La Fondazione «Il Vittoriale degli Italiani» di Gardone Riviera (Brescia) non percepisce più alcun finanziamento statale dal 1° gennaio 2010, come fa notare Giordano Bruno Guerri, che ne è presidente: “Ho intrapreso la strada della privatizzazione anni fa e l’ho portata a termine l’anno scorso” *. Ciò nonostante, la Fondazione risulta nell’elenco dei 232 enti culturali che subirebbero consistenti tagli del finanziamento pubblico qualora fosse promulgata la manovra finanziaria attualmente al vaglio del Quirinale, almeno stando alla lista diffusa ieri da ansa.it (n° 150) *.
Questo potrebbe spiegare l’errore in cui è incorso il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, che nel dirsi contrario alla drastica misura, della quale ha peraltro dichiarato di non saper nulla (si è lamentato di sentirsi “esautorato”), ha precisato: “Penso che molti enti debbano essere soppressi, tuttavia ci sono degli enti e delle istituzioni, cito il Centro sperimentale di cinematografia e il Vittoriale…” *. All’oscuro della lista preparata dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, avrà scorso l’elenco pubblicato da ansa.it, lì vi ha trovato il Vittoriale e… Così si spiega il granchio?
Non quadra. La manovra è stata approvata dal Consiglio dei ministri, era lì che Bondi avrebbe dovuto manifestare il suo dissenso. C’è una sola spiegazione: ha dato il suo parere favorevole senza neanche aver letto l’elenco.
A questo punto, però, l’attenzione si sposta sulla lista stilata da Tremonti. È la stessa diffusa da ansa.it? Include il Vittoriale? E come poteva includerla se lo stesso governo ha approvato fin dal giugno 2009 il decreto che formalizzava la privatizzazione della Fondazione *? Tremonti non ne era a conoscenza? Se l’elenco che ha stilato è quello diffuso da ansa.it, no, non ne era a conoscenza.
Non è un governo, è un club di svagati.
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