“Le vicende a cui fa riferimento la terza parte del Segreto di Fatima sembrano ormai appartenere al passato”, diceva il cardinal Sodano, e il cardinal Ratzinger pareva concordare: “Nella misura in cui singoli eventi vengono rappresentati, essi ormai appartengono al passato”. Trovate tutto nel documento licenziato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel maggio del 2000, quando fu reso pubblico il contenuto della profezia che Giovanni Paolo II era sicuro si fosse realizzata nell’attentato da lui subito nel 1981: dopo aver attraversato una grande città mezza in rovina e dalle strade piene di cadaveri, giunto ai piedi di una croce in cima a una montagna, un papa veniva ucciso da un gruppo di soldati, insieme ai vescovi, ai preti e ai laici che l’avevano fin lì seguito. Wojtyla era sicuro che il valore e l’effetto di quella profezia fossero chiusi nel XX secolo: povero Sodano, povero Ratzinger, cosa avrebbero potuto obiettare?
E tuttavia, neanche sei mesi dopo, a chi gli faceva notare che, al contrario, la profezia sembrasse “aperta, in sviluppo ed in compimento futuro” (lettera di monsignor Paolo Maria Hnilica, 13.9.2000), Ratzinger rispondeva rettificando, quasi ritrattando: “Nel mio «Commento teologico» non intendevo attribuire esclusivamente al passato i contenuti del Segreto, in maniera semplicistica. Le grandi visioni hanno sempre una duplice dimensione: un significato immediato e vicino, ed un valore permanente. […] Scorgiamo nel Segreto di Fatima il martirologio del secolo scorso, nel quale si riflette però la persecuzione fino alla fine del mondo” (4.10.2000).
Così facendo, la profezia tornava riutilizzabile in futuro, meglio se integrata da quanto Lucia dos Santos aveva riportato nella sua Terza Memoria (visione di Giacinta), e che nella sequenza degli eventi rivelati andrebbe collocata prima dell’attraversamento della città semidistrutta: “Ho visto il Santo Padre in una casa molto grande, inginocchiato davanti a un tavolo, con le mani sul volto, in pianto. Fuori dalla casa c’era molta gente, alcuni tiravano sassi, altri imprecavano e dicevano molte parolacce” (pag. 124).
Come non cedere alla tentazione di riutilizzare la terza parte del Segreto di Fatima per intravvedere proprio Benedetto XVI in quel “vescovo vestito di bianco”? Quella descritta nella profezia sembra più simile alla Chiesa di Ratzinger che a quella di Wojtyla: “Rispetto al 2005 la fiducia nella Chiesa è scesa di 14 punti, mentre negli ultimi due anni il consenso verso Benedetto XVI si è ridotto di 9 punti percentuali” (Ilvo Diamanti, la Repubblica, 17.5.2010). Non fischiano ancora i sassi, ma quale profezia è leggibile fuor d’allegoria?
La profezia di un papa perseguitato e ucciso è ben antecedente a Fatima, la Chiesa ne ha prodotte molte analoghe, e sempre nei momenti in cui il primato di Pietro era messo in discussione.
Riforma protestante: “In quel tempo il Papa con i cardinali dovranno fuggire da Roma in circostanze tragiche per rifugiarsi in un luogo dove saranno sconosciuti. Il Papa morirà di una morte crudele nel suo esilio. Le sofferenze della Chiesa saranno molto più grandi che in ogni altro periodo della sua storia” (fra’ Giovanni di Cleftrock, intorno al 1600).
Rivoluzione francese: “La religione verrà perseguitata e i preti massacrati. Il Santo Padre sarà obbligato a lasciare Roma” (Beata Anna Maria Taigi, 1769-1837).
Napoleone Bonaparte: “Vedo il Santo Padre in grande angoscia. Egli vive in un palazzo diverso da quello di prima e vi ammette solo un numero limitato di amici a lui vicini. Temo che il Santo Padre soffrirà molte altre prove prima di morire. Vedo che la falsa chiesa delle tenebre sta facendo progressi, e vedo la tremenda influenza che essa ha sulla gente” (Beata Anna Caterina Emmerich, 1774-1824).
Porta Pia: “Verso la fine del mondo i tiranni e la gente ostile improvvisamente deruberanno di tutte le loro proprietà i prelati e i religiosi della Chiesa e li affliggeranno e martirizzeranno dolorosamente. Quelli che li sottoporranno alle maggiori violenze verranno tenuti in grande stima. Il clero non può sfuggire a queste persecuzioni, ma a causa di esse tutti i servi della Chiesa saranno costretti a condurre una vita apostolica. In quel tempo il Papa con i cardinali dovranno fuggire da Roma in circostanze tragiche per rifugiarsi in un luogo dove saranno sconosciuti. Il Papa morirà di una morte crudele nel suo esilio. Le sofferenze della Chiesa saranno molto più grandi che in ogni altro periodo della sua storia” (Estatica di Tours, 1872).
Perfino un papa, Pio X, nel 1909 (otto anni prima di Fatima), angosciato dal liberalismo: “Ho visto uno dei miei successori che fuggiva scavalcando i corpi dei suoi fratelli. Egli troverà rifugio in incognito da qualche parte e dopo un breve periodo di isolamento morirà di morte violenta”.
Diciamo che la profezia di un papa perseguitato e ucciso è abituale passatempo nei momentacci neri. Il distillato del vittimismo di chi si sente morto quando mortificato.
La chiesa è avanti, noi siamo legati solamente a questo mondo ma loro hanno una veduta molto più ampia, in questi casi si parla di multiverso, e, come direbbe Bertolaso, questa è solo una verità!
RispondiEliminaMi sono permesso di linkarti:
RispondiEliminahttp://ta-biblia.blogspot.com/2010/05/fatima-e-linterpretazione-delle.html
Grazie della riflessione,
GB
Gli oroscopi, così come le profezie, ti preannunciano sempre eventi gioiosi, che poi puntualmente non si verificano.
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