venerdì 25 giugno 2010

Era meglio che non lo spiegavi e lo lasciavi nel vago


“Luciano Canfora ha riferito di aver letto con «una certa impressione» […] una lettera del 24 febbraio 1934, in cui Guido Gonella, «collaboratore de L’Osservatore Romano» negli anni del fascismo […] richiede all’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede la tessera d’iscrizione al Partito nazionale fascista” (L’Osservatore Romano, 25.6.2010), e si capisce che con «una certa impressione» ci avrà messo pure un poco di ironia, forse. Ma L’Osservatore Romano dà notizia di un documento che spiega tutto: si rimangi l’ironia, se c’era: “È una lettera ufficiale della Regia Università degli Studi di Roma che [comunica] al giovane […] l’assegnazione di un sussidio di lire duemila”.
Un venduto, si direbbe? Ma no: “Nel 1931 in Italia era stata fondata l’Associazione fascista della scuola, diretta emanazione del Pnf […] e per i docenti universitari c’era l’obbligo del giuramento di fedeltà. Nel 1933 poi fu stabilito l’obbligo della tessera del Pnf per accedere ai concorsi. Chiunque avesse prestato servizio all’università (salvo quanti beneficiassero di rendite personali o di beni al sole) era costretto a iscriversi”. Rammentando che ci fu chi non si piegò, il Gonella pare proprio un venduto: L’Osservatore Romano ci impedisce solo l’ironia.

1 commento:

  1. "Chiunque avesse prestato servizio all’università (salvo quanti beneficiassero di rendite personali o di beni al sole) era costretto a iscriversi"

    per l'OR prima viene la pagnotta (nel '29 era stata assegnata quella ad personam ai preti: statistica delle "vocazioni" che prende il volo). hai detto benissimo: meglio se non spiegava.

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