mercoledì 23 giugno 2010

Quando li bruciano vivi


Solo il 2,3% della popolazione indiana professa fede cristiana e solo l’1,5% è di confessione cattolica, ma Schillong, capitale dello Stato del Meghalaya, è un’eccezione: qui solo i cattolici arrivano al 70%.
Sappiamo delle persecuzioni che i cattolici devono subire dove in esigua minoranza, ma cosa devono subire dove sono in larga maggioranza? “Graffiti blasfemi su Gesù e il Papa sono apparsi questo fine settimana in varie zone, tra cui il muro di cinta del Saint Anthony College e la statua di San Giovanni Bosco, posta davanti al Don Bosco Technical Institute. […] Sotto la statua di Don Boscoè comparsa un’immagine del Crocifisso che riportava al posto dell’iscrizione INRI la cifra di 92 milioni di rupie, pari a[i] circa 1,7 milioni di euro […] concess[i] dal Governo locale per la copertura in zinco delle due scuole salesiane. [Insomma, a Schillong, i cattolici] sono accusati dalle altre comunità di godere dei favori delle autorità” (zenit.org, 21.6.2010).
A parte il fatto che con quella cifra si potrebbero ricoprire di zinco non già due ma venti scuole, a parte il fatto che si tratta di una somma enorme per le casse di uno stato povero come quello di Meghalaya, a parte il fatto che, dunque, siano abbastanza legittime le proteste delle minoranze locali che si sentono discriminate da un impiego di denaro pubblico tanto opinabile e dunque almeno sospetto, a parte tutto questo, “il portavoce della Conferenza Episcopale Indiana, padre Babu Joseph, ha dichiarato all’agenzia Fides che si tratta di «atti esecrabili, che intendono creare disordini e disarmonia nella società»”.
Sbagliano a bruciarli vivi, quando li bruciano vivi, ma come stupirsene?

1 commento:

  1. sì, forse sbagliano a bruciarli vivi, potrebbero cremarli dopo
    la statua di s. bosco in india? e perché non vishnù in piazza duomo? tolleranza a senso unico

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