mercoledì 5 maggio 2010

“Lei è un bugiardo e un mascalzone, vada a farsi fottere” (Massimo D'Alema - Ballarò, 4.5.2010)


Però dandogli del lei, pur sempre segno di un certo autocontrollo.


11 commenti:

  1. Tranne che per il fu-fu...

    http://www.tubechop.com/watch/65639

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  2. Spettacolo misero ...
    (trenta secondi prima, in aggiunta, aveva già perso completamente le staffe dando in escandescenze)

    E manco ha saputo difendersi, dacché qualche appiglio per abbozzare una mezza difesa pur ce l'aveva: bastava mettere da parte l'orgoglio e ammettere la propria incoerenza.

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  3. se avesse detto "vadi" almeno avremmo avuto qualche speranza di vincere le prossime elezioni: avremmo potuto rubare qualche elettore a di pietro

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  4. Non ha ragione, tutt'altro. Lui abitava in una casa popolare, pagando quindi un canone popolare, rivolto a persone con redditi bassi, non certo a famiglie di parlamentari con moglie ministeriale.
    E quando abiti senza averne diritto una di quelle case, non solo sottrai la possibilità ad una famiglia realmente bisognosa, ma lo fai a spese del contribuente.
    D'Alema dovrebbe evitare di parlare di case, così eviteremo anche di ricordarci le botte date dalla sua scorta all'inviato di Striscia che, ai tempi, andò proprio a chiedergli lumi sulla questione.
    Un bel tacer, a volte...
    Rolli

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  5. L'accostamento di Sallusti è stata una porcata da sofista, di quelle che ti accorgi immediatamente essere tanto efficaci quanto scorrette ed impossibili da controbattere dialetticamente con pari efficacia.
    Quei rari casi nei quali devi solo tacere, alzarti ed usare la violenza fisica. Tu ci parli con un articolo come Sallusti?

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  6. Rolli, il tizio di cui parliamo non merita certo grandi encomi: lo considero una grande iattura. Però stiamo parlando di case ad equo canone, per chiamare cose col nome giusto: fatto sconveniente (da "casta") se si parla di ente pubblico. Ma permettimi una curiosità: ma da quando equo canone è diventato sinonimo di casa popolare? Mi pare invece che il range d'affitto da equo canone vari secondo svariate fasce, e quella popolare è solo una di esse.

    In ogni caso la legge come toglie soldi ai poveri per fare stare in affitto parlamentari ad equo canone, così toglie soldi ai poveri per dare ai politici l'indennità, l'autista, il segretario, l'abbonamento, e via dicendo. Tutte cose legali, tutte cose ingiuste, tutte cose di malcostume, quasi tutte cose cui raramente un parlamentare italiano rinuncia nonostante il lautgo stipendio.

    Io stavo semplicemente timidamente rimarcando che pagare l'equo canone è una cosa, farsi pagare l'acquisto di un prezioso immobile, in nero, da personaggio attore di accordi con lo Stato è altra. Mi sorprenderebbe che tu non fossi d'accordo.

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  7. La colpa è stata principalmente di Floris: sapeva benissimo che D'Alema aveva un nervo scoperto e assai dolente sul versante casa, allora perché chiamarlo in una trasmissione il cui tema centrale era proprio la casa di Scajola?
    Un conduttore che fa questa scivolata non è degno di tale nome, a meno che non sia una cosa voluta ma queste cose me le aspetterei più da un Vespa.

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  8. @ Anonimo

    Se il tema era la casa, e nell'ipotesi che effettivamente D'Alema avesse un nervo scoperto sul tema casa, allora Floris invitandolo ha fatto benissimo il suo mestiere. A meno di non considerare Floris uno stratega del PD sotto mentite vesti, invece di un conduttore di una trasmissione di televisione pubblica.

    Sono i politici che devono essere in grado di controbattere, se ne hanno gli argomenti: non i giornalisti che devonono incalzarli o non incalzarli, invitarli o non invitarli, a seconda delle preferenze del telespettatore di turno.

    E se proprio a sinistra non avevano difesa, al più erano loro che avrebbero dovuto consigliare a D'Alema di starsene a casa: ma sarebbe stata comunque una mossa politicamente immorale.

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  9. Incubomigliore, non metto sullo stesso piano l'affitto di D'Alema e la casa acquistata per due terzi dalla cricca di Scajola, ma il paragone non rende adamantino il leader maximo che tra l'altro, sulla questione, reagì scompostamente anche ai tempi di affittopoli.
    Allo stesso tempo, stigmatizzare D'Alema, non significa giustificare o minimizzare ciò che ha fatto Scajola
    Quando il più pulito ha la rogna, bisogna evitare che il meno rognoso vada a discettare di malattie della pelle; o almeno che sappia tenere banco senza fare scivoloni di questo genere. Sarebbe bastato eccepire:"certo, anche io fui protagonista di un malcostume, peraltro diffuso, di certo infinitamente meno grave di questo: laddove io usufruii di un affitto ad equo canone di una casa inpdap che certo sarebbe stato meglio fosse occupata da una famiglia più bisognosa, sull'altro piatto della bilancia vi è un ministro - sarà poca cosa, ma io non lo ero ai tempi - che ha comprato un appartamento vista Colosseo con un terzo del valore, perché gli altri due terzi gli sono stati donati, non si sa a quale titolo, dalla cricca. Come essere passati col rosso e venire paragonati ad un consapevole pirata della strada. Che poi questo provenga da un giornale in mano al presidente del Consiglio, che sposta con scuse risibili, piano piano smascherate anche da indagini di questo tipo e dopo aver speso centinaia di milioni di euro dei contribuenti, il G8 dalla Maddalena all'Aquila, è il massimo della mancanza del senso della decenza e del ridicolo"
    Rolli

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  10. Incredibile, si chiede al politico un rigore ed una moralità francescana, gli si chiede di rinunciare a piccoli e grandi privilegi e comodità, gli si chiede di rispettare la fila, di non raccomandare o essere raccomandati, di non evadere il fisco con pagamenti in nero, di non truccare piccole e grandi carte.
    Ma chi glielo chiede? Il mediamente indecente popolo italiano. Ah ah ah Commovente... Cioè patetico.

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  11. @ Rolli

    Concordo con il tuo messaggio, che infatti contiene quanto intendevo sintetizzare con il mio primissimo intervento.

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