La tabella riportata qui sopra è relativa ai rimborsi delle elezioni politiche del 2008. Non è stato difficile trovarla in rete, e mi pare non sia difficile ricavarne due dati macroscopici: (1) la spesa elettorale accertata è sempre inferiore a quella dichiarata; (2a) pressoché tutti i partiti (fa eccezione il Psi, ma qui ci risparmiamo le ovvie battute) hanno un rimborso assai superiore alla spesa dichiarata; (2b) questo rimborso è di gran lunga superiore alla spesa accertata (talvolta enormemente superiore, come nel caso della Lega: circa 3 milioni di euro di spese accertate e oltre 41 milioni di rimborso).
Mi pare evidente che la formula “rimborso elettorale” sia sineddoche: i partiti rubano e ingannano insieme, cioè truffano. Inoltre, lo fanno in compiaciuto disprezzo per i loro elettori, gli stessi che nel 1993 espressero parere referendario contrario al finanziamento pubblico dei partiti.
Nella bozza della manovra di cui si parla in queste ore si legge un capitolato dal bel titolo: “Riduzione dei costi degli apparati politici”. Uno rimane positivamente impressionato. Poi va al dettaglio e al paragrafo relativo ai “rimborsi elettorali” trova: “Dimezzato il contributo di 1 euro quale moltiplicatore per il numero dei cittadini della Repubblica iscritti nelle liste elettorali per le elezioni della Camera dei deputati”.
Significa che sono dimezzati i rimborsi? Vediamo un po’ rispetto a cosa: “Nel 1999, [...] i «rimborsi elettorali» [...] furono portati in un sol colpo da 800 a 4.000 lire. [...] Nel 2002, [...] si passò da 4.000 lire a 5 euro a legislatura (1 euro l’anno [quello cui si fa riferimento della bozza]) per ogni italiano iscritto alle liste elettorali di Montecitorio [...] Totale, 20 euro a cranio per ogni quinquennio, indipendentemente da quanti davvero vanno a votare. E siccome gli iscritti alle liste elettorali di Montecitorio sono 50 milioni tondi, la bolletta che gli italiani pagano ai partiti ha raggiunto la cifra stratosferica di un miliardo di euro per cinque anni: 200 milioni l’anno. Con l’aggiunta di un simpatico bonus, introdotto, anch’esso alla chetichella, nel2oo6. Nel caso di fine anticipata della legislatura, infatti, i contributi elettorali continuano a correre. Per il triennio che si conclude nel 2011, quindi, razione doppia per Camera e Senato. E invece di 200 milioni, eccone 300” (Sergio Rizzo - Corriere della Sera, 25.5.2010).
Ciò detto, la manovra dimezzerà i rimborsi? Continuerà ad esserci furto; in quanto all’inganno, resterà intatto per oltre il 70% e per il restante 30% sarà coperto da un altro inganno.
(1) la spesa elettorale accertata è sempre inferiore a quella dichiarata;
RispondiEliminaVeramente la tabella dice che il PD ha dichiarato 54 825 euro in meno...
Senza nulla togliere al ragionamento, ti segnalo una imprecisione: "la spesa elettorale accertata è sempre inferiore a quella dichiarata" è falso. In un caso, quello del PD, la spesa accertata è superiore. Ciò non toglie nulla, però, al fatto che il rimborso sia molto maggiore, ma questo non dipende dal singolo partito ma dalla legislazione in materia.
RispondiEliminaSì, è vero chiedo scusa, ma mi pare il senso generale è conservato.
RispondiEliminaHo anche dimenticato di scrivere, come Pannella esigerebbe: "tutti, tutti, tutti, tranne i radicali".