alla Chiesa. Succede, spiega Avvenire, che adesso quel tizio “dovrà dimostrare che il sacerdote che a suo dire lo molestò negli anni Sessanta può essere considerato un dipendente del Vaticano”, sennò lo prende ancora a quel posto. Probabilmente ai legali del tizio converrà procedere per esclusione: non era una spia russa, non era un mafioso siciliano, non era un militante di al Qaeda... Avvenire ha ragione: non sarà facile arrivare a dimostrare che un sacerdote cattolico, per anni spostato dalla Santa Sede di diocesi in diocesi, avesse un rapporto di dipendenza proprio dalla Santa Sede.

5 commenti:

  1. Scommettiamo che non riuscirà a dimostrarlo?

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  2. Sono testimone.

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  3. "a suo dire"? Ma non aveva confessato il prete medesimo, a suo tempo? A proposito, sono solo io che trovo splendido il titolo del ricorso intentato (e rigettato) presso la Corte Suprema ("Holy See v. John Doe")?

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  4. Benissimo. Le darò cento euro se la Corte dell'Oregon accetterà il fatto che il prete in questione era un dipendente della Santa Sede.

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