martedì 1 giugno 2010

Bonus


La Regione Lombardia mette a disposizione di ogni donna che presenti richiesta di interruzione di gravidanza, se spinta a questa decisione da ragioni di natura economica, un bonus di 4.500 euro, affinché ci ripensi. Prim’ancora che odiosamente paternalistica, è iniziativa cretina: destinata a dare scarsi risultati, come tutte le operazioni di ingegneria demografica calibrate su modelli ideologici, e buona solo ad aprire un capitolato di spesa sociale parassitaria, come mi accingo a dimostrare.
Già in premessa è posta una questione delicata: la legge 194 non indica alcun limite sotto il quale l’interruzione di gravidanza è autorizzata e sopra il quale, invece, è negata. E questo senza tener conto del fatto che ragioni di natura economica e ragioni di natura psicologica sono a tal punto inestricabili nella decisione di abortire – come peraltro dimostrano le statistiche – che solo un idiota può pensare di separarle, prima, e di banalizzarle, poi. E dunque ogni donna non abbiente potrà dirsi indigente al fine di portare avanti una gravidanza, a meno che la Regione Lombardia non voglia arbitrariamente emendare la legge 194 introducendo un redditometro ad hoc. Che peraltro sarebbe discriminatorio – fatalmente discriminatorio – per quell’embrione che si trovasse per sua sfortuna nell’utero di una donna con quel tanto di euro in più da non essere considerata indigente dalla Regione Lombardia, ma da se stessa – con avallo dell’assistente sociale – sì. Né possiamo ritenere credibile che l’assistente sociale e lo psicologo chiamati a dare un parere in merito alle ragioni che portano la gravida a chiedere l’interruzione di gravidanza possano parametrare le loro considerazioni sulla base di una circolare regionale.
Ce n’è di che chiedere il bonus di 4.500 euro anche – direi soprattutto – se non si ha intenzione di interrompere la gravidanza: qualora venga negata l’erogazione perché le condizioni economiche della richiedente siano migliori di quelle che la Regione Lombardia ritiene degne del sostegno, l’embrione avrebbe la sorte segnata, per colpa della madre snaturata, forse, ma certamente per il tetto posto da Roberto Formigoni, fottuto co-assassino.
Un’iniziativa come quella decisa dalla Regione Lombardia apre la via a una variazione sul tema delle “false invalidità”. Auguri al signor Governatore che, in preda al delirio di onnipotenza di chi si crede grande architetto della società, non si chiede perché una donna povera può decidere di non abortire anche senza bonus ed una meno povera di lei, anche se non di troppo, può decidere di interrompere la gravidanza anche se le viene offerto un bonus.

1 commento:

  1. "Ce n’è di che chiedere il bonus di 4.500 euro anche..."
    Osiamo di più: la Lombardia è a 20' da noi.
    Mio suocero è di lì ed ha ancora la casa.
    Quasi quasi prendiamo la residenza per due o tre anni e lasciamo due lire in più al pargolo.

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