Ogni volta che a un ebreo è stato impedito di prendere parola in una università italiana o europea, Il Foglio non ha mai mancato di protestare: in nome della libertà di espressione, prima ancora che in solidarietà di Israele, bastione di democrazia e tolleranza nell’assai poco democratica e dell’ancor meno tollerante realtà del Medioriente
Anche quando a Benedetto XVI fu vietato di parlare alla Sapienza, Il Foglio fu in prima linea: in nome della libertà di espressione, prima ancora perché il papa è papa, e non sta bene vietargli di parlare.
Stavolta che a Noam Chomsky è impedito di parlare in un ateneo israeliano, la libertà d’espressione diventa un fatto relativo (tutto è relativo d’altronde) e in primo piano Il Foglio mette in evidenza che Noam Chomsky sarebbe un pezzo di fetente.
"Non sono d'accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee.", diceva Voltaire.
RispondiEliminaE lei, Malvino, pretende mica che il Ferrara sia d'accordo con quel mangiapreti secolarista di Voltaire?
Piuttosto se l'è adeguata, correggendola così;
"Se sono d'accordo con te, darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee, altrimenti fottiti!"
Noam Chomsky è effettivamente un fetente, ma come si diceva una volta "la democrazia non può impedire agli asini di ragliare". Quindi un sistema democratico non può proibire a Noam Chomsky di ragliare, ma deve consentirgli di farlo in un ateneo ?
RispondiEliminaGià.
RispondiEliminaCome fu impedito , da dopo che scrisse banalità del male, all'ebrea Hanna Arendt di recarsi in Israele. E tuttora i suoi libri non sono tradotti in ebraico.
RispondiEliminaTi consiglio di leggere il libro di Burg : sconfiggere Hitler. Molto interessante a questo proposito.