Lasciamo la plebe di sinistra a strepitare tutto il suo sdegno screziandolo di amarissimo sarcasmo, e la plebe di destra a godersi il suo idolo che cita “un grande e potente dittatore, cioè Benito Mussolini”, sottoscrivendo. Cerchiamo di ragionare sgombrando il campo dai pregiudizi di chi vuole Silvio Berlusconi eterna vittima di maliziosi fraintendimenti e di chi lo dà per pazzo fottuto o finissimo criminale: entriamo nel merito.
La frase di Benito Mussolini che ha citato al vertice dell’Ocse sarebbe – ha detto – “nei suoi diari”, che “ho letto recentemente”. Di grazia, quali diari? Tutti i diari finora dichiarati di Mussolini sono stati indubitabilmente dimostrati falsi. Quale di questi falsi contiene la frase citata (se dal falso è stata citata in modo fedele)?
Impossibile dirlo con certezza, ma è molto probabile che si tratti dei falsi diari di Mussolini di cui Marcello Dell’Utri disse di essere in possesso nel 2007: indubitabilmente dimostrati falsi, da subito, perché contenenti nomi errati, errori grammaticali, discordanze cronologiche e – soprattutto – interi brani molto, troppo somiglianti a passi di articoli pubblicati sui quotidiani dell’epoca. Uno per tutti, cito Luciano Canfora (Tutti gli errori di un falsario – Corriere della Sera, 16.2.2007).
Dell’Utri non replicò e i diari non furono pubblicati come aveva annunciato, anzi, per qualche tempo non vi fece più cenno. Fino a qualche mese fa, quando ne parlò in una conferenza a margine di una Sagra del Risotto (Isola della Scala, 29.9.2009) e, ancora, due o tre settimane fa, in un’intervista concessa a El Mundo, come se quelle agende, che ha sempre dichiarato di aver acquistato dal figlio di un partigiano, fossero autentiche. Come tali le avrà date a bere a Berlusconi, e Berlusconi se l’è bevute.
Qui, se volete, potete lasciarvi andare a qualche battutina, ma io andrei avanti.
La caratteristica dei falsi diari di Mussolini che Dell’Utri ripropone come veri è quella di presentarci un dittatore buono, molto socialista, per nulla antisemita, abbastanza anticlericale, discretamente simpatico e – soprattutto – assai poco dittatore. La frase citata da Berlusconi starebbe a meraviglia in tale contesto: “Dicono che ho potere, ma io non ho nessun potere, forse ce l’hanno i gerarchi, ma non io. Io posso solo decidere se far andare il mio cavallo a destra o a sinistra, ma nient’altro”. Qui, però, bisogna lasciar cadere la questione della dimostrata falsità dei diari e cercare di spiegarci perché la frase in oggetto l’abbia tanto colpito.
Penso che la ragione sia autoevidente: “colui che era considerato come un grande e potente dittatore” in realtà non lo era, o comunque non si sentiva affatto tale (il che perorebbe attenuante in sede di giudizio storico). Il Mussolini in cui Berlusconi si specchia non si sentiva padrone del carro, ma solo cocchiere.
Nonostante tutto – folle plaudenti e controllo di ogni apparato dello stato – questo Mussolini, in cui a ragione Dell’Utri pensa che Berlusconi possa e voglia specchiarsi, è un buon diavolo: i suoi errori – se ve ne sono stati – hanno semmai avuto origine nel non aver potuto avere il pieno controllo sugli eventi. Insomma, Berlusconi torna a sognare il presidenzialismo come proprietà del paese, e siamo al prolungamento del decisionismo aziendale in politica.
Fin qui niente di nuovo. Il fatto è che mai specchio fu scelto così male: Mussolini ridusse da subito i suoi ministri e gli alti gerarchi del regime a semplici esecutori della sua volontà, al punto da ritenere inutili perfino le riunioni del Gran Consiglio, che sospese del tutto il 7 dicembre 1939, e per quasi quattro anni, fino alla fatale e ultima seduta del 25 luglio 1943.
Non è forse lo schema già usato più volte? Vantarsi di aver deciso anche i dettagli di ogni sua gloriosa impresa (successi sportivi, figa, soldi, potere... in cui peraltro ogni elemento aiuta nell'ottenimento degli altri), salvo poi rappresentarsi in balia di sottoposti malfattori (avvocati, ministri, dirigenti delle sue aziende, fratelli, direttori di giornali...) in relazione alle malefatte che emergono di volta in volta.
RispondiEliminamussolini gestiva il potere, tutto il potere, per conto terzi. lo si vide bene il 25/7. hitler stesso ebbe ad effermare, ben prima di quella data, che "non ha potere reale". ciò non lo esime da tutte le responsabilità dirette o condivise con la monarchia e la confindustria.
RispondiEliminaper berlusconi è diverso: detiene potere reale (economico, poiché quello politico è effimero), ma per fortuna solo una parte.e tutto questo non dipende solo da questioni interne, nazionali.
berlusconi è pericoloso (non per i motivi paventati dalla sinistra), e il potere reale lo sa. nel momento che non farà più comodo lo scaricheranno dalla sera alla mattina e nemmeno putin potrà dargli una mano. come è sempre avvenuto in tali casi.
per quanto riguarda il livello culturale dell'uomo, è stato ampiamente sovrastimato: non va oltre vance packard.
il mussolini socialista e anticlericale di gioventù almeno non è un falso
RispondiEliminail berlusconi vittima dei gerarchi(?) mah
"Saga del risotto" è un refuso molto bello. E' sicuramente un capitolo della mitologia celtico-borghezio-padana.*
RispondiElimina* E' uno dei miei soliti commenti fuori tema, lo so. Ma la carne è debole (e anche il risotto).
Come scrive Malvino, non si capisce bene di quali diari del Duce stia parlando Berlusconi [...]
RispondiElimina@ Thomas Bernhard
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione, anche se la spiegazione del refuso mi è piaciuta tanto dall'essere tentato di lasciare "saga".
@ Klochov
Il post è delle 01.55, solo stamane (intervista a Dell'Utri a il Giornale) potevo avere conferma di quello che scrivevo.
Giusto; ma del resto quali altri avrebbero potuto essere?
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