Sul numero di Internazionale ancora in edicola (844/XVII) è pubblicato un articolo di Paul Kennedy, tradotto da Bruna Tortorella, apparso il 13 aprile sull’International Herald Tribune, e che vale la pena di leggere (qui, nella versione originale).
Kennedy chiede sforzi terribili alla Chiesa: “the strongest possible affirmation of the doctrine of the sheer evil of the abuse of power and trust”, “to remind all clergy that sexual abuse is not only a mortal sin but also a major transgression of criminal law”, “to articulate a sensible and just way of dealing with the superiors of the abusers”, tutta roba che la sovvertirebbe dal di dentro.
Dal di dentro, la Chiesa si sente corpo mistico di Cristo, i suoi preti vengono “costruiti” in questa convinzione: gerarchia organica dove le parti non si sentono distinguibili dal tutto, sicché Kennedy pretende davvero troppo, cioè che la Chiesa si abbassi ad essere una comunità qualsiasi.
È sul suo peculiare che la Chiesa pensa di aver sempre puntato con profitto, e nulla le farà cambiare idea nel posto dove l’idea si forma: durare è il suo unico scopo, oltre e sopra ogni altra cosa, anche a dispetto delle apparenze. Non è possibile riforma della Chiesa, se non posticcia.
"durare è il suo unico scopo".
RispondiEliminaVa sottolineato dieci, cento, mille volte.
Mi permetto di segnalare un mio pezzo
RispondiEliminahttp://www.larondine.fi/index.php?option=com_content&task=view&id=746&Itemid=39